Pop radiofonico d’autore di Giovanni Gulino

"Urlo Gigante", il primo album solista del leader dei Marta sui Tubi

di / 18 marzo 2020

copertina di urlo gigante su flaneri

I Marta sui Tubi erano incredibili. A ripensare ai loro esordi, è impossibile credere che il tempo li abbia inghiottiti in questo modo. E noi ci siamo abitati a questa cosa. Parlare di Giovanni Gulino, che da poco è uscito con il suo primo disco Urlo Gigante, senza parlare dei Marta sui Tubi è praticamente impossibile.

Quando li ascoltavi, a inizio 2000, avevi la sensazione di essere di fronte a qualcosa di nuovo e di vivo. Li sentivi vibrare sottopelle. Ti facevano uscire fuori di testa. Che roba era “Post“? La voce di Gulino che a volte correva sui bordi dello spoken e quando serviva esplodeva in aperture vocali, quelle armonizzazioni che sbucavano fuori dopo fiumi di parole, e che si intrecciavano con la chitarra di Carmelo di Pipitone sono state un momento difficilmente replicabile nella musica italiana.

I Marta sui Tubi erano underground, quando essere underground significava qualcosa. Discorso fatto e rifatto sulla crepa che si è aperta in questi anni tra indie e mainstream, coadiuvato dall’iper realtà dei social. Avevano un peso notevole in quella bolla, i Marta sui Tubi, avevano trovato un modo di comunicare e di comunicarsi. La loro era una dimensione vera, vivida, struggente. Avevano un’identità che non doveva cercare consolazione nei numeri di un pubblico più ampio. Non c’era bisogno. I Marta sui Tubi erano i Marta sui Tubi.

I primi due lavori, Muscoli e Dei e C’è gente che deve dormire sono tra i migliori album prodotti in Italia negli ultimi vent’anni. Non c’è molto margine per dire che non sia così. Fa male ripensarci, tornare indietro e trovare qualcosa del genere che si è dissolto in un decennio che non ha saputo accoglierli.

Un lento declino. Lento e velocissimo. Nonostante Lucio Dalla avesse capito cosa fossero i Marta sui Tubi. Nel 2013, poi, la partecipazione con “Dispari” a Sanremo, una sorta di quindici minuti di celebrità.  Ma Dalla ci ha lasciati, il mercato musicale si è stravolta completamente. I Marta sui Tubi sono diventati vecchi, come una bellissima opera d’arte che di colpo perde tutto il suo valore perché i canoni sono stati stravolti.

Gulino, quindi, perché non doveva mettersi in proprio?  I Marta sui Tubi hanno smesso di essere qualcosa di speciale. In più, fare un disco solista in questo momento è una strategia artistico/economica che ha preso piede. Pensiamo a Matt Berninger dei The National, ma senza arrivare fino a Cincinnati possiamo pensare a Tommaso Paradiso oppure a Francesco Bianconi  dei Baustelle che tra poco uscirà con il suo primo album solista. La maggiore spendibilità del solista rispetto al gruppo. A pensarci bene, la storia della musica italiana.

Urlo Gigante è un bell’album che probabilmente a un certo punto cala di intensità, sì, ma che riesce comunque a mantenere una buona tensione lungo le undici tracce, dosata con quella eleganza ruvida tipica di Gulino. Perché Gulino ha una capacità innata nel saper entrare nei sui pezzi, nel saperli raccontare. Ogni pezzo che canta è l’unico obiettivo che ha in testa, l’unico universo che deve descrivere, di cui deve parlare.

La tattica generale sembra esser stata quella di oscillare in maniera bilanciata tra quello che Gulino ha dato ai Marta Sui Tubi e una radiofonicità che va a riprendere, neanche troppo paradossalmente, oggi, una certa estetica alla Mengoni. È un esercizio interessante, in cui vieni catapultato continuamente in mondi e sempre in altri mondi musicali, da “Albergo a ore” – forse il miglior pezzo dell’album – e “Bambi”, sofisticate, alla spigolosità quasi 90’s di un bizzarro italofono Jonahtan Davis di “Sto”, a momenti più soft come “Un grammo di cielo”, “Fammi ridere” o “Tra le dita”.

Nonostante sia impossibile duplicare i Marta Sui Tubi, ci godiamo Gulino. Urlo Gigante può essere il buon inizio di una nuova vita, di qualcosa che si porta addosso un po’ di sana nostalgia, ma che un po’ alla volta si staccherà, lasciando spazio a qualcosa che saprà di ora: ci sono spiragli per un pop radiofonico d’autore che è meglio non tralasciare.

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LA CRITICA

Urlo Gigante è il primo album solista di Giovanni Gulino, leader dei Marta sui Tubi. Un album ben costruito, che somiglia a qualcosa che si potrebbe definire come pop radiofonico d’autore.

VOTO

7/10

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