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“Il malato immaginario ovvero Le Molière imaginaire” di Teresa Ludovico

di Federica Imbriani / 20 febbraio

Benvenuti alla quarta replica del Malato immaginario! Pulcinella vi saluta e vi augura una buona visione e non importa se il protagonista è un po’ stanco e fa preoccupare il suo servo-personaggio, non fa niente se la quarta replica del Malato immaginario è proprio quella in cui Molière muore soffocato dal suo stesso sangue, lo spettacolo si deve fare perché Molière e Argante – Molière è Argante! – sono malati bizzosi e non sono capaci di stare fermi e buoni.

C’è un castello di legno sul palcoscenico, una scenografia essenziale e divertente come una torta multistrato in cima alla quale la parte della ciliegina è affidata ad Argante. Il malato tossisce, sputa e conta le pozioni assunte e i clisteri somministrati, è afflitto dalla malattia della vita e dalla paura della morte, sta benissimo, ma è inguaribile. Attorno a lui, sbucando dalle botole che si aprono sulle diverse piattaforme o rotolando fuori dalla scenografia tra un piano e l’altro della stessa, gli altri personaggi della commedia imbastiscono un girotondo di cui la Ludovico esalta i tratti carnascialeschi e grotteschi.

A partire da Pulcinella, in cui viene incarnato il tributo che Molière ha sempre riconosciuto di dover pagare alla Commedia dell’Arte, tutti i personaggi sono studiati sull’impronta dei burattini. Non conversano ma esclamano, i loro visi esasperano l’espressione del sentimento, i loro stessi arti sembrano tirati da fili invisibili. Come marionette incarnano vizi e virtù che, al pari dei costumi indossati, sono neri o bianche, senza possibilità di grigio. Augusto Masiello è davvero eccellente nell’impersonare il malato petulante, ma altrettanto bravi sono Ilaria Cangialosi, Angelica, Michele Cipriani, Andrea Fazzari e Daniele Lasorsa in grado di sceneggiare un duello al rallentatore e di sostenere una recita nella recita capace di far scaturire sonore risate anche nello spettatore che non si aspetta sorprese dal testo.

Lo studio registico dietro lo spettacolo si rivela viepiù solido dal momento in cui apprendiamo dello studio dietro le scelte musicali della regista. La musica, negli spettacoli di Molière era fondamentale, storica la collaborazione con Lully e la rottura del loro rapporto in occasione della messa in scena de Il malato immaginario. La Ludovico dichiara di essersi immaginata che Nino Rota, compositore per questo Le Molière imaginaire, incontri e dialoghi con il musicista da cui è separato da tre secoli, impotenti nel dividere l’arte.

Divertente, efficace e curioso questo spettacolo è un colto divertissement, un’alternativa piacevole per lo spettatore che voglia riscoprire uno dei testi più noti di Molière, ma anche un modo semplice e intuitivo di avvicinare lo spettatore più ingenuo al teatro contemporaneo.


Il malato immaginario ovvero Le Molière imaginaire
regia, adattamento e riscrittura di Teresa Ludovico
con Augusto Masiello, Marco Manchisi, Ilaria Cangialosi, Serena Brindisi/Cristina Mileti, Paolo Summaria, Michele Cipriani e Daniele Lasorsa
musiche di Nino Rota


Prossime date
Roma – Teatro Vascello 11 – 23 febbraio 2014
Parma – Teatro delle Briciole 28 marzo 2014
Cervignano – Teatro Pasolini 31 marzo 2014