“Citizenfour” di Laura Poitras

Il documentario premio Oscar che ha sconvolto il mondo

di / 1 maggio 2015

Nel gennaio del 2013 la documentarista statunitense Laura Poitras riceve una mail criptata da un mittente sconosciuto. L’anonimo si firma Citizenfour e sostiene di essere in possesso di informazioni esclusive sulle intercettazioni illegali ai danni di cittadini comuni compiute dalla National Security Agency (NSA) per conto del governo degli Stati Uniti. Poitras e Citizenfour si scambiano un po’ di mail, poi si accordano per incontrarsi all’hotel Mira di Hong Kong, dove Citizenfour è rifugiato in un esilio volontario e di sicurezza. Agli incontri prende parte anche Glenn Greenwald, giornalista investigativo del Guardian che era già stato contattato da Citizenfour nel 2011, e il reporter esperto in materia di intelligence Ewan MacAskill.

Citizenfour è Edward Snowden, l’addetto informatico che ha sconvolto gli Stati Uniti e il mondo intero rivelando le pratiche illegali dell’NSA, e dei governi conniventi, per raccogliere informazioni sul più ampio numero possibile di cittadini americani e del mondo attraverso un sistema di controllo delle telefonate, delle comunicazioni mail, delle ricerche internet. Nel 2013 Snowden aveva ventinove anni, lavorava come addetto ai sistemi per la Booze Allen Hamilton, una società di tecnologie digitali collegata all’NSA, nella loro sede alle Hawaii. In precedenza aveva già ricoperto incarichi informatici per la CIA. Snowden svolgeva il suo lavoro venendo in contatto ogni giorno con una mole di informazioni al di là della classificazione top secret del governo degli Stati Uniti. Aveva accesso privilegiato a tutte le risorse che voleva per fare il suo lavoro. È proprio per questo, per l’aver avuto ogni giorno davanti agli occhi gigabyte su gigabyte di informazioni esclusive dell’NSA che Snowden a un certo punto ha capito che non poteva più fare quello che stava facendo. Non si trattava di sorvegliare potenziali minacce alla popolazione statunitense: lo scopo dell’agenzia era diventato quello di monitorare tutti i flussi di comunicazione sul territorio americano. Così, un giorno che la sua fidanzata era fuori, ha preso tutto quello che poteva raccogliere, ha lasciato un biglietto in cui diceva solo che doveva partire per lavoro, ed è sparito dalla circolazione. Dalla Booze Allen Hamilton era riuscito a ottenere un congedo per malattia. In qualche modo è riuscito ad arrivare a Hong Kong e da lì è entrato in contatto con Laura Poitras.

Citizenfour non è la ricostruzione per il cinema della storia di Snowden:  è la storia di Snowden. Tutto quello che viene mostrato, le rivelazioni, le interviste, i dialoghi, stanno accadendo in quel momento. L’identità di Edward Snowden si rivela per la prima volta sullo schermo, noi vediamo Snowden nella sua camera di albergo mentre prepara la videointervista che consegnerà la sua immagine di bravo ragazzo (faccia pulita, occhiali, aria timida) al mondo. Noi vediamo Snowden guardare sé stesso in televisione, guardare i telegiornali che parlano di lui. Più che un documentario, Citizenfour è un documento, la prova di un momento incredibile e inquietante della storia della sicurezza della più grande potenza del mondo e del suo rapporto con gli altri governi e le loro popolazioni. Perché l’NSAgate, come poi è stato chiamato, coinvolge anche il Brasile, il Regno Unito, ha portato a un’indagine diretta da parte del Parlamento europeo, ha smosso il governo tedesco. Insomma, è una rete che coinvolge tutto il mondo.

Laura Poitras è stata scelta da Edward Snowden per i suoi lavori precedenti. Citizenfour arriva come momento conclusivo di una trilogia ideale sulle paranoie e le ossessioni per la sicurezza negli Stati Uniti nel dopo undici settembre che era iniziata con My Country My Country del 2006 e proseguita con The Oath nel 2010. Proprio per questi due lavori, Poitras era già tenuta sotto controllo dalle autorità statunitensi al punto da essere stata inserita nella lista degli osservati speciali del dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti dopo aver completato My Country My country. Con Citizenfour, Poitras è riuscita ad andare oltre la forma pura e semplice del documentario e a impreziosire la narrazione cinematografica con elementi di fiction, presi dal thriller e dallo spionaggio, inseriti con intelligenza nel montaggio delle immagini. C’è tensione quando Snowden stacca il telefono della stanza del Mira e spiega ai giornalisti che potrebbero essere intercettati via cavo, che si può fare con i telefoni moderni, e subito dopo l’allarme antincendio comincia a suonare. C’è un’ironia rassegnata in Snowden, uomo semplice che ha deciso di parlare rischiando la vita, distruggendosi la vita, perché era stanco di vedere scorrere sul suo monitor le immagini dei droni statunitensi che spiano vite qualunque, quando si prepara a uscire dall’albergo per la prima volta in quasi dieci giorni.

Fa riflettere tanto, Citizenfour, e fa arrabbiare. «Quelle che un tempo chiamavamo autonomia e libertà sono diventate “diritto alla privacy”, e comunque vengono calpestate ogni giorno», lo dice Jacob Applebaum, un hacker coinvolto anche nell’altra grande rivelazione di documenti riservati, Wikileaks.

Oggi Edward Snowden ha ottenuto asilo a Mosca, dopo aver dovuto lasciare Hong Kong per una richiesta di estradizione da parte di Washington. Negli Stati Uniti c’è un mandato di cattura ad attenderlo. Nella parte finale di Citizenfour, Poitras e Greenwald vanno a trovarlo in Russia. Sono loro adesso a dargli informazioni su quello che ha reso possibile, sono loro, adesso a comunicare con lui solo per scritto, su pezzi di carta che poi vengono strappati, anche se sono lì, uno di fronte all’altro. Adesso è Snowden a non credere a quello che gli dicono, a guardargli stupito, ad alzare lo sguardo e a guardare in camera come a chiedere una conferma allo spettatore, a tutti noi.

(Citizenfour, di Laura Poitras, 2014, documentario, 112’)

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LA CRITICA

Troppo spesso la contemporaneità viene ignorata più della storia. Edward Snowden è un uomo qualunque che ha avuto il coraggio di rinunciare a quello che aveva per rivelare al mondo qualcosa  di incredibile. Il minimo che noi possiamo fare è andare a vedere il film della sua storia.

VOTO

9/10

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effe

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