“Dieci giorni da Beatle” di Sergio Algozzino

di / 25 settembre 2013

Può un sogno diventare un incubo? Può il desiderio più bello tramutarsi in tenebra? Basta vedere cosa è successo a Jimmy Nicol per avere la risposta affermativa. Cosa? Non sapete chi sia? Ma come: era uno dei Beatles! O meglio: lo è stato solo per dieci giorni. Poi il sogno – o l’incubo – è finito.

Il periodo è stato però sufficiente per permettere a Sergio Algozzino di disegnare la bellissima graphic novel Dieci giorni da Beatle. Algozzino, qui disegnatore ma anche autore del soggetto e della sceneggiatura, ha più volte regalato il suo tratto a vicende riguardanti il mondo della musica: da Ballata per Fabrizio De Andrè (Becco Giallo, 2008), all’episodio su Ozzy Osbourne nel recente Hellzarockin’, sempre per Tunué.

Difficile quindi che un amante del rock non si conceda almeno una volta alla band per eccellenza e allo sterminato bacino di storie –  e leggende – che la riguardano. Agozzino – con la dedizione del fan e la precisione del narratore – ne sceglie una tra le più sconosciute, ma non per questo meno intriganti. Ovvero quella che ruota attorno a Jimmy Nicol, rispettato batterista session-man di alcune band degli anni Sessanta, che dopo aver suonato nel disco Beatlemania, viene scelto da George Martin per sostituire il malato Ringo Starr per alcune date del tour dei Beatles del 1964. Sì, lo so: sembra incredibile, ma se andata a cercare su internet, troverete tutte le prove fotografiche.

 

 

Una vicende del genere permettere all’autore di sfogare tutto il suo eclettismo stilistico. Il tratto è sempre finalizzato a rendere al massimo l’espressività dei protagonisti, riuscendo sempre a mostrare le tante e contrastanti emozioni e i pensieri di Jimmy Nicol e la complessità dei personaggi che incontrerà.

L’inizio è degno del più nostalgico e struggente degli amarcord: negli anni Ottanta due ragazzi entrano in un negozio di dischi. Uno dei due – fan sfegatato dei Fab Four – è euforico dell’acquisto: Revolver. Il fato vuole che il negoziante lo indirizzi verso quel signore in disparte con i dischi dei Beatles. Il motivo? Quello laggiù ha suonato con la band di Liverpool…

Cedendo poco alla volta alle richieste del giovane appassionato, Nicol racconterà la sua storia fatta di luci e ombre intensissime. Qui Algozzino dà il meglio di sé nell’inventarsi le soluzioni grafiche migliori e più originali, mostrando la scissione emotiva del protagonista. Analizzando in maniera cinica la giostra itinerante chiamata “Tour dei Beatles”, l’autore mostra lo spaesato batterista passare dall’euforia incontenibile dovuta alla possibilità di suonare con i suoi miti (e in contemporanea con la band più famosa della storia) e la delusione e l’amarezza nel constatare alcune realtà di quel mondo.

Il suo punto di vista sarà uno sguardo inedito sulle figure più celebrate del rock. E considerate che Nicol vive tutto sapendo anche la data di scadenza di quel sogno, che durerà fino al ritorno di Ringo. Alla fine del libro l’autore ci tiene però a spiegare che non si tratta di una biografia di Nicol. È più il suo modo di togliere dall’ombra della memoria una vicenda poco famosa che l’ha sempre affascinato. Una storia che, per quanto sempre sminuita dallo stesso Nicol, farà sempre parte di un mito più grande di lui.

(Sergio Algozzino, Dieci giorni da Beatle, Tunué, 2013, pp. 96, euro 13,70)

 

 

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