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“Tiziano” alle Scuderie del Quirinale

di Giulia Martinis / 26 marzo

Fino al 16 giugno, le Scuderie del Quirinale ospitano Tiziano, che si inserisce come ovvia conclusione di una serie di mostre allestite in quegli stessi spazi e dedicate ai più grandi artisti veneti, come Antonello da Messina (che veneto non era di certo, ma che grazie agli incontri e alle influenze che subì nella città lagunare, diventò il pittore rivoluzionario che è stato), Giovanni Bellini, Lorenzo Lotto e Tintoretto. Difficile non venire immediatamente coinvolti, già dalla prima sala, dalla grandezza del maestro e dalle sue opere, fondamentali per le evoluzioni artistiche dei pittori che gli sono succeduti. Le scelte di ordinamento sono le stesse utilizzate per la mostra su Vermeer o altri: colpire e coinvolgere il visitatore già dall’ingresso del percorso. Questo primo spazio – occupato dal dipinto “La stradina” del maestro olandese nella precedente esposizione – ospita il “Martirio di San Lorenzo”, eseguito per la chiesa dei Gesuiti di Venezia. Una pala di enormi dimensioni e di forte impatto, che emoziona e rapisce lo sguardo, senza che ancora si sia varcata la soglia. Tuttavia, il comportamento del visitatore in questa prima sala è ben diverso da quello che ha avuto di fronte all’opera di Vermeer: se "La stradina" attirava naturalmente a sé nella volontà di ammirarne i dettagli fotografici e la resa della luminosità, davanti al "Martirio di San Lorenzo" si rimane immobili, ammutoliti e impressionati, e occorre tempo per avvicinarsi a cogliere gli altri dettagli del dipinto.

 

 

Databile intorno agli anni ’50 del XVI secolo, appartiene a un Tiziano molto maturo, più o meno settantenne, che nella rappresentazione del martirio del santo porta i risultati della pittura tonale a sublimi estremi. «La mia notte non ha tenebre: tutte le cose risplendono di luce», dice San Lorenzo indicando ai soldati la luce mistica che sta squarciando il cielo scuro, e la pennellata del veneto si frange in mille vibrazioni accentuate da quella luminosità divina che proviene dall’alto.

Dopo questo iniziale coup de théâtre, il percorso fa un balzo indietro, tornando alle prime opere di Tiziano, dagli esordi a Venezia tra soggetti religiosi e profani, fino ad arrivare alle commissioni per Carlo V. Tutte le opere presenti in mostra provengono da grandi musei internazionali o dalle loro sedi originarie e credo che questa visione di insieme di alcuni tra i capolavori del pittore sia molto utile e ben riuscita. Purtroppo l’illuminazione a led, buona per cogliere i più minimi dettagli, tradisce un’ipervisione sbagliata: la profondità e l’iridescenza dei colori usati da Tiziano non vengono fuori e tutto si appiattiscono in una massa uniforme. Il manto della Vergine nella “Deposizione nel sepolcro”, proveniente dal Museo del Prado di Madrid, è tra i particolari che più ha pagato questo tipo illuminazione.

 

 

Al piano superiore, il percorso offre alcuni tra i ritratti più famosi, come quello di Paolo III, di Francesco Maria I della Rovere, duca di Urbino, e di Carlo V, che diventeranno modelli per il modo di rappresentare l’effigiato, facendo attenzione non solo alla somiglianza fisica, ma a far venire fuori la psicologia del personaggio e il suo ruolo sociale. Insieme a questa tipologia di dipinti, sono esposti quadri dai soggetti mitologici e allegorici. Il più enigmatico è sicuramente la “Allegoria del Tempo governato dalla Prudenza”, dalla National Gallery di Londra, che raffigura tre teste d’uomo, a rappresentare le tre età –  giovinezza, età adulta e vecchiaia –  che sovrastano tre teste di animali. Questa visione aristotelica della vita umana divisa in tre fasi era un tema molto usato nella pittura del XVI secolo, declinato in una grande varietà di invenzioni iconografiche.

 

 

La critica d’arte si è molto interrogata davanti a questo dipinto, cercando di svelarne il significato e il rapporto tra il tema della prudenza e quello delle età dell’uomo. L’opera è una sorta di ammonimento, ricorda di usare prudenza nell’agire, rappresentando con un vecchio la capacità di memoria, con un uomo adulto l’intelligenza e con un giovane la possibilità di fare previsioni. Gli animali, identificabili in un lupo con la testa volta all’indietro, in un leone ripreso di fronte e in un cane che guarda in avanti, ben si accordano nei loro gesti con le teste umane che portano sopra di loro. Anche la resa pittorica ha un significato simbolico dal momento che la luce che illumina i volti arriva frontalmente su quello giovane, per poi disperdersi su quello più anziano, lasciandolo quasi in ombra.

Il percorso si conclude con la “Punizione di Marsia”, una tra le ultime opere che dipinse Tiziano, proveniente dal Museo Nazionale di Kroměříž, Repubblica Ceca, che ci fa ritornare stilisticamente al dipinto della prima sala, con le sue pennellate ricche, violente ed estremamente espressive. Si dice che il personaggio seduto e pensieroso sulla destra, Mida, sia un autoritratto dello stesso Tiziano: un uomo anziano che assiste alla morte ben consapevole di quello che sarà il suo destino al quale non potrà sottrarsi.

 

 

Tiziano
Scuderie del Quirinale, via XXIV Maggio 16, Roma
5 marzo – 16 giugno 2013
Per ulteriori informazioni visitare il sito www.scuderiequirinale.it