“Il soccombente ovvero il mistero di Glenn Gould”, regia di Nadia Baldi

di / 28 novembre 2013

Il soccombente ovvero il mistero di Glenn Gould è tratto dal romanzo Il soccombente, che fa parte della trilogia sulle arti – gli altri sono A colpi d’ascia e Antichi maestri – che l’autore austriaco Thomas Bernhard scrisse tra il 1983 e il 1985.

Opera in parte autobiografica affianca a personaggi di fantasia, figure di eccellenti musicisti quali Vladimir Horowitz (1903 – 1989), pianista e compositore russo di origine ucraina, e Glenn Herbert Gould (1932 – 1982), pianista, compositore, clavicembalista e organista canadese. Quest’ultimo, soprattutto, ricordato per le sue registrazioni di Bach, per la sua eccezionale tecnica e la sua sensibilità.

Nella riduzione di Ruggero Cappuccio per la regia di Nadia Baldi, un anziano e fallito musicista cavalca a perdifiato il ricordo dell’amicizia fatale tra sé, Wertheimer e l’inarrivabile Glenn Gould nata durante un corso di perfezionamento pianistico tenuto dal maestro Horowitz al Mozarteum di Salisburgo.

Seppur parimenti ammessi alla vicinanza del celebre maestro, quando Wertheimer e il narratore sentono per la prima volta le Variazioni Goldberg suonate da Gould, vengono posti di fronte alla consapevolezza che li tormenterà per il resto della vita. I due comprendono istantaneamente, infatti, il genio del canadese e sono costretti ad ammettere di non essere in grado di reggere il suo confronto e sperare di diventare, nel futuro, i virtuosi del pianoforte che avrebbero voluto. La coscienza della mediocrità minerà irrimediabilmente il futuro di entrambi. Abbandonati gli studi pianistici saranno continuamente divisi, nella loro vita adulta, tra il richiamo ossessivo del pianoforte e l’incapacità di misurarsi con esso al livello dell’amico; una lacerazione a cui non sopravvivranno.

Questa complessa opera sull’invidia, sull’ossessione, sull’ambivalenza dei sentimenti, sull’esperienza della musica, sul genio e il suo fatale isolamento, viene affidata completamente alle parole. Il verbo, incalzato dall’ossessivo «pensai» del contrappunto femminile inedito al racconto rappresentato da Maria Sorrenti, è quasi ridondante ed eccessivo nel ritmo incalzante e continuo, senza pause, senza respiri, simile a quello delle Variazioni Goldberg.

Ad ascoltare questa opera per clavicembalo composta fra il 1741 e il 1745, vengono in mente i “trilli” che Roberto Herlitzka, vincitore quest’anno del Nastro d’argento alla carriera e del David di Donatello, replica piegato sugli sgabelli per pianoforte distribuiti sul palcoscenico, curvo come appare lo stesso Gould nelle immagini che di lui ci restano.

Il soccombente ovvero il mistero di Glenn Gould è un esperimento colto e ricco di citazioni che non si offre a un pubblico ampio. Richiede pazienza ed esercizio, ma paga rinfocolando il tormento passionale nello spettatore educato alla musica e istillando curiosità in quello meno preparato.
 


Il soccombente ovvero il mistero di Glenn Gould
riduzione di Ruggero Cappuccio
regia di Nadia Baldi
con Roberto Herlitzka
e con Marina Sorrenti

Prossime date:
Roma – Teatro Eliseo dal 12 novembre al 8 dicembre
Milano – Teatro Franco Parenti dal 8 al 19 gennaio
Asti – Teatro Alfieri 21 gennaio
Salerno – Teatro Antonio Ghirelli dal 30 gennaio al 2 febbraio

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