Un’estate lunga un libro

O più di uno, si spera

di / 4 agosto 2015

Agosto è arrivato, in molti andremo finalmente in ferie e avremo l’occasione per leggere un po’ di più per provare a svuotare, una volta per tutte, quel comodino o quello scaffale su cui durante l’anno si sono accumulati i libri in attesa di essere letti. Noi di Flanerí vogliamo segnalarvi le nostre intenzioni di lettura per il mare (o la montagna, o la città). Sentitevi liberi di prendere spunto.

 

Dario De Cristofaro – Direttore editoriale

Lo ammetto candidamente, a costo di sembrare antipatico, cosa fare d’estate non è mai stato un problema per me: ogni anno, da quando sono tornato a vivere a Roma, mi rifugio dai miei, all’Isola d’Elba, luogo che mi ha visto crescere dai due ai diciannove anni. Non mi importa di fare programmi, solo pasti sostanziosi, riposo e un buon numero di libri da alternare alla lettura di manoscritti inediti da valutare, che ormai da qualche tempo mi seguono ovunque vada. Ed ecco dunque la lista per questo “crudele” agosto: Enciclopedia dei morti di Danilo Kiš (Adelphi), L’invasione di Ricardo Piglia (Sur), La sesta estinzione di Elizabeth Kolbert (Neri Pozza), New Italian Epic di Wu Ming (Einaudi) e La notte della cometa di Sebastiano Vassalli (Einaudi). Confesso di essermi trattenuto, ma con la speranza di pescare qualche altro buon titolo nelle bancarelle estive di remainder che si incontrano in riva al mare.

Giulia Zavagna – Responsabile redazione InLibreria

Dopo un periodo passato a leggere libri quasi esclusivamente per lavoro, voglio approfittare delle vacanze per quelle letture che da troppo tempo mi attendono sul comodino. Tra i romanzi, voglio assolutamente recuperare Il posto di Annie Ernaux, uscito l’anno scorso per L’Orma, e Scarti di Jonathan Miles (minimum fax). Purtroppo leggo sempre meno libri italiani di quanto vorrei, quindi ho deciso ritagliarmi il tempo anche per Panorama di Tommaso Pincio (NN editore). Se poi in ferie trovassi anche un po’ di fresco, mi piacerebbe alternare la narrativa alla lettura di un saggio, e ho scelto Mai più come ti ho visto di Massimo Bocchiola (Einaudi), sulla traduzione letteraria. Per finire, infilerò in valigia La distanza, il graphic novel di Baronciani e Colapesce (BAO Publishing), che voglio leggere sulla via del ritorno, nel disperato tentativo di prolungare almeno un po’ quest’estate cortissima.

Luigi Ippoliti – Responsabile redazione Musica

Passerò i primi venti giorni di agosto dall’altra parte del mondo, non so quanto spazio avrò in valigia, non so quanto tempo avrò e vorrò concedere alla lettura, ma qualcosa porterò sicuramente con me. Ultimamente ho letto una bellissima raccolta di racconti del 2006 passata forse un po’ troppo i sordina, L’amore e altre forme d’odio di Luca Ricci (Einaudi), e mi sto mangiando le mani perché pensandoci, a posteriori, sarebbe potuta essere un’ottima compagna di viaggio. Quindi è probabile che punterò tutto su un paio di libri che ancora non ho – colpevolmente – letto: quello che sarà il mio primo libro cileno, I miei documenti di Alejandro Zambra (Sellerio), e un romanzo americano da cui mi aspetto moltissimo per quanto ne ho sentito parlare bene, Nel mondo a venire di Ben Lerner (Sellerio). Magari così le tredici ore di viaggio in aereo risulteranno meno interminabili.

