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Libri

“I tre Cristi” di Milton Rokeach

di Dario De Cristofaro / 2 aprile

L’espressione ricorrente: «Sono un povero Cristo», contiene la semplice verità di una persona ridotta male, sofferente, che ha fallito, non avendo raggiunto i risultati desiderati. In realtà contiene anche una forma di straniamento: in certo modo indica perdita di identità. È proprio in questa seconda accezione che bisogna intendere il titolo del libro di Milton Rokeach: I tre Cristi (Fandango Libri, 2012). Il racconto, lungo e dettagliato, rappresenta la «Storia dell’esperimento più folle del mondo», come è indicato nel sottotitolo.

Fin dall’inizio l’autore ci tiene a sottolineare che non è uno psichiatra, né uno psicoterapeuta: «La mia formazione riguarda la psicologia sociale e la teoria della personalità e tutto questo mi ha portato all’appuntamento con i tre Cristi». Non vi è dunque nessun approccio psicoanalitico, tuttavia non mancano punti di contatto con i maestri della psicoanalisi: da Freud a Lacan, a Bateson. Così come pure molti sono i riferimenti letterari: da Voltaire a Russel, tanto che il saggio può essere definito a buon diritto «un atto letterario».

Ma non sono questi i soli pregi del saggio. Esso appare, in modo forse inconsapevole, anche un libro di denuncia, se consideriamo che l’esperimento fu condotto, nello spazio temporale di venticinque mesi e mezzo, tra il 1959 e il 1961. Proprio in quel periodo, infatti, negli Stati Uniti era cominciata una doppia tendenza nei confronti di persone con problemi mentali cronici: l’abolizione dei luoghi di cura statali (“la deistituzionalizzazione”) e l’inizio di quella che diventerà poi una massiccia diffusione degli psicofarmaci (“l’impero della chimica”).

Questi due temi, insieme con le esperienze dei tre personaggi, accomunano, mutatis mutandis, Rokeach a uno scrittore più vicino a noi per sensibilità: Mario Tobino, egli sì psichiatra e scrittore, il quale con indomita passione e con vibrante partecipazione umana, in due libri indimenticabili (Le libere donne di Magliano e Gli ultimi giorni di Magliano) affronta la stessa tragica situazione, dopo che l’onda lunga statunitense giunse fino a noi e trovò nella tanto discussa legge 180 (13 maggio 1978) il suo compimento.

Sappiamo oggi a distanza di anni che tale atto di deresponsabilizzazione da parte delle pubbliche istituzioni non è stata una scelta felice, perché il rifiuto di prendersi cura dei malati continua a lasciare gli schizofrenici nelle case di accoglienza e nelle prigioni dei diversi paesi. È stato questo un tema dibattuto nel passato e alla luce dell’esperienza acquisita è pur vero che gli esiti spesso sono disastrosi. Sta di fatto che solo una realtà precedente all’abolizione dei manicomi poteva permettere di condurre l’esperimento singolare realizzato da Rokeach.

La storia è semplice e lineare: l’autore riesce a mettere insieme tre schizofrenici di tipo paranoico che, ciascuno a modo suo, in un delirio di onnipotenza, credono di essere Gesù Cristo. Tale patologia è frequente e trova una sua giustificazione esperienziale nella constatazione di Bertrand Russel, contenuta nell’opera Il potere e messa da Rokeach in esergo al suo libro: «Ogni uomo vorrebbe essere Dio, se potesse; e per alcuni è difficile ammetterne l’impossibilità».

A questi tre Cristi Rokeach dà dei nomi: Clyde Benson, Joseph Cassel, Leon Gabon. Essi vengono messi insieme in un’unica struttura ospedaliera nella città di Ypsilanti, Michigan, e diventano i tre protagonisti della storia. Lo scopo è di permettere a ciascuno di comunicare il proprio vissuto patologico e, attraverso questo processo, tentare di guarire e di riconquistare la propria identità. Si tratta di un esperimento che obbedisce a precisi criteri scientifici e che tenta di applicare teorie già collaudate in psichiatria. Ma con quali risultati?

Con un finale a sorpresa, che riprende il motivo del sottotitolo del libro, l’autore è portato a considerarsi egli stesso un quarto Cristo, perché anch’egli, in un delirio di onnipotenza, con il suo esperimento ha avuto la presunzione di ottenere dei risultati umanamente impossibili, manipolando la vita e i sentimenti dei tre pazienti.

In un certo senso perciò è vero che il libro rappresenta un «tributo alla follia che fa riflettere sulla normalità».

Ma il libro contiene anche un forte messaggio di speranza, perché, conclude l’autore, «se la prognosi di schizofrenia paranoide è scarsa, ciò riguarda più la nostra ignoranza che lo stato del paziente, con la fiducia che la conoscenza avanza gradualmente e dunque le condizioni che ieri erano incurabili oggi o domani diventeranno curabili».


(Milton Rokeach, I tre Cristi, trad. di Manfredi Giffone, Fandango Libri, 2012, pp. 492, euro 19,50)