Il valzer misterioso
di Daniel Woodrell

A proposito di “La versione della cameriera”

di / 26 marzo 2019

copertina di La versione della cameriera di Daniel Woodrell

Daniel Woodrell appartiene al folto gruppo degli scrittori del Midwest, una regione americana che, contigua all’urbanità dell’East Coast e ai territori sconfinati del Sud, partendo da una iniziale carenza di immaginario, ci ha regalato non pochi autori imprescindibili. Si avverte però una divisione – grossolana ma abbastanza netta – fra gli scrittori della Rust Belt: c’è chi racconta i grandi centri urbani come Wallace, Franzen, Bellow; altri invece si rifanno all’epica dei sobborghi e dei piccoli centri, come Cheever o Robinson. Questo secondo filone si avvicina progressivamente al Southern Gothic degli Stati del Sud, e sembra avere un immaginario decodificato. La fortuna di Woodrell si deve alla capacità di operare sull’immaginario delle piccole comunità – la regione montuosa di Ozark nel Missouri è la sua ambientazione preferita – e introdurvi degli elementi inediti di noir e crime fiction. Sono nate così le storie affascinanti di Un gelido inverno e Tomato red, tanto evocative da prestarsi facilmente al grande schermo. Ma Woodrell non è solo scrittore di genere, perché il suo lavoro sulla lingua e sull’immaginario intercetta alcuni nodi della tradizione letteraria americana e li trasporta nella contemporaneità. La versione della cameriera  (NNEditore, 2019), il primo capitolo della serie di West Table, ha elementi di mistery ma non è un country noir, perché, più che alla narrativa di genere, il romanzo si avvicina a una forma condensata di epica.

L’adolescente Alek trascorre l’estate in Missouri, ospite della nonna, l’eccentrica Alma, foriera di racconti e aneddoti sulla storia della città. Alma è ossessionata da un evento traumatico della sua gioventù: l’esplosione, nel 1929, della sala da ballo della città. Nella tragedia perde la vita Ruby, la sorella di Alma, assieme a tanti altri abitanti della zona. Alma evoca spesso l’avvenimento, e racconta ad Alek le mille storie di West Table, colorandole con la nostalgia del ricordo o con le proprie interpretazioni del passato. Attorno all’evento misterioso, per bocca di un narratore inaffidabile, Woodrell costruisce un romanzo polifonico che assomma una miriade di voci, dai braccianti del Missouri ai possidenti di buona famiglia, e che ripercorre un secolo di storia americana.

L’autore si dimostra particolarmente bravo nella costruzione di atmosfere diverse: i frequenti salti temporali nell’aneddotica di Alma si trasformano in una girandola di fascinazioni dal ritmo sincopato, quadretti precisi e veloci come la prosa di Woodrell che nel giro di qualche pagina riesce a fissare una voce, il fulcro di una vicenda, un avvenimento importante. E mentre i brevi capitoli si susseguono, sorretti da una prosa agile ma letteraria, il lettore viene catapultato nel pieno della storia di una comunità, con le sue ambivalenze, le particolarità, i lati in ombra. Un’epica sfuggente che apre spazi narrativi sconfinati, vettori e connessioni con i maestri della narrativa americana. Nella scrittura di Woodrell si avverte il mix di eleganza e disperazione dell’ultimo Fitzgerald, la minuzia nella costruzione dei personaggi che può essere di Marilynne Robinson, il senso del grottesco di James Purdy.

Proprio quest’ultimo mi sembra il più vicino a Woodrell: i due condividono la fascinazione per il mistero, per la parte in ombra del sogno americano. La versione della cameriera è una filiazione moderna del classico La versione di Geremia, in entrambi i casi il trauma e la tragedia sono trattati come elementi quotidiani, dolorosi ma in grado di essere esorcizzati con una buona dose di umorismo. Dal valzer sgangherato di autori come Woodrell e Purdy nasce la controstoria del popolo americano, una mitologia inversa che regala ancora storie affascinanti. Il Midwest – da regione anonima, sconfinata, uguale a se stessa – diviene un formicaio di vicende bizzarre, tanto singolari da avere un grande potenziale narrativo. Non rimane che seguire la lezione di questi scrittori e puntare l’occhio sulle regioni più misteriose: per oggi scegliamo di abbandonarci agli itinerari di Woodrell e perderci nelle valli delle Ozark Mountains.

(Daniel Woodrell, La versione della cameriera, trad. di Guido Calza, NNEditore, 2019, pp. 192, euro 18, articolo di Giovanni Bitetto)
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LA CRITICA

Un romanzo agile capace di evocare la migliore tradizione letteraria americana e inserirvi elementi di moderna crime fiction. L’opera di un avveduto nipote di James Purdy.

VOTO

7/10

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