“Gli innamorati immaginari” di Leonardo Petrillo

di / 8 febbraio 2012

Chi ne ha l’opportunità, in queste giornate di gelo, si metta un paio di scarponcini da neve e vada a vedere Gli innamorati immaginari. Alla fine, avrà altro da battere che non siano denti o ginocchia.
Lo spettacolo, in scena al teatro India fino al dieci febbraio e successivamente al teatro Tor Bella Monaca, è frutto di un laboratorio di perfezionamento sulla commedia dell’arte organizzato da Teatri di Roma e tenuto, fra gli altri, dallo stesso regista Leonardo Petrillo. Partendo da antichi canovacci, gli attori hanno lavorato interpretando a braccio ogni singola scena. Nel testo finale è depositato il meglio delle improvvisazioni nate in questo processo.
La storia è il familiare quadrilatero amoroso in cui ciascuno è innamorato della persona sbagliata. Con la giusta dose di artifizi e mistificazioni Pulcinella e Arlecchino otterranno l’indispensabile lieto fine per i loro padroni, con tanto di risoluzione dei numerosi equivoci d’identità.
Non si va però certo a vedere questo spettacolo ricercando l’originalità dell’intreccio; come dice Pulcinella: «Il testo è solo ’nu pretesto. Nun è ’a storia che dovete seguire, ma i personaggi. La nostra è ’na commedia d’attori…» E qui, infatti, a stupire è il dinamismo degli interpreti, l’eleganza del gesto, il ritmo comico che non dà tregua. Seguendo lo schema classico del teatro dell’arte, ciascuno degli otto protagonisti non ha più di tre ingressi in scena in ciascuno dei tre atti in cui è divisa la commedia. Ma se non sono sul palco, gli attori sono intorno a esso, musicando il testo, cantando, o anche solo sottolineando con effetti sonori gli eventi che si svolgono in scena. E lasciando lo spettatore a domandarsi di che marca di barrette energetiche facciano uso.
Petrillo rende vivo e illuminato tutto lo spazio scenico: la botola in cui cade un personaggio diventa il castelletto di un teatro di burattini, lo sguardo e la fantasia dello spettatore non sono mai lasciati a impigrirsi, ma vengono accompagnati dal grande al piccolo, da sopra a sotto il palco, dalla quinta agli squarci che vi si aprono, amplificando con continue giustapposizioni la vis comica del testo. Solo verso l’epilogo si ha la sensazione che l’impulso iniziale sia stato così forte da protrarre il cammino un po’ oltre il punto d’arrivo naturale della vicenda.
Lo spettacolo viene messo in scena da due diversi cast, i sedici giovani attori che hanno partecipato al corso. Nel gruppo sul palco sabato sera, senza nulla togliere agli altri, Giuseppe Pestillo nel ruolo di Pulcinella è stato mattatore prorompente, fulcro di tutte le tensioni della rappresentazione. Insieme a lui spiccavano per aderenza al personaggio e precisione Federico Passi e Chiara Spoletini.
Il consiglio è di vederlo non tanto e non solo per riscoprire le radici del nostro teatro, ma per godersi certe allegrie che per fortuna condividiamo ancora coi bambini, come quella per la neve.


Gli innamorati immaginari – ovvero chi si somiglia non si piglia
di Leonardo Petrillo
con Sara Putignano, Rosa Rongone, Pietro Quadrino, Savino Maria Italiano, Ivan Picciallo, Lelio Naccari, Federico Passi, Manuel Fiorentini, Caterina Fiocchetti, Viviana Picariello, Elisabetta Mandalari, Chiara Spoletini, Antonio Gargiulo, Giuseppe Pestillo, Valerio Amoruso, Luca Bondioli.

Roma, teatro India, fino al 10 febbraio; teatro Tor Bella Monaca dal 24 febbraio al 4 marzo.

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