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“Il rumore dei tuoi passi” di Valentina D’Urbano

di Emanuela Belli / 7 giugno

Il rumore dei tuoi passi è il romanzo d’esordio di Valentina D’Urbano (Longanesi, 2012). L’autrice affronta vari temi importanti, come i disagi della società, la tossicodipendenza, ma soprattutto l’inscindibile rapporto tra amore e dolore.

Beatrice e Alfredo sono i protagonisti, due bambini che crescono alla Fortezza, un quartiere periferico ai confini del mondo, fatto di polvere e palazzi decadenti. In questa terra di nessuno per appropriarsi di un appartamento bisogna stabilircisi per primi, e una volta occupato, si deve fare attenzione a non lasciarselo rubare da sotto i piedi. È un luogo abitato da persone costrette a miseri lavori per mantenersi e dar da mangiare alle proprie famiglie. È una realtà senza spazio per la speranza di un’esistenza migliore, alla quale i più si rassegnano, convinti che il mondo fuori da quelle mura non abbia un posto per loro.

Beatrice, la voce narrante del romanzo, ha otto anni quando conosce Alfredo; è una sera d’estate, durante l’ennesima furiosa lite tra il padre di Alfredo e i suoi figli; liti che si concludono sempre con l’uomo che picchia a sangue i ragazzini. Così è successo quando si incontrano per la prima volta: «Al centro, rannicchiato per terra, c’era uno spaventapasseri di bambino che piangeva tenendosi le mani in faccia. La prima cosa che vidi di lui furono i suoi capelli. Pensai che fossero rossi e invece erano solo sporchi di sangue. Restai lì imbambolata a guardarli». Da quella sera divennero per tutti “i gemelli”, uguali, identici, anche se non si assomigliavano in niente.

Tra i due non si crea un legame facile, anzi, è un rapporto tormentato, fatto di continui litigi e sfuriate: «Ogni volta che ci incontravamo finiva così, botte e sangue». Un rapporto in cui, tra i due, è Beatrice ad avere il carattere più forte, al quale Alfredo si aggrappa; un carattere dominante ma anche sensibile e delicato, soprattutto orgoglioso. Orgoglio che si scontra con quello di Alfredo, e da cui scaturisce una continua rabbia che impedisce ad ambedue di vivere il proprio rapporto e il proprio amore come vorrebbero.

Crescendo, vivono le loro esperienze in modo diverso; Alfredo si è ormai rassegnato a quell’esistenza, è convinto che non ci sia per loro la possibilità di una vita al di fuori della Fortezza: «Alfredo diceva che ci dovevamo rassegnare e che era meglio accontentarsi, che vivere qui è come entrare in un imbuto, ti risucchia e non ne esci più». Di tutt’altro avviso è Beatrice, desiderosa di lasciarsi alle spalle quei luoghi e quelle persone che hanno segnato la sua vita per diventare un’altra persona: «Io posso vivere anche fuori, io voglio essere qualcun altro, chiunque alto. Mi basta che sia qualcosa di diverso da quello che sono adesso».
Con un tragico evento i protagonisti prendono definitivamente strade diverse; Alfredo, con la sua fragilità, si allontana per sempre da Beatrice.

Il rumore dei tuo passi è una storia forte, narrata in maniera realistica; già dalle primissime pagine il lettore viene catapultato nella vita della Fortezza, ma soprattutto nella vita di Beatrice e nella drammaticità del racconto. Si delineano subito i caratteri dei personaggi le cui vicissitudini vengono narrate con estrema sincerità e durezza. Si cresce e si soffre insieme ai “gemelli”, così diversi, così pieni d’odio ma uniti da qualcosa che prescinde il legame di sangue, qualcosa di così forte e incontrollabile che non può lasciare indifferente chi ne legge la storia.


(Valentina D’Urbano, Il rumore dei tuoi passi, Longanesi, 2012, pp. 320, euro 14,90)