Addio alle armi

Ultima missione per Daniel Craig

di / 8 ottobre 2021

Locandina di No Time to Die

Daniel Craig saluta James Bond con No Time to Die, il suo quinto e ultimo film nei panni dell’agente segreto più famoso al mondo. Un film a lungo atteso, pronto per le sale da ormai due anni e tenuto fermo in attesa di tempi migliori.

Questa nuova avventura di 007 è senza dubbio destinata a entrare nella storia. Venticinquesimo titolo della saga, capitolo conclusivo per l’interprete più longevo e di maggior successo di tutti i tempi nei panni di Bond – parlano gli incassi –, No Time to Die conferma e probabilmente conclude l’approccio più seriale che dal 2006 di Casino Royale a oggi ha caratterizzato le missioni al servizio di Sua Maestà.

I titoli con Craig hanno dato il via a un nuovo corso cinematografico che si è sviluppato in un’unica, lunga trama, marcando una netta differenza rispetto ai film episodici tipici dei precedenti interpreti, da Sean Connery a Pierce Brosnan.

In No Time to Die, James Bond si trova a fare i conti con il passato e con il futuro. Dopo essersi ritirato in Giamaica, 007 viene convinto a tornare in servizio dal suo amico Felix Leiter per andare alla ricerca di Waldo Obruchev, uno scienziato sequestrato dalla SPECTRE in possesso di una pericolosissima arma. La caccia all’uomo porta Bond a misurarsi con i segreti di Madeleine, la donna che amava, tornata nella sua vita dopo cinque anni. La donna è legata in modo misterioso con il pericoloso criminale Lyutsifer Safin.

Gli appassionati del personaggio creato da Ian Fleming troveranno in No Time to Die tutti i tratti che hanno reso uniche le sue avventure. Location esclusive, eleganza, battute salaci, grandi sequenze d’azione e inseguimenti mozzafiato.

Il regista Cary Joji Fukunaga ha assunto il non semplice incarico di subentrare a Sam Mendes alla direzione e di rialzare le sorti della saga dopo il non troppo riuscito Spectre del 2015. Il James Bond del nuovo millennio è sempre stato sospeso tra una spinta innovativa e una più tradizionale i cui due punti più estremi sono rappresentati da Skyfall – probabilmente il titolo più apprezzato dai meno bondiani, e campione di incassi assoluto nella storia di 007 – e Spectre, più canonico e prevedibile.

No Time to Die rimane a metà, con il Bond di Craig meno cinico e glaciale rispetto alle primissime uscite. Anzi, in questo film numero venticinque prevale una certa emotività, una voglia e una tendenza a mostrare un lato intimo e fragile che mai era stato rivelato sul grande schermo. Cary Fukunaga ha le carte in regola per tenersi in equilibrio tra sentimento e azione: regista della prima stagione di culto di True Detective, ma anche di un Jane Eyre del 2011.

Oltre a sedersi dietro la macchina da presa ha preso posto al tavolo della sceneggiatura in compagnia dei veterani della serie Neal Purvis e Robert Wade (al loro settimo Bond) e alla tanto anticipata Phoebe Waller-Bridge, drammaturga e attrice responsabile di una delle migliori serie degli ultimi anni, Fleabag.

Waller-Bridge sarebbe stata chiamata per togliere un po’ di patina maschilista da un personaggio ormai assolutamente impresentabile.

Il risultato finale di No Time to Die è un film che riserva il giusto congedo a Daniel Craig e a un certo modo di intendere la saga di James Bond. C’è una carica sentimentale che attraversa tutti i 163 minuti che a tratti stentano a risultare coesi e non ripetitivi.

Più concentrati sugli aspetti privati di 007, Fukunaga e gli altri sceneggiatori sviluppano con minore efficacia il resto della trama. Anche i nuovi personaggi che vengono introdotti non riescono ad apportare il giusto carico di carisma. Il villain Safin interpretato da Rami Malek trasmette veramente poco, così come la nuova 007 al fianco di Bond di Lashana Lynch. Un vento di freschezza destinato purtroppo a durare poco lo porta Ana de Armas in un breve capitolo cubano del film, forse la sequenza in cui più si nota la penna di Waller-Bridge.

No Time to Die non è il film di James Bond più riuscito, ma rappresenta il miglior saluto possibile a Daniel Craig. In attesa di scoprire se e come la storia andrà avanti.

(No Time to Die, di Cary Fukunaga, 2021, azione, 163’)

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LA CRITICA

VOTO

6/10

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