“La letteratura tamil a Napoli”
di Alessio Arena

La storia di un gruppo di indipendentisti romantici in salsa asiatico-partenopea

di / 5 febbraio 2015

La letteratura tamil a Napoli di Alessio Arena (Neri Pozza, 2014) è un libro davvero strano, popolato da personaggi idealisti, nostalgici e talvolta pure un po’ esaltati. Siamo a Napoli, sì, ma nei sotterranei della città, che pulsano e fermentano per le conversazioni e i progetti dell’Accademia dei sotterranei, esempio singolare di casa di produzione letteraria tamil-partenopea. Nel sottosuolo urbano, infatti, un gruppo di intellettuali militanti srilankesi lavora operosamente al ripristino del patrimonio libresco della biblioteca di Jaffna, andato perduto in un incendio doloso ad opera delle forze governative singalesi.

Uniti dalla malinconia di una patria lontana, sfinita dalla guerra civile, e disorientati dalla morte del capo delle Tigri Tamil Velupillai Prabhakaran, guida spirituale in tuta mimetica del movimento per l’indipendenza del Tamil Eelam, i Tamil di Napoli vivono per onorare e commemorare la causa di liberazione del nord-est dello Sri Lanka, e si dichiarano pronti a farsi esplodere per far conoscere alla città la propria storia di esilio e sottomissione al popolo singalese.

Nel ventre occulto di Napoli, questa comunità fatta di individui eccentrici e sognatori ha creolizzato credenze e simboli partenopei dando vita a un nuovo microcosmo culturale dove santi con quattro braccia, madonne con proboscidi, statuette cristiane con gli occhi segnati dal kajal e Buddha con la mitra e i paramenti vescovili di San Gennaro proteggono gli adepti asiatico-campani. La città tutta sembra risentire delle influenze di questo lento sobbollire di ambizioni e idee nelle viscere urbane, vista la crescente popolarità della pizza al curry e peperoncino e la conversione al buddismo del sindaco Iervolino. Addirittura, si mormora che nel cuore del Vesuvio sia custodita una goccia del sangue di Siddhārtha Gautama, che sancisce un connubio radicale tra Napoli e il Tamil Eelam.

Indubbiamente, l’idea di fondo contenuta nell’opera di Alessio Arena è geniale, nel suo non assomigliare a nulla che sia già stato scritto. La letteratura tamil a Napoli è diviso in dieci capitoli tante quante sono le reincarnazioni di Vishnu, e ognuna di queste parti osserva uno stile di scrittura impeccabile, smagliante per perfezione tecnica.

Eppure, la lettura risulta faticosa: la mancanza voluta di una trama appesantisce una narrazione troppo intenzionata a stare al passo con il mondo carnevalesco che racconta. Tutto quell’oscillare tra misticismo orientale e opera buffa disorienta, e se va riconosciuta sincera ammirazione alla capacità dell’autore di disciplinare un intreccio febbricitante in una struttura stilisticamente perfetta, bisogna anche ammettere che, terminato il libro, il disordine appositamente creato nella mente del lettore lascia una spiacevole sensazione di scompiglio.

(Alessio Arena, La letteratura tamil a Napoli, Neri Pozza, 2014, pp. 240, euro 17)

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LA CRITICA

Un romanzo dallo stile impeccabile, nel quale misticismo e trivialità si corteggiano di continuo a discapito, però, della struttura narrativa.

VOTO

6,5/10

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