“Magma” di Lars Iyer

di / 24 gennaio 2013

Un gioco di incroci di traiettorie, di scontri e di incontri, che fa del movimento il suo soggetto principale: questo è Magma di Lars Iyer (Meridiano Zero, 2012), professore di filosofia all’università di Newcastle che esordisce con un romanzo dai diversi gradi di lettura.

La trama è molto semplice: due accademici britannici viaggiano per l’Europa tra bar e convegni in attesa di un’idea filosofica che legittimi la loro professione. Ma la genialità non si acquista con l’esercizio e i due si scoprono personaggi “marginali”: «Siamo essenzialmente periferici. Chi mai si sente minacciato da noi? Chi si preoccupa di noi? Nessuno concordiamo».

Lars vive in un appartamento infestato dalla muffa, legge riviste scandalistiche, gioca con l’iPhone, mangia a dismisura e beve molto gin, come W. del resto.

W. è polemico e cinico, sempre malato perché è la sua intera esistenza a rivelarsi un’eterna fase d’incubazione. E Kafka, che proprio durante la malattia raggiungeva la perfezione, diventa la guida spirituale dei due filosofi. Eppure «La letteratura ci ha rovinati: abbiamo sempre concordato su questo. La tentazione letteraria è stata fatale», perché ha instillato il virus del pathos a discapito di ogni abilità intellettuale.

Se la storia è quasi elementare, la narrazione è molto articolata. L’ottima traduzione di Delia Belleri, restituisce lo stile sarcastico e a tratti nervoso di Iyer, che molti hanno conosciuto attraverso il seguitissimo blog Spurious (che è anche il titolo originale del libro).

Con estrema leggerezza, l’autore presenta al pubblico un testo che non decostruisce, ma scompone la focalizzazione spartendola tra narratori di primo grado e di secondo grado. Lars infatti assimila invettive e suggestioni senza apporre alcun filtro critico, lasciando che sia lo sguardo esterno dell’amico a dar corpo alla sua immagine come se fosse egli stesso il frutto di una continua citazione.

Il libro prende forma grazie a un circuito di idee in continuo movimento. È il dialogo tra i due filosofi a spingere un testo che diversamente si rivelerebbe un po’ ripetitivo. La forza di Iyer è nella misura: sarebbe bastata una pagina in più a trasformare un testo originale in un artificio bizzarro. Invece l’autore calibra perfettamente ironia e riflessione, gli sbalzi del registro linguistico, i toni che stemperano la seriosità di alcuni concetti apertamente dotti. Ma buona parte di filosofia resta celata nella struttura del testo, per esempio nei dialoghi socratici e platonici, o nei temi, come l’amicizia di Seneca, o nei nomi, come questo W. che forse è Wittengstein, ma forse no. Sta al lettore rintracciare i segnali nascosti. Ed è divertente perché come recita la collana di Meridiano Zero: «De te fabula narratur».


(Lars Iyer, Magma, trad. di Delia Belleri, Meridiano Zero, 2012, pp. 176, euro 10)

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