“Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia” di Giuseppe Rizzo

di / 13 giugno 2013

Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia di Giuseppe Rizzo (Felitrinelli, 2013) ha un titolo che gioca a ingannare. Perché la piccola guerra è fatta per radere al suolo “una certa” Sicilia: lo stereotipo della piccola cittadina della provincia siciliana in cui la mafia la fa da padrona sembra ormai un cliché, ma chi in questi piccoli paesi di provincia ci è nato e cresciuto lo sa che non è soltanto qualcosa da raccontare agli amici del continente. È una storia che conosci a memoria, è la storia di Lortica, il paesino immaginario in cui Rizzo ambienta il romanzo, ma potrebbe essere quella di molti altri comuni siciliani, o calabresi, o pugliesi, o campani.

In questa storia però ci sono dei personaggi che si ribellano, in un modo tutto loro, scanzonato, da ragazzi di paese, che però nel momento in cui sono andati via dall’isola hanno scoperto un mondo nuovo.

La disillusione nelle parole di Osso, Gaga e Pupetta è fortissima. Sono convinti che la loro terra sia spacciata, che niente e nessuno la possa risollevare, che le famiglie mafiose (che si susseguono di generazione in generazione) continueranno ad agire indisturbate grazie alle connivenze politiche e militari.

Tuttavia, l’amarezza che pervade i protagonisti a un certo punto è travolta dagli eventi: questi ragazzi non sono eroi, non credono nemmeno che la figura dell’eroe possa esistere in una condizione sociale come quella siciliana, eppure si oppongono a quello che li circonda arrivando a rischiare moltissimo.

La trama è semplice: tre ragazzi nati in un piccolo paesino della provincia di Agrigento, ma residenti ormai altrove, si ritrovano al paese per fare uno scherzo goliardico al sindaco. Complici gli amori passati e gli amori futuri di uno dei protagonisti, si troveranno ben presto a scoprire i traffici illeciti in cui sono implicati il sindaco, alcune famiglie mafiose e vari imprenditori del luogo. Cosa riusciranno a fare lo lascio scoprire alla curiosità del lettore, ciò che è importante segnalare è l’estremo realismo di questo romanzo seppure narri una storia per molti versi assurda.

Giuseppe Rizzo ha praticamente la mia età, viene da un posto abbastanza vicino a quello da cui vengo io. È forse anche per questi motivi che in Piccola guerra lampo ho apprezzato molto il racconto di una storia ambientata in luoghi che molti possono riconoscere come vicini alla propria memoria. I tre protagonisti del romanzo potrebbero senza dubbio essere tre dei miei amici che, per ragioni analoghe, sono sparsi per il mondo, e sono sicura che assomigliano alla parte più autentica di ciascuno di noi. Questo il grande merito di Rizzo: ha sapientemente creato una storia molto romanzata in una cornice dura e reale come solo il posto da cui provieni e che, volente o nolente, chiami casa sa essere.

Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia va letto non solo da trentenni siciliani emigrati, come i protagonisti, ma da chi vuole calarsi nella lettura, magari tutta d’un fiato, di una storia in cui chiunque può trovare una parte di sé, della propria vita e delle proprie origini. Qualsiasi esse siano.


(Giuseppe Rizzo, Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia, Feltrinelli, 2013, pp. 288, euro 14)

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