“La scomparsa di Lauren Armstrong” di Gaia Manzini

di / 8 ottobre 2012

«Vigliacca. Che poi è un modo arrabbiato di dire nostalgica: assalita dalla nostalgia di gesti mai fatti. Rispondere no, non mi va, invece di usare la sua passività muta, in cui tutto scivola via, relazioni e parole, come accessori residuali».

Scomparire è facile soltanto per chi scompare; per chi rimane, la vita inevitabilmente cambia. L’esistenza della giovane doppiatrice Eva Loi è dovuta alla pura Fortuna – all’età di adolescente è rimasta l’unica superstite di un incidente aereo. La sua vita, adombrata da sensi di colpa non verbalizzati, procede anonima all’ombra di un rapporto amoroso poco felice con un fidanzato che a modo suo trova anche lui una via per evitare la realtà: ogni mese si inventa un nuovo hobby, tra giochi con spada laser e parkour, o escursioni che finiscono regolarmente con qualche arto ingessato; un fidanzato che viene scoperto da Eva mentre si masturba «come un adolescente […] davanti a dei fumetti». Anche il rapporto di Eva con Ella, sua madre, non è risparmiato da segreti, sentimenti e rimorsi repressi, fatto di comunicazioni difficili. Esiste tuttavia un posto dove Eva si sente nascosta, protetta e, la cosa più importante, sola e invisibile, dove riesce ad annulare se stessa senza ferire nessuno; è la sala di registrazione dove lavora – con la sua voce, infatti, dà vita a una grande star hollywoodiana, Lauren Armstrong.

Quando una mattina viene a sapere dal telegiornale che l’attrice americana scompare nel nulla, senza lasciare tracce di sé, Eva ne rimane terrorizzata perchè si trova – all’improvviso e completante impreparata – a dover affrontare la propria vita «senza corpo e senza volto».

La scomparsa di Lauren Armstrong, di Gaia Manzini è un romanzo che fa riflettere sul tema dell’esistere e dell’apparire e si snoda fra tre storie che parlano delle vite di tre donne: Eva, Ella, e Lauren Armstrong. Tre donne diverse che, ognuna a modo suo, scompaiono perché hanno deciso che la loro vita ha bisogno di una svolta.

Vent’anni prima della scomparsa della Armstrong, Ella, la madre di Eva, si trova in stazione per prendere il treno che l’avrebbe riportata da suo marito, e rimane affascinata da una completa sconosciuta che, salendo sul treno, perde il suo biglietto. Senza pensarci troppo, decide di seguire la donna, trovando un pretesto perfetto per dare retta alla voce che le ronza in testa da quando è uscita di casa quella mattina: scappare, partire per un paese sconosciuto. Ignora quella parte di sé che tenta di richiamarla all’ordine, e sale dunque sul treno per Berlino. Era il turbulento anno 1989, in cui anche la vita di Ella è cambiata drasticamente, tanto che vent’anni dopo si trova a fare i conti con sua figlia sul suo passato.

Chi non ha desiderato almeno una volta nella propria vita di progettare una fuga, reale o immaginaria? Ci si dimentica però, inconsciamente o meno, che ogni scomparsa comporta delle responsabilità che, per quanto scomode siano, diventano prima o poi l’ordine del giorno.

Eva Loi – che ha scelto un mestiere che le permette di scomparire quotidianamente, ma in una maniera tollerata, lecita – finisce per trovarsi, contro la sua volontà, ad affrontare le conseguenze delle fughe: di quella di sua madre, di quella della donna che le ha permesso di dare una apparenza fisica forte, sicura alla propria irresolutezza e, alla fine, di affrontare la sua stessa fuga.
 

(Gaia Manzini, La scomparsa di Lauren Armstrong, Fandango Libri, 2012, pp. 314, euro 15)

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