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“Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra” di Claudia Durastanti

di Manuela Antonucci / 3 giugno

Se non fosse per il titolo che dà garanzia di una promessa, Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra (Marsilio, 2010) si potrebbe identificare come un romanzo di naufragi. Questa è l’America di Claudia Durastanti, che nel suo libro racconta le vicende di tre coppie di amanti impegnati ad attraversare il mare magnum di umori e tendenze di tre decenni di storia.

Nel racconto c’è una forza autobiografica che non può essere smentita: è evidente nella precisione e nella raffinatezza di alcune scene che probabilmente ripercorrono strade vissute dalla stessa scrittrice, nata a Brooklin e perciò “figlia adottiva” dell’America cantata nelle storie di questo romanzo. E l’uso del plurale non è un caso.

Michael e Jane, Francis e Zelda, Edward e Ginger procedono all’interno del racconto in parallelo, eppure restano bloccati nella staticità di densi quadretti privati, asfittici e graffianti, risultato di una scrittura ben strutturata, consapevole, matura che però perde di vista l’integrità della trama.

È la fotografia di un’umanità che cerca il suo posto nel mondo e che, quasi sempre, finisce per girarci solo intorno, senza trovarlo. Così come l’amore che, lungi dall’essere banalizzato, diventa un pretesto studiato per scavare a fondo nella complessità di uomini e donne che si incontrano per ricadere, alla fine, dentro inevitabili fratture.

Il romanzo, in verità, offre al lettore attento una sfida, oppure, per dirla in altri modi, delle alternative. Da un lato si potrebbe decidere di lasciarsi andare al succulento citazionismo – a volte esagerato, ma pur sempre gradevole – che permette una reale immersione nel mondo culturale dell’epoca, passando per la musica, l’arte e la letteratura; oppure ci si potrebbe arrendere all’idea della mancanza di continuità nel racconto, seguendo le storie tormentate di una gioventù che si piega ai dolorosi cambiamenti della vita.

Quella personalmente scelta è una terza via che riesce ad inglobare entrambe le prospettive, in ragione di una capacità stilistica inequivocabile: è la visione filmica che raccoglie i resti caotici di questo libro in piccoli cortometraggi di passione e disincanto, grumi di vita per intenderci, storie dal “plurale sensato”.

(Claudia Durastanti, Un giorno verrò a lanciare sassi dalla tua finestra, Marsilio, 2010, pp. 304, euro 17,50)