“Trans Europa Express” di Paolo Rumiz

di / 27 marzo 2013

Trans Europa Express (Feltrinelli, 2012) è un libro di viaggio. Il giornalista e scrittore Paolo Rumiz decide di affrontare un viaggio assurdo, all’inseguimento delle frontiere, un viaggio trasversale e fuori dagli schemi. L’oriente e l’occidente non importano più: Rumiz a sessant’anni decide di percorrere da nord a sud l’Europa, partendo dal confine russo-norvegese per arrivare fino a Odessa.

L’autore, triestino dunque già abitante di confini, ci accompagna con la traduttrice e fotografa Monika nel vero centro geografico dell’Europa. Il bagaglio è leggero, la velocità del viaggio è dunque alta e gli incontri numerosi, così come le difficoltà; ma è dalla velocità e dalle difficoltà che nasce la narrazione, questa è l’«equazione del viaggio». Dal nord della luce perenne, muto e gelido, i viaggiatori si spostano utilizzando i mezzi più disparati. Lo scrittore annota tutto ciò che vede e lo racconta con minuzia, a partire dagli scorci paesaggistici del grande nord, dal sole che mai tramonta e dalla vegetazione che stenta nella terra delle nobili renne. È difficile restare impassibili di fronte ai racconti di territori sconfinati e meravigliosi, oppure deturpati dagli eventi del Novecento; tutto viene narrato in modo vivido, è come essere sempre presente.

Rumiz, classe 1947, è un uomo d’altri tempi, viaggia da sempre ed è un osservatore attento, i suoi sono viaggi del corpo e dell’anima e ogni cambiamento nel mondo da lui amato è un fatto personale. L’autore ha una tendenza polemica e vagamente populistica verso l’ambiente e i suoi abitanti, la loro preservazione: per quanto il tema sia delicato e condivisibile la sua riproposizione ogni due o tre pagine alla lunga stanca e a un certo punto si ha come l’impressione di leggere dei borbottii vaghi. Ma il mondo del confine è talmente pieno e le persone che Rumiz incontra così diverse e meravigliose da restare rapiti già dal capoverso successivo; fabbriche, città, boschi, izbe, sinagoghe abbandonate, osterie, monasteri come corriere che percorrono strade nel nulla o treni dai biglietti coloratissimi e affollati di contrabbandieri, non vi sono dei non-luoghi nell’oriente di Rumiz.

L’autore chiama ogni regione con il proprio nome inviolato dalla geopolitica che ha diviso e unito senza criterio, senza far caso agli abitanti, alle etnie miste e alle culture nascoste e quasi dimenticate; passando i confini si ritrovano in luoghi dagli echi fantastici quali la Carelia, la Masuria, la Rutenia. In Trans Europa Express Paolo Rumiz ci fa abbandonare qualsiasi comodità turistica, ci fa scappare dalla grande, eguale mediocrità del Globale per cercare i frammenti dell’esplosione degli imperi d’oriente. Soprattutto fa bene ciò che ogni libro di viaggio credo debba fare: fa scoprire, vedere e sentire pur restando distanti, col proprio libro fra le mani; e non è poco.

(Paolo Rumiz, Trans Europa Express, Feltrinelli 2012, pp. 240, euro 18)

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