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“The Americans” di Joe Weisberg

di Mirko Braia / 15 gennaio

In amore e in guerra tutto è lecito. Se la guerra è la guerra fredda e l’amore è una copertura ideata dal KGB allora parliamo di The Americans, una delle rivelazioni della scorsa stagione oltreoceano. Per il canale FX i numeri parlano chiaro, il debutto della serie di Joe Weisberg è uno dei migliori di sempre. Il passo (almeno grammaticalmente) diventa breve per arrivare a Fox, pronta a cogliere la palla al balzo e regalarci la prima visione italiana negli ultimi mesi del 2013. Se qualcuno d’istinto storce il naso si pone per un istante la fatidica domanda la risposta è sì, vale assolutamente la pena di seguire questa serie.

Nel 1981 la guerra fredda sembra assumere proporzioni più contenute, con una tensione ridotta tra le due grandi potenze mondiali rispetto agli infuocati decenni successivi alla seconda guerra mondiale. A Washington però l’URSS mantiene viva l’attenzione infiltrando tra le linee nemiche due spie, al secolo la felice coppia formata da Philip ed Elizabeth Jennings. Vivono tra i loro nemici, parlano l’inglese bene come loro, conducono una vita serena e felice con i loro due figli, lavorano in un’agenzia di viaggi. Praticamente impossibile per il governo americano scoprire che il loro lavoro è una semplice copertura, che il matrimonio è un’idea dei servizi segreti russi per mettere a stretto contatto i suoi agenti, che quell’intera vita è una farsa.

Eppure c’è sempre un ma. Dopo quindici anni di convivenza è sempre più difficile fare i conti con la propria condizione e viverla col necessario distacco. Per Philip ed Elizabeth è altrettanto difficile costruire un rapporto nato tra bugie, missioni e tradimenti continui. Come riuscire a servire il proprio paese dopo essere penetrati così a fondo nel mondo e nella cultura nemica? Come ignorare la luce negli occhi dei propri figli, cresciuti come veri americani per tutto quel tempo all’ombra del capitalismo e di una vita a stelle e strisce?

Tra dilemmi etici, missioni sotto copertura, intrighi internazionali e continui ribaltamenti, The Americans si propone come una delle migliori novità passate forse un po’ troppo (colpevolmente) in sordina rispetto ad altri grandi nomi menzionati in ogni dove. Una serie in cui gli Stati Uniti si schierano dall’altra parte della barricata per svelare i proprio segreti e i propri punti deboli. Curiosa l’idea di raccontare la guerra fredda nel proprio paese ma con gli occhi di chi vi ci trasferì per distruggerlo. Sullo sfondo, quando possibile, FX ha portato anche qualche lezione di storia. Interessante immaginare cosa successe ad esempio nei giorni immediatamente successivi all’attentato al presidente Reagan del 1981. Sono stati i russi? Bisogna prepararsi alla guerra? John Hinckley era forse una spia al soldo del governo russo? Momenti di grande preoccupazione e paura per l’America, riportati sul piccolo schermo così bene da sembrare opera di qualche sceneggiatore.

Eppure il nemico ti può vivere accanto anche (e forse più facilmente) se sei un infiltrato del KGB in un ridente quartiere di periferia, come si scoprirà molto presto nel corso delle puntate. Da qui il continuo conflitto della coppia tra i due fuochi, con l’obbligo di rischiare sempre più per la propria patria e la possibilità di essere scoperti ogni giorno sempre più alta.

E per tutti i curiosi che si sono convinti, o per tutti coloro che grazie ai canali satellitari hanno avuto già il piacere di apprezzare questa serie, è già il momento di ricominciare. FX conferma la qualità e il successo di The Americans annunciando per il 26 febbraio la premiere della seconda stagione.