La settima onda

di / 11 maggio 2011

I protagonisti di questo romanzo sono sempre Emmi e Leo, gli stessi di Le ho mai raccontato del vento del nord. Emmi e Leo si erano conosciuti accidentalmente tramite la posta elettronica: lei aveva sbagliato a digitare l’indirizzo ed erano entrati in contatto. Tuttavia, prima di parlare dei personaggi di La Settima Onda e delle tematiche del romanzo, ritengo necessarie un paio di precisazioni: il genere e la tradizione nel quale il libro s’inserisce. Il libro dello scrittore e giornalista austriaco è, forse, uno degli ultimi epigoni del romanzo epistolare. Sì, avete capito bene, del romanzo epistolare. Qualcuno, forse divertito, si chiederà cosa centra La settima onda con Le ultime lettere dello Jacopo Ortis? Qualcun altro, indignato, storcerà il naso dicendo che siano due opere e due contesti differenti. Non dico di no , ma vorrei che prima rifletteste. Qualsiasi tradizione per potersi protrarre nel tempo necessita di due cose: di essere coltivata e di rinnovarsi. Soffermiamoci sul primo aspetto, sempre inerente al romanzo epistolare. Questo tipo di genere può vantare, infatti, una lunga tradizione: partendo dalle lettere “capostipite”, quelle tra Abelardo ed Eloisa, fino ad arrivare ai romanzi inglesi di Richardson ( Clarissa e Pamela), il filone ha continuato a mietere successi annoverando, fra l’altro, Le relazioni pericolose, I dolori del giovane Wetther, Giulia o la Novella Eloisa o la già ricordata vicenda delle Ultimelettere dello Jacopo Ortis.

In una società tecnologica, consumista, postideologica e globalizzata come la nostra, è chiaro che questo genere non poteva reggere il passo con i tempi, ci sembra evidente che avrebbe potuto, se non altro, suscitare ilarità o essere guardato come un “passatismo” o un mero reperto di “archeologia letteraria”. In un mondo che va sempre di fretta, che incede alla velocità delle mail, c’era bisogno di un libro che avesse un impatto immediato sulle coscienze. La genialità di Glattauer sta tutta nell’aver capito questa piccola grande cosa. Ecco come, facendo di necessità virtù ed adattandosi ai tempi e  alla tecnologia, lo scrittore mitteleuropeo è riuscito a risuscitare e aggiustare il trucco a un filone che sembrava ormai archiviato. Signore e signori, ecco a voi il romanzo epistolare elettronico, un genere di largo consumo e adesso anche in libreria.

In La settima onda, Leo ed Emmi ci offrono le loro vite attraverso una fittissima serie di mail piene di racconti quotidiani, poesia e sentimento, sotto l’attenta egida di Daniel Glattauer naturalmente … Emmi e Leo che, in Le ho mai raccontato del vento del nord, avevano iniziato un’assurda partita a scacchi in cui si erano rincorsi, lasciati, sospirati ed odiati,in cui avevano  gettato il sasso e nascosto la mano optando alla fine per un rendez-vous. Ora si ritrovano. Come Regan e Gorbaciow,i protagonisti del libro hanno  posto fine a una “guerra”di posizione (per loro per nulla fredda ma  fatta di mail accorate) e deciso di incontrarsi. Un incontro nato sotto una stella sbagliata, un appuntamento che – più che altro – si trasformerà all’ennesimo rinvio sine die.

Leo Parte per Boston e ci sta quasi un anno. Nel frattempo, Emmi continua a scrivergli nonostante lui abbia congelato la casella di posta ed il server elettronico continui a inviarle – in automatico – il solito messaggio preconfezionato  che non lascia speranze.   Tuttavia, Emmi non si darà per vinta e, appena lui, riavvierà la posta, lei riuscirà a rimettersi subito in contatto con l’uomo che ama. La vita, intanto, va avanti: in quella di Leo c’è ora Pam (Pamela), una ragazza conosciuta in America.  La relazione epistolare fra i due, fra alti e bassi, riprende.  Finalmente i due decidono di incontrarsi, un incontro carico di emozioni cui, nel tempo, ne seguiranno altri, tutti destinati ad influenzare il loro rapporto e – per esteso – le loro esistenze. Emmi è una donna responsabile, una con la testa sulle spalle, con il senso della famiglia e un grande amore per i figli. Emmi, forse, potrebbe anche tradire Bernard (il marito), ma non gli volterà mai le spalle. Emmi è forte, porta i pesi delle scelte e del destino, un destino che dipende anche da Leo. Leo dovrebbe avere la forza chiedere, avere il coraggio di essere sincero con sé e con gli altri, gli basterebbe ascoltare il proprio cuore ed iniziare a vivere. Ora è di fronte a un bio: la dolce, affascinante, tenace e responsabile Emmi o la bella, intelligente, equilibrata e irresistibile Pamela?

Il libro di Glattauer è un romanzo che, seppur con una certa disinvoltura, affronta anche la spigolosa tematica del metalinguaggio: ogni parola è disposta secondo un ordine preciso, è un rimando a una dialettica interna ed è fortemente connotata da accezioni testuali, intertestuali, contestuali e – a volte- polisemiche. D’altra parte, chi meglio di uno studioso di linguistica e un’esperta di pagine web avrebbero potuto incarnare questi ruoli? Per di più, il romanzo è fortemente psicologico. Analizzando attentamente gli stili di partenza e quelli finali dei due corrispondenti, vi accorgerete quanto essi si siano influenzati reciprocamente.  Un esempio? L’elenco con la numerazione utilizzato nelle lettere, che tanto lui detestava all’inizio, a fine romanzo lo userà con estrema naturalezza. Al contrario Emmi, che all’inizio, utilizzava l’elenco per punti numerati, con il proseguo delle pagine si limiterà alla suddivisione degli argomenti per capoversi. La simbiosi sentimentale, in ultima analisi, parte dalla scrittura per poi sfociare, una volta acquisito il coraggio, in incontri veri e propri. “Scrivere è come baciarsi”, sostiene Leo nel primo romanzo, “è baciarsi con la mente”. Gli basterà tutto questo? Fin dove si spingerà l’avventura dello spirito e dove verrà arginata la parabola ascendente della passione? La risposta è celata nelle  pagine del romanzo. La settima onda è, in tutto e per tutto, un romanzo del ventunesimo secolo, il bocciolo neonato di un albero antico – il romanzo epistolare – che, rifattosi il trucco e risuscitato dal genio di Glattauer speriamo continui ad appassionarci.

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