Chiara Gulino – Redattrice

Io ho un maledetto difetto, quello, appena avvisto una libreria, di entrarci in qualsiasi circostanza mi trovi e non uscirne mai a mani vuote anche se non so quando poi leggerò quei libri freschi d’acquisto perché per lavoro devo stabilire delle priorità. Per questo benedico e approfitto delle pause, come quella estiva, per dare una smazzata alla pila che nel frattempo si è accumulata sul mio comodino. Innanzitutto vorrei finire di leggere la quadrilogia de L’amica geniale (E/O) per cercare di capire chi si nasconda dietro il nome di Elena Ferrante e darmi una motivazione del successo internazionale di una storia di amicizia al femminile ben raccontata ma che non riesce ancora a farmi scattare quella scintilla che grida al capolavoro (e sto al terzo volume…). Poi proseguirei con il Premio Strega Giovani di cui tutti parlano un gran bene, Fabio Genovesi, con il suo Chi manda le onde (Mondadori). Visto il periodo che sto attraversando mi butterei sul mistico. In radio ho sentito parlare di un saggio di Hugo Ball, definito «dadaista convertito», una conversione etica ed estetica prima che religiosa e filosofica, che mi ha molto incuriosita, Cristianesimo bizantino (Adelphi), sulla vita di tre santi esemplari: Giovanni Climaco, Dionigi l’Areopagita e Simeone Stilita. Infine visto che quest’anno per vari motivi non andrò da nessuna parte in vacanza, vorrei perdermi per i boulevard di Parigi alla ricerca di Dora Bruder, la ragazzina di 15 anni scomparsa al centro del romanzo Dora Bruder (Guanda) del Premio Nobel Patrick Modiano, immaginando anch’io di vedere ad ogni angolo la sua figura e rivivere quel tempo lontano e drammatico.

Francesco Vannutelli – Responsabile redazione Cinema

Ultimamente sto leggendo molta letteratura italiana contemporanea, tra recuperi e nuove uscite. Ho finito da poco Il caso Vittorio di Francesco Pacifico (minimum fax), e L’età dell’oro di Edoardo Nesi (Bompiani). Adesso sto leggendo Era di maggio di Antonio Manzini, quarto capitolo delle storie del vicequestore Rocco Schiavone, appena pubblicato da Sellerio, dopo vorrei passare a Cartongesso di Francesco Maino (Einaudi). Avrei ancora da recuperare il premio Strega La ferocia di Nicola Lagioia (Einaudi), e spero di farcela, ma ce l’ho in digitale e non mi piace leggere in digitale. In temi di recuperi, non più italiani, da tempo mi aspetta Che Dio ci perdoni di A.M. Homes (Feltrinelli) e conto di leggerlo mentre sono in giro. Sicuramente mi porterò appresso anche La mela di Cézanne e l’accendino di Hitchcock, un saggio di Antonio Costa (Einaudi) sull’uso dei simboli nel cinema, ma è molto probabile che mi limiterò a fagli prendere un po’ d’aria di mare.

Carlotta Colarieti – Editor junior di effe

Quella di noi lettori è una razza strana: siamo persone sempre troppo cariche di aspettative. Assomigliamo a quegli ingenui divoratori compulsivi di programmazione televisiva che troppo spesso finiscono col pensare che il personaggio comico della loro sit-com preferita sia, in effetti, una persona realmente simpatica. Con i libri ci accade lo stesso: c’è sempre una recensione, una casa editrice, un consiglio o una biografia dell’autore a dirci che quel libro è il nostro libro. Insomma, che lo si voglia oppure no, alla lettura non si arriva mai vergini. Lo capisco solo ora che per lavoro mi capita di leggere manoscritti inediti di autrici e autori esordienti, come dire appuntamenti nel buio più pesto. Anche quest’estate la trascorrerò in compagnia di questi testi stampati e rilegati in spirali di plastica, senza copertina, senza riferimenti bibliografici, senza presentazioni altrui. Sarà un’estate all’insegna della scoperta: come un conquistador appena sbarcato pianta la sua bandiera su una terra sconosciuta, io, comodamente seduta e armata dell’immancabile penna rossa, sarò la prima a valutare, a trovare connessioni e a ipotizzare riferimenti. Al di là del lavoro però, rimango pur sempre una lettrice in vacanza, non immune al fascino di ciò che è stato detto intorno a un libro o a un autore, e per questo ho preparato la mia pila di libri che già so non riuscirò a leggere in tempo per l’estate, come ogni estate: Il condominio di James Ballard (Feltrinelli), Il defunto odiava i pettegolezzi di Serena Vitale (Adelphi), Cecità di Josè Saramago, Metroland di Julian Barnes (Einaudi), Uomini senza donne di Murakami Haruki (Einaudi), Ricordami di di Yves Pagès, (L’Orma)

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