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Musica

“Canzoni per un figlio” dei Marlene Kuntz

di Francesca Robertiello / 16 aprile

Circa due anni dopo l’uscita di Ricoveri virtuali e sexy solitudini, ecco il nuovo disco dei Marlene Kuntz: Canzoni per un figlio, una raccolta di quattordici brani, di cui solo due inediti. Per il resto, dieci, appartenenti a vecchi album, sono stati totalmente rivisitati dal punto di vista vocale e strumentale, mentre due sono stati semplicemente riproposti nella loro versione originale.
L’intento pedagogico si evince sia dal titolo stesso della raccolta, sia dall’epistola contenuta nel libretto, che recita: «Figlio mio, sento il desiderio di farti conoscere alcune canzoni che potrebbero piacerti […]. Se solo saprai dedicargli l’attenzione di cui sei capace, potrai scoprire i loro valori, le loro immagini, i loro indici e i loro spunti per i tuoi ragionamenti: è al tuo futuro e alla tua crescita che potranno in qualche modo contribuire! […] Senza fretta. Leggile e rileggile, e magari custodiscile in qualche tuo posto speciale: ti potranno sempre tornare utili! […]».

“Canzone per un figlio”, presentata all’ultimo Festival di Sanremo, apre la raccolta: è una ballata lenta e molto riflessiva. Il brano successivo è il ritorno di quello che fu un grande successo dell’album Senza Peso (2003): “A fior di pelle”. Scomparsi i ritmi scanditi dalla batteria di Luca Bergia, la canzone è accompagnata da intensi archi capaci di mettere ulteriormente in evidenza le parole che compongono il testo. Lenta, ma molto riflessiva, “Trasudamerica” (Catartica, 1994), la cui musicalità nella nuova versione è rafforzata dai fiati di Roy Paci. “Canzone ecologica”, tratta da Uno (2007), nel nuovo arrangiamento ostenta la voce di un carezzevole pianoforte.
L’intento educativo è preponderante anche in “Pensa”, secondo brano inedito della raccolta; ecco di seguito alcune frasi-chiave che lo testimoniano: «La gentilezza è carismatica, allieta chi la riceve e chi la dà […]. Sogna… e non temere che la cosa sia impossibile: esser belli dentro di per sé ti appagherà. Ci vuole poco… Non farti fregare: confida in me. Ti voglio aiutare a crescere». La nuova versione di “Stato d’animo” (Uno, 2007) non si discosta eccessivamente dall’originale, mentre “Serrande alzate”, una splendida canzone contenuta in Che cosa vedi (2000) che Cristiano Godano aveva scritto per il figlio Enrico, presenta un arrangiamento davvero stimolante. Da un testo riflessivo è caratterizzato “Io e me”, brano tratto da Ricoveri virtuali e sexy solitudini (2010), che ben si sposa con il nuovo adattamento musicale.
Nona canzone è “Bellezza” (Bianco sporco, 2005), di cui esiste anche una versione cantata da Cristiano Godano e dal figlio in occasione dello Zecchino d’oro dell’underground (una chicca da non perdere!). “Lieve” (Catartica, 1994), brano arrangiato diverse volte nel corso degli ultimi anni (si pensi ad esempio allo Slow Tour) indossa in questa occasione una veste che non delude affatto.
Seguono “Canzone in prigione”, tratta in originale dall’album Tutta colpa di Giuda (2009), l’arrangiamento di “Ti giro intorno” (Il vile, 1996) e “Un piacere speciale”, anche questa canzone riproposta nella versione-madre di Ricoveri virtuali e sexy solitudini (2010). Il disco termina con una punta di diamante: “Grazie” (Che cosa vedi, 2000), che potremmo considerare la Spannung della raccolta; bellissima e commovente sia dal punto di vista testuale, che musicale (anche se l’originale non ha paragoni!), scritta da Cristiano Godano poco dopo la nascita del figlio.

Sotto il testo di ciascuna canzone sono posti, inoltre, dei commenti che potrebbero essere paragonati alla morale delle favole e rappresentano una guida alla comprensione del testo tanto per “il figlio”, quanto per l’ascoltatore. Inoltre, dal punto di vista musicale c’è una forte commistione tra le nuove sperimentazioni già in atto da anni all’interno del gruppo e il noise al quale i Marlene Kuntz sono molto legati sin dagli albori della loro carriera musicale.

Numerose collaborazioni famose, infine, costellano l’album: il veterano Gianni Maroccolo, nonché produttore artistico del disco stesso, il già citato Roy Paci, Vincenzo Presta, Gianluca Ria, Davide Rossi, Alessandra Celletti e infine i due compagni assidui: Davide Arneodo e Luca Saporiti.

Eterogenei saranno gli apprezzamenti degli affezionati, ma sicuramente questa nuova proposta sarà in grado di attirare nuovi ascoltatori.

(Marlene Kuntz, Canzoni per un figlio, Sony, 2012)