“Cattivi ragazzi”
di Veruska Rossi e Guido Governale

Istruzioni per nati tondi che vogliano diventare quadrati

di / 29 ottobre 2015

Massimo, Vincenzo, Gaetano, Giacomo, Amid, Gabriele e Fabian sono sette adolescenti come tanti. Ragazzi di nemmeno diciotto anni che nascondono goffaggine e fragilità dietro strafottenza e arroganza e lottano per dimostrare di essere e di valere qualcosa con rabbia e aggressività. Niente di strano, se non che i sette sono rinchiusi dietro le sbarre di un carcere minorile.

Quale carcere non importa, uno come tanti, esemplificativo, come lo sono loro, di un campionario di violenza per la quale hanno sacrificato tanto la libertà quanto i nomi trasformandosi nel Romano, nel Milanese, nel Napoletano, nel Siciliano, nel Libico, nel Rumeno e nel Topo.

Cattivi ragazzi, soli e spaventati che Giuseppe, ferito nel corpo e nel cuore, un professore buono che ricorda ora la Pfeiffer di Pensieri pericolosi, ora il Williams di L’attimo fuggente, riesce a raggiungere e a restituire, anche se per pochi momenti al giorno, al proprio futuro.

All’inizio non è semplice, il branco non si fida, lo respinge, quei banchi che il professore vorrebbe in circolo, accoglienti, gli vengono risistemati in ordine di fronte, come una trincea o una barricata. Il professore deve imparare prima di poter insegnare a leggere (e scrivere) la vita, deve ricordare che quelli sono bambini in prigione e, solo quando avrà smesso di nascondere la prigione dietro libri e programmi e l’avrà accettata, gli verrà permesso di raggiungere il cuore del branco, di trovare i bambini, e così mondare la colpa innocente di non aver saputo, bambino, salvare il proprio fratello.

Una storia semplice e lineare, bella perché Rossi e Governale evitano con accuratezza di peccare di buonismo. Tutti i colpevoli devono scontare una pena e «la riscoperta della parte buona di ogni protagonista passa per l’accettazione del proprio errore, cosa che deve avvenire senza lasciarsi sopraffare dalla rassegnazione».

Divisi in due cast che si alternano, i giovani attori della Compagnia Omnes Artes reggono il palco con straordinaria professionalità e verità, tanto da marginalizzare anche Montanari – ma non c’è demerito da parte di quest’ultimo. Del resto, non c’è da stupirsi: nel campo visivo degli adolescenti, quello che il pubblico adotta quando viene invitato ai convegni notturni che i prigionieri improvvisano tra una sigaretta e un sogno pieno di sangue, insegnanti, genitori e adulti sono figure sempre apparentemente marginali.


Cattivi ragazzi
di Veruska Rossi e Guido Governale
regia di Veruska Rossi e Guido Governale
con Francesco Montanari, Andrea Amato, Veronica Benassi, Federico Bizzarri, Francesco Buccolieri, Giovanni Crisanti, Ileana D’Ambra, Manfredi Di Placido, Niccolò D’Ottavio, Gabriele Berti, Daniele Felici, Riccardo La Torre, Giovanni Nasta, Alessio Selli, Diego Tricarico, Lorenzo Vigevano, Lorenzo Zurzolo

Roma – Teatro della Cometa dal 22 ottobre all’8 novembre

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LA CRITICA

Una storia semplice e mai stucchevole resa preziosa dalle interpretazioni eccellenti degli Omnes Artes.

VOTO

7/10

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“effe – Periodico di altre narratività” numero dieci

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