“Helmut Newton. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes” al Palazzo delle Esposizioni

di / 12 marzo 2013

«Some people’s photography is an art. Mine is not. If they happen to be exhibited in a gallery or a museum, that’s fine. But that’s not why I do them. I’m a gun for hire».

Dal 6 marzo fino al 21 luglio a Palazzo delle Esposizioni, grazie alla collaborazione della Helmut Newton Foundation di Berlino, possiamo ammirare 180 scatti di uno tra i più innovativi e geniali fotografi di moda del XX secolo: Helmut Newton. La mostra prende il nome dai primi tre volumi che raccolgono le sue fotografie, White Women / Sleepless Night / Big Nudes, selezionate per noi dal curatore Matthias Harder.

La mostra, suddivisa in tre sezioni, accoglie le opere di queste sue prime raccolte e si trova al secondo piano del museo. Il curatore ha scelto di far parlare direttamente le foto, senza bisogno di un eccessivo sovraccarico di informazioni. L’allestimento tende a essere il più essenziale possibile, per dar spazio alle immagini e alla loro forza espressiva. Ci accoglie il colore viola delle pareti e una bellissima Elsa Peretti in “Bunny on the terrace of her apartment”, uno tra i primi scatti che lo rese celebre. La posa plastica, la maschera sul viso, il panorama di New York sullo sfondo e la pellicola in bianco e nero, sono l’emblema e la sintesi dello stile dell’artista. Precursore delle icone fashion tra gli anni ’70 e ’80, fotografa il nudo femminile per la prima volta in forma artistica e in chiave di emancipazione senza alcun tabù.
 


Negli scatti selezionati di White Women, la sua prima pubblicazione e prima sezione del percorso espositivo, troviamo la presenza ricorrente di tre modelle: Elsa, l’algida Roselyne e Laura, nude e statuarie, in pose che mettono in risalto non solo la loro bellezza fisica, ma anche la loro spiritualità. L’alternanza tra gigantografie e particolari in sequenza serve per farci esplorare e captare il filo conduttore “altro”, diverso da quello che sembra più semplice e appariscente delle riviste patinate che lo resero famoso, quello più intimo e personale, molte volte censurato o mai pubblicato perché troppo scandaloso.

Nelle foto scattate a Villa d’Este, un albergo sul lago di Como, c’è un uso predominante della pellicola colorata che fa risaltare il paesaggio incantato dal verde e blu acceso. Ritratti di volti noti della moda fotografati in angolazioni e pose rappresentative delle loro personalità, come Loulou de la Falaise allo specchio che si volta e guarda l’obiettivo. Newton usa lo specchio come un moderno Velázquez: superficie dove appare il riflesso dell’animo umano invece che quello delle sembianze fisiche.

Verso la fine della prima raccolta, sono state allestite le foto realizzate a Saint Tropez sul bordo di una piscina: «Una piscina ha un non so che di formale e riservato, incantevole specialmente di notte. Almeno in Europa una piscina è un bene di lusso al cui bordo possono accadere molte cose. È un luogo di mistero e incontri».

Nella seconda sezione, Sleeplees Night, veniamo avvolti dal blu delle pareti e siamo subito rapiti da “Over Paris”, spettacolare e gigantesca, dove, in un panoramico appartamento parigino che rievoca ambientazioni tratte da un film giallo-poliziesco, il personaggio principale è una bellissima modella nuda che si specchia e guarda il panorama dall’alto di una grandissima vetrata. Poi “Manhattan at Night”, “Central Park West” con le loro angolazioni insolite e mozzafiato.

Newton rappresenta spesso le stesse modelle negli stessi luoghi, ma in atteggiamenti diversi, usando lo specchio o la piscina come espedienti per rivelare il doppio e l’aspetto più segreto, intimo e nascosto dell’animo umano. Come, per esempio, le foto della famosissima Saddle ritratta in veste di dominatrice cavallerizza o come elegante modella. Anche in questa sezione ci sono ritratti di personaggi famosi e di stilisti, come i giovanissimi Karl Lagerfield, Yves Saint Laurent e Warhol.
 


Big Nudes, terza sezione della mostra, è ispirata ai manifesti usati dalla polizia tedesca per rintracciare gli appartenenti alla Raf: gli scatti sono centrali, quasi privi di ambientazione e gli unici protagonisti sono i maestosi corpi delle modelle. L’evoluzione e la trasformazione che negli anni ’70 del secolo scorso ha subito il corpo femminile, anche a livello sociale, è ben rappresentato attraverso la forza e la risolutezza dei nudi delle modelle.

“Self-Portrait with Wife and Models” è uno degli scatti più simbolici: oltre allo stesso Helmut, è presente anche la moglie seduta accanto a un grande specchio. La presenza dell’autore nell’opera ci rimanda a “Las Meninas”, come anche quella della moglie June, anche lei nota fotografa, che osserva il set, divenendone la sua rappresentazione filosofica. Nel suo voler essere un autoritratto, la foto sembra alludere a un punto che è necessariamente invisibile: lo sguardo del fotografo che lo organizza. Lo specchio è lo sguardo che esce dalla foto per mostrarci ciò che sta al di là della foto stessa, lo spazio reale e lo spazio del riguardante.
 


 

Helmut Newton. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes
Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194, Roma
6 marzo – 21 luglio 2013
Per ulteriori informazioni visitare il sito http://www.palazzoesposizioni.it

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