“Betty Page. La vita segreta della regina delle pin-up” di Lorenza Fruci

di / 5 agosto 2013

Betty Page. La vita segreta della regina delle pin-up (Giulio Perrone Editore, 2013) fa il suo ingresso in libreria, sotto il segno della penna di Lorenza Fruci, a novant’anni dalla nascita dell’icona americana.

Dando forma alla prima biografia italiana sull’argomento, la Fruci ripercorre la vita della pin-up più popolare dell’America puritana degli anni Cinquanta. Lo fa con un testo leggero ma non approssimativo, ricco di fonti e riferimenti cui attingere nel caso venisse voglia di approfondire l’argomento. L’esistenza di questa icona ci scorre davanti, dall’infanzia fino alla morte, attraverso un racconto lineare e pulito, scorrevole, che finisce per appassionare – a tradimento – anche chi non nutre interesse per l’argomento. Perché in fondo è la vita di una donna, la storia di un’infanzia, di un’ambizione, poi di un declino: il lettore incontra prima la donna e poi il personaggio, così che le due figure finiscono per confondersi e influenzarsi a vicenda mano a mano che la popolarità cresce e poi scema.

Sicuramente a questa figura va attribuito il merito di avere affrontato con ironia e disinvoltura temi che, nel suo contesto storico e culturale, erano tabù, lasciando al futuro migliaia di scatti che rappresentavano non solo una bellezza formosa, ma anche universi sessuali fortemente stigmatizzati, come il sadomaso ed il bondage. E senz’altro alla Fruci va riconosciuto il merito di avere messo insieme tutti i pezzi, dando uniformità a una Betty Page a tutto tondo, pregi e difetti, solidarietà e convenienze, fama e arresto per pornografia, senza privilegiare determinati aspetti a sfavore di altri.

Su Betty Page è stato detto moltissimo: che fosse una pin-up, che rappresentasse le comunità di sesso estremo, che facesse burlesque. La scrittrice non sposa nessuna di queste visioni, comprendendo che una personalità intera non può essere relegata a una sola categoria predeterminata. Piuttosto, ne narra l’esistenza da un punto di vista soggettivo, umano, che incontra una visione di costume, senza dare giudizi. L’appendice fotografica, ricca e curiosa, pare riflettere la scelta, ospitando immagini eterogenee che vedono affiancarsi sorrisi puliti, nudi, frustini, giovinezza e atti giudiziali.

Del resto, rifletteva bene Jesús Marchamalo nell’affermare che nelle librerie di chiunque ci sono sempre, inspiegabilmente, alcuni testi impensabili, di cui talvolta ci si vergogna, così che fra i vari Proust, Tolstoj, Joyce fa capolino all’improvviso un manuale di giardinaggio o un libro su Sex and The City. In fondo, un vero lettore non si priverebbe mai del piacere della lettura, condannandosi a un unico genere, a un’unica qualità: ci sono fiabe che valgono i più grandi capolavori russi.


(Lorenza Fruci, Betty Page. La vita segreta della regina delle pin-up, Giulio Perrone Editore, 2013, pp. 290, euro 16)

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