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Cinema

Un remake da Oscar, davvero?

"I segni del cuore" arriva al cinema

di Francesco Vannutelli / 29 marzo

Se non avesse appena vinto tre premi Oscar tra cui quello per miglior film non staremmo qui a parlare di I segni del cuore. Il motivo, semplice e indiscutibile, è che è l’opera seconda della regista Sian Heder non è destinata a entrare nella storia del cinema. Anzi, non è neanche destinata a essere ricordata a lungo.

Intendiamoci, non è un film privo di meriti e momenti riusciti. I suoi pregi, però, derivano tutti quanti dal film originale da cui prende ispirazione. I segni del cuore è infatti il rifacimento quasi integrale della commedia francese del 2014 La famiglia Bélier, un titolo che ai tempi aveva riscontrato anche un discreto successo internazionale.

Heder non ha fatto altro che aggiustare un po’ il tiro, mantenendo intatto l’impianto e i momenti chiave della trama.

CODA – il titolo originale che significa Children of Deaf Adults, figli di adulti sordi – sposta la famiglia protagonista dalla campagna francese alle coste del Massachussetts. I Rossi sono pescatori sordi e privi della parola, padre, madre e figlio maggiore. Ruby, la figlia più piccola, è l’unica udente. La sua vita passa tra il lavoro con padre e fratello, il liceo e i suoi doveri come interprete familiare. È l’unico collegamento tra i suoi cari e il mondo esterno, l’unica che può aiutarli a stabilire un dialogo con gli altri. Ha un sogno: cantare. Grazie a un maestro di coro particolarmente sensibile, Ruby si prepara per entrare in una prestigiosa accademia musicale. Mano a mano che si avvicina il momento del provino, però, cresce in lei il dubbio su cosa fare: inseguire la sua vocazione o rimanere al fianco della famiglia.

Non è sbagliato immaginare che qualche anno fa I segni del cuore non avrebbe ricevuto neanche una nomination agli Oscar. I motivi sono vari. È un film prodotto direttamente per la piattaforma streaming Apple TV+, per dirne una. Inoltre, non può vantare celebrità nel cast, o nomi di spicco, e fino a pochi mesi non aveva ricevuto particolari attenzioni da critica e pubblico.

L’atteggiamento dell’Academy nei confronti dei film indipendenti e, soprattutto, della rappresentazione delle diversità è però molto cambiato nelle ultime edizioni. Se I segni del cuore fosse un film originale, non ci sarebbe nulla da ridire. Ha una notevole carica emotiva, è pieno di ottime intenzioni e buoni sentimenti. È edificante e ottimista.

Il suo difetto principale, però, è che tutti i suoi più momenti migliori nascono nel film originale. Un po’ come è successo in Italia con Domani è un altro giorno di Simone Spada che riprendeva l’ottimo Truman di Cesc Gay. L’emozione è la stessa, ma rimane pur sempre una copia.

Heder ha avuto il merito con I segni del cuore di correggere alcune ingenuità di La famiglia Bélier. Il film francese, a parte il successo, aveva attirato anche le critiche della comunità sorda francese e globale per come veniva raccontato l’handicap. Gli attori scelti non avevano difetti di udito e alcuni passaggi della storia troppo virati sulla commedia erano stati trovati offensivi.

CODA – I segni del cuore ha eliminato ogni possibile rischio. Madre, padre e figlio sono interpretati da persone prive di udito. C’è Marlee Matlin, che nel 1987 ha fatto la storia come prima attrice sorda a vincere un Oscar per Figli di un dio minore,  e accanto a lei il giovane Daniel Durant e Troy Kotsur. È stato Kotsur, quest’anno a ricevere il premio come miglior attore non protagonista, segnando un altro primato per la comunità dei non udenti.

Durante il lancio del film i produttori statunitensi sono stati molto attenti a ridurre al minimo i riferimenti a La famiglia Bélier. In questo modo, una buona parte del pubblico si è convinto di essere davanti a un film completamente originale.

Chi ha visto il modello francese, però, non troverà nulla di eccezionale in I segni del cuore. Eppure, l’Academy ha ritenuto tutto questo sufficiente per assegnare l’Oscar per il miglior film, per l’interpretazione di Kotsur e per la sceneggiatura non originale firmata sempre da Sian Heder. È stata una notte degli Oscar senza particolari vincitori e che passerà alla storia per altro, è indiscutibile.

Senza premi, I segni del cuore sarebbe stato ricordato da poche persone come un film “carino”, forse “una chicca” o “un gioiellino”, per usare termini orribili. Così, invece, quando tra qualche anno riparleremo del ceffone di Will Smith a Chris Rock ci chiederemo anche quali fossero i vincitori del 2022 e allora, forse, ci ricorderemo dell’esistenza di I segni del cuore.

(I segni del cuore, di Sian Heder, 2021, commedia, 111’)

LA CRITICA - VOTO 6,5/10

Buon remake di La famiglia BélierI segni del cuore si ritrova al centro della notte degli Oscar 2022 per motivi che hanno molto poco a che vedere con il cinema.