Il Festival di Sanremo. Parole e suoni…

di / 26 maggio 2011

Il seguente volume è una delle testimonianze più vive, informali e doviziose sul Festival della canzone italiana.  Si tratta di una chiacchierata a tre voci, quelle di Serena Facci (docente di Etnomusicologia all’università di Roma “Tor Vergata”), quella di Paolo Soddu (docente di storia  contemporanea alla Facoltà di Musicologia di Cremona) e quella del giovane e attento Matteo Piloni (critico musicale e insegnante). Quando poc’anzi ho parlato di “chiacchierata” non era per sminuirne i contenuti ma, al contrario, per sottolinearne il coinvolgimento e la passione che il saggio riesce a trasmettere al lettore. Il libro, in effetti,curato nei minimi dettagli, è una carrellata degli eventi e dei personaggi che, nella sua lunga storia, hanno lasciato il segno nella storia del Festival di Sanremo.

Qualche giorno fa, intervistando Matteo Piloni, gli ho chiesto: “Come è nata l’idea di un libro sul festival della canzone, per antonomasia?”

Dopo una breve riflessione, mi ha risposto: “L’idea era nata in seguito al conseguimento della mia laurea triennale in musicologia, facendo la tesi proprio sul festival. È partito tutto da una domanda: ma perché il Festival di Sanremo è così seguito? E soprattutto, perché non c’è una cosa simile nel mondo?Da qui la curiosità di rivalutare il fenomeno nazionalpopolare del Festival.”  Effettivamente, seguendo il tracciato indicato dagli autori, il lettore viene preso per mano e portato attraverso un percorso segnato in primis dalle persone che lo hanno solcato, in secundis dai fatti che lo hanno reso celebre e, in definitiva, dal filo conduttore della musica, un filo conduttore che corre sui binari della storia in quanto  la veicola attraverso la manifestazione canora che è, allo stesso tempo, attrice e spettatrice.  Da Nilla Pizzi a Gigliola Cinquetti, da Luigi Tenco ad Al Bano, daVasco Rossi a Eros Ramazzotti, passando per Aleandro Baldi, Marco Masini, Lola Ponce e Gio Di Tonno e Marco Carta, a tutti viene riconosciuto uno spazio proprio  che è storico ma anche categorizzato. Il saggio, infatti, non ha solo il merito di risalire la storia del Festival dagli esordi ai giorni nostri ma, e soprattutto, ha il raro pregio di suddividere i cantanti contestualizzandoli nel genere di appartenenza e nel periodo storico in cui sono vissuti e in cui hanno dato forma alla loro produzione artistica. Questo non significa per forza “periodizzare” un cantante o un’intera generazione di artisti ma in base all’età o agli anni di maggior successo ma, al contrario, là dove un cantante avesse avuto una carriera scandita da diverse “stagioni” musicali (coma Al Bano, Morandi e Minghi, ad esempio),  cercare di contestualizzarlo nel periodo storico ed  economico-politico che l’ha portato a fare alcune scelte. Il Festival e gli artisti che ne hanno fatto la storia sono, in questa sede, oggetto di indagine accurata nei confronti del contesto Festival e del contesto Italia, tenendo conto di tutte le varianti che implica questa ricerca.  Nei primi cinque capitoli, la Facci e Soddu, ricostruiscono la storia d’Italia attraverso le canzoni che si sono scontrate sul palcoscenico del Festival. Ci si è chiesti spesso, quanto Sanremo abbia inciso o incida sul costume del nostro Paese, quanto abbia influito sui cantanti emergenti e quanto abbia condizionato un certo numero di cantanti affermati e, per esteso, l’intero panorama musicale italiano.  In questa sede, tuttavia, la prospettiva, viene capovolta e, di pagina in pagina, ci si rende conto che non è stato Sanremo a influenzare l’Italia ma, all’opposto, è stato  il Bel Paese ha “formare” il Festival. Questi, infatti, è stato fin dagli esordi e poi, sempre più spesso, la vox populi della nostra Italia, l’interprete dei sentimenti popolari, delle varie fasi storico-economiche che hanno attraversato la nostra epoca, il mezzo attraverso il quale dare voce alla storia facendola e subendola in prima persona. Se è resistito negli anni, è proprio per questa ragione: perché ha saputo stare al passo con i tempi, interpretare gli stati d’animo, vincere la concorrenza delle telenovela, della Champions League, del Grande Fratello e degli altri reality. È stato, inoltre, capace di aprire gli occhi su fenomeni musicali emergenti quali X Factor e Music Farm senza opporvisi mai ma, al contrario, accettandoli in quanto tali e riconoscendo loro la dignità di manifestazioni canore in toto. In breve, ha saputo da subito riconoscere ed integrare gli elementi che – di volta in volta – formavano la nuova realtà.  Nel sesto e ultimo capitolo del saggio, Matteo Piloni affronta le ragioni della nascita di una sezione dedicata ai giovani e le varie fasi evolutive che l’hanno fatto arrivare ai giorni nostri nella forma che oggi tutti conosciamo. La passione di  Matteo per la musica è un sentimento che ha radici profonde tanto è vero che il critico afferma: “La musica è la mia primissima passione e scrivere un libro con Serena e Paolo è stata una grandissima soddisfazione”. IL FESTIVAL DI SANREMO Parole e suoni raccontano una nazione, è un libro godibilissimo in cui la precisione del saggio viene umanizzata dalla maestria, passione e onestà intellettuale di Serena Facci, Paolo Soddu e Matteo Piloni che, con il bel saggio sulla musica popolare intitolato Le sorelle Bettinelli, si era già messo in evidenza in passato. Un saggio per conoscere meglio il Festival, pubblicato da Carocci Editore, da non perdere. Buona lettura.                                                                                                     

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