“Siamosolonoi” di Marco Andreoli

di / 15 gennaio 2013

C’è una grande cucina con un grande frigorifero e un grande forno; e in mezzo un grande tavolo, e sedie grandi, e scaffali che, per essere aperti, bisogna raggiungerli in punta di piedi sperando almeno di sfiorarne le maniglie con le dita. Ed è buio. Un buio profondo, che scava l’anima e rende inquieto chi lo respira: come certe storie di bambini raccontate a bassa voce, sotto le coperte, per non farsi sentire dai grandi. La luce intermittente di un albero di Natale illumina due sagome, una in piedi, l’altra adagiata, in una posa da bambola, sopra il grande frigorifero. Le due figure discontinue sussurrano misteriose storie di crociate e cavalieri, di combattimenti e stragi, di sangue e vendette, sciorinando immagini antiche che riempiono l’atmosfera di un’attesa spettrale. Si fa luce, di colpo, e le due sagome diventano materia e si mostrano nei loro panni di bambini, infrangendo così l’illusione di una cucina troppo grande, che diventa solo proporzionata alla loro età. Savino e Ada, Ada e Savino, un ragazzino e una ragazzina. Ma sono davvero due bambini? O sono degli adulti vestiti da bambini? E sono entrambi reali? Eppure, prima al buio si aveva come l’impressione che Ada fosse una bambola. Ma ora gioca e parla e si muove come un essere in carne e ossa, anche se a volte si blocca in una strana immobilità che di nuovo innesca il sospetto che, in fondo, non sia “reale”…

Ogni qualvolta Savino sembra distaccarsi dallo spazio protetto della cucina, lontano da tutto e tutti, Ada lo riattira a sé, cattura la sua attenzione raccontando storie magnifiche, magnetiche. E ogni volta che Savino è sul punto di perdersi nei meandri della sua mente, della sua anima oscura, Ada s’impossessa di quell’oscurità e la proietta sul volto cupo del cavaliere dei suoi racconti.

Il rapporto tra i due è incomprensibile: non si riesce mai a decifrarne fino in fondo la natura, e non appena si sta andando in una direzione, di colpo ci si arresta, per andare altrove. Ada vuole “trattenere” Savino per sempre, chiuso in quella cucina, e la sola idea che lui possa mettere il piede fuori dalla porta di quell’hortus conclusus la terrorizza a morte, la fa diventare rigida e quasi aggressiva, ironicamente spietata. Ada sa che Savino sarà suo e non la abbandonerà solo fino a quando lui non valicherà quella porta, che è simbolicamente passaggio all’età adulta, fine di un’adolescenza di giochi e spensieratezza. Al di là della cucina Savino s’interesserà ad altro e non ci sarà più spazio per Ada, che cesserà di “essere” e tornerà alla sua condizione reale di bambola.

Siamosolonoi, scritto da Marco Andreoli e frutto di una regia collettiva (Circo Bordeaux), è definito dall’autore stesso un «piccolo romanzo di formazione», che racconta come Savino trascorra gli anni della sua adolescenza insieme alla sua bambola, in un incessante ripetersi di eventi e circostanze a volte laceranti. Ma è soprattutto l’esperienza fondamentale dell’amore, che qui è sublimata nel rapporto di un bambino e della sua bambola che si fa carne – topos prettamente hoffmaniano e caro a tanta letteratura e cinematografia –, a fare da guida verso l’età adulta. Savino e Ada si amano di un amore ossessivo, che toglie il fiato e non lascia spazio al pensiero; un amore incomprensibile a loro stessi che è più forza primordiale, e che non sanno agire se non attraverso gli stilemi dell’amore coniugale, come a emulare una mamma e un papà di cui si avverte costantemente la feroce “mancanza”.

Magistralmente accompagnato dalle musiche originali di Teho Teardo (La ragazza del lago, L’amico di famiglia, Il Divo), e corredato dalle bellissime scene di Fabrizio D’Arpino, Siamosolonoi poteva davvero essere un piccolo gioiellino nel panorama desolante del teatro italiano, anche grazie alle belle interpretazioni di Michele Riondino e Mariasole Mansutti. Peccato che la scrittura, a tratti decisamente macchinosa, non sia ben calibrata nelle parti (i racconti risultano troppo lunghi e distraenti); e ancor di più che la storia sia infarcita di un’eccessiva quantità di temi e immagini che purtroppo restituiscono la sensazione che non fosse ben chiaro cosa si volesse davvero raccontare.

 

Siamosolonoi
di Marco Andreoli
regia di Circo Bordeaux
con Michele Riondino e Mariasole Mansutti

In scena a Roma, presso il Piccolo Eliseo Patroni Griffi, fino al 20 gennaio 2013.

Ulteriori date dello spettacolo:
Todi, Teatro Comunale, 26 Gennaio 2013
Bologna, Arena del Sole, 21-22 Marzo 2013
Milano, Teatro Franco Parenti, 3-7 Aprile 2013

 

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