“African Psycho”
di Alain Mabanckou
Torna il libreria il divertente romanzo-parodia dell'autore di "Pezzi di vetro"
di Michele Lupo / 15 gennaio 2016
Dopo otto anni dalla traduzione dell’editore Morellini, torna in libreria per 66thand2nd African Psycho di Alain Mabanckou, scrittore congolese che scrive in francese, reduce dagli ottimi riscontri del suo ultimo romanzo, Pezzi di vetro.
La sigla parodica del racconto sta ovviamente già nel titolo e informa non solo l’intera vicenda ma il tono con cui viene narrata – Mabanckou è scrittore apprezzabile e ovviamente consapevole che la sfida in questo genere di racconto sta tutta nella capacità di rendere accattivante l’ironia dissimulata nella voce candida di un cattivo assai improbabile (la resa in italiano è affidata a Daniele Petruccioli).
L’incipit è esemplare: «Ho deciso di uccidere Germaine il 29 dicembre. Ci penso da settimane, checché se ne dica per uccidere una persona ci vuole una preparazione insieme psicologica e materiale». Gregorie, il carrozziere protagonista, è invece un totale incapace; purtroppo si è messo in testa che la sua vita non sarà mai un granché se non riuscirà a imitare le imprese del grande killer e stupratore Angoualima. Il quale, benché deceduto (e assurto ormai a mito, il meglio quanto a «delitto, invisibilità, furto, stupro e maestria nel seminare le forze dell’ordine»), è costretto a ricevere le visite del petulante aspirante assassino che gli chiede dritte e suggerimenti e giustamente viene cazziato per la sua manifesta inettitudine (fra le varie iniziative finite maldestramente può contare un tentativo di stupro incompiuto per difetto di erezione su una disgraziata che ha perso conoscenza). Il poveretto, fumoso quanto spiritoso, che da giovane invece di andare a scuola passa il tempo al palazzo di giustizia per ammirare i criminali, che considera “come fratelli e sorelle”, si affatica senza costrutto, si porta a casa una prostituta fingendo di volerla salvare e redimere per poi sferrare l’attacco che costituirà l’esordio della sua mirabolante carriera di serial-killer – nella sua testa, chiaro, perché le cose andranno diversamente.
Sul piano delle situazioni, comicità e grottesco del romanzo si definiscono intorno a una mappa di elementi semplici ma ben orchestrati: la frustrazione della vita ordinaria del protagonista e il contraltare delle sue inverosimili ambizioni; l’ambiente di furfanti e alcolizzati che lo fa sentire inferiore (ci sono quartieri nella sua città in cui “la gente defeca ovunque”); il vertice di questo mondo alla rovescia rappresentato dallo spirito di Angoualima che ripaga le visite al cimitero con sfottò e sfuriate.
Romanzo divertente di uno scrittore dalla penna facile, insegnante alla Ucla, vincitore di premi importanti, con un suo seguito ormai consolidato.
(Alain Mabanckou, African Psycho, trad. di Daniele Petruccioli, 66thand2nd, pagg. 155, euro 17)
LA CRITICA
Una parodia ben riuscita di un personaggio stantio – il serial killer –, che fa di African Psycho un romanzo divertente, tutto giocato su situazioni grottesche e paradossali.
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