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Altre Narratività

Ezio Panza contro Spider Jerusalem

di Daniele Mariani / 12 novembre

Ezio Panza entra nell'ufficio del Direttore che lo accoglie con un sorriso smagliante.

«Bene Panza, hai fatto un buon lavoro l'ultima volta. Hai dimostrato di avere le palle!»
Imbarazzato il giornalista prova ad intervenire, ma viene prontamente interotto dal Direttore.
«Proprio per questo caro Panza, ho pensato, alla luce delle tue grandi qualità, di affidarti un incarico di grande responsabilità – pausa drammatica, Ezio Panza è immobile che attende – SJ.»
SJ. Spider Jerusalem, protagonista di Transmetropolitan, giornalista pazzo in un futuro più pazzo di lui, tanto pazzo da sembrare il presente. Ezio tace.
«Prego Panza, venga, la macchina del tempo è pronta.»
Il giornalista si avvia a capo chino verso l'oscuro macchinario.
ZWAPP!
Ezio Panza appare in una stanzetta con pareti in legno, si direbbe l'ingresso di una baita alpina. Si guarda intorno: è tutto sobrissimo, non sembra quasi il futuro.
«Signor Jerusalem? Sono qui per l'intervista.»
Nessuna risposta. Si avvia timoroso verso una porta alla sua destra. La apre lentamente, ma non abbastanza da evitare di essere travolto da una strobo multicolore che lo stordisce alcuni secondi. Le luci gli danno la nausea e gravi problemi di equilibrio. Si fa coraggio ed entra ugualmente.
Su ogni parete della piccola stanza ci sono decine di canali televisivi che cambiano all'unisono, vittime di uno zapping impietoso. Al centro della stanza un uomo calvo e tatuato sembra osservare un punto fisso davanti a sé.
«Signor Jerusalem? Sono Ezio Panza, sono qui per l'intervista…» Dice Ezio Panza trattenendo i conati.
«Sì? Non vede che mi sto informando?»
Il giornalista del ventunesimo secolo cerca di carpire qualche stralcio d’informazione nel caos primigenio che lo circonda: tra spot che reclamizzano filetti di panda, e gruppi religiosi che propongono la vaporizzazione come unica via di salvezza, Ezio Panza sente che qualcosa non va. La pubblicità gli entra direttamente nel cervello, imprimendo immagini nella sua memoria. E' troppo, non è pronto. Sta per chiedere dove sta il bagno, ma il suo stomaco è più veloce. Chinato, vomita sulla moquette prismatica.
«Stia tranquillo, capita anche a me.»
Ezio Panza si pulisce la bocca con un fazzoletto.
«Di vomitare?»
«Sì. Alcune sostanze hanno effetti collaterali.»
Spider Jersualem si alza, schiocca le dita e le pareti televisive si spengono. Si accende una sigaretta e va verso quello che sembra un frigorifero, prende due lattine di Ebola Cola e ne porge una al collega del passato.
Ezio Panza accetta riluttante realizzando che gliela sta porgendo un uomo completamente nudo.
«Sì, sono nudo. In fondo ero in casa per cazzi miei. Dunque, iniziamo questa intervista? Può sedersi dove vuole, al massimo qualche elettrodomestico le offrirà della droga. Lo ignori.»
 

EP «Dunque, lei è Spider Jerusalem, giornalista d'assalto»

SJ «D'assalto? Se vogliamo metterla così…»

«Come preferisce definirsi?»

«Sono necessarie le definizioni? Una definizione allontana dalla verità eliminando drasticamente ogni sfumatura.»

«Già, in effetti non ci avevo mai pensato. Lei fa uso abituale di sostanze stupefacenti, inoltre fuma una quantità incalcolabile di sigarette ogni giorno, non crede che sia dannoso per il suo organismo?»

«Faccio uso di droghe perché è l'unico modo che mi resta per osservare lucidamente questa fottuta realtà; le immagini, i suoni, gli odori…è tutta finzione, c'è bisogno di una pausa o di uno stimolo, a seconda dei casi e io mi prendo talvolta l'una, talvolta l'altro. Per quanto riguarda le sigarette: crede che l'aria che ci costringono a respirare faccia meno male? Ho visto ragazzini con le pelle che gli si staccava dalla faccia solo per essere cresciuti vicino a un centro di smaltimento di rifiuti tossici, per non parlare poi degli alcaloidi che le multinazionali diffondono nell'ambiente per indurre i cittadini di ogni specie, razza e colore a consumare i loro merdosi prodotti – punta la sigaretta verso Ezio Panza –. Se creperò, non sarà certo per questa.»

«Mi risulta che abbia due assistenti.»

«Le mie Schifose Assistenti. Una probabilmente è a un corso di autostima per accettare il fatto che senza di me non ha alcuna ragione di esistere e che quella che ha interpretato come induzione al suicidio, non era altro che una mia dimostrazione di stima; l'altra starà intrattenendo oralmente la squadra di football transenziente del quartiere. Vuole sapere altro? Oh, sì, sono anche brave a volte.»

«È vero che con i suoi editoriali ha influenzato le elezioni presidenziali?»

«Ho semplicemente esposto il mio punto di vista, e messo sotto gli occhi di tutti la merda che siamo stati abituati a mangiare in silenzio e la gente ha fatto una scelta.»

«Hanno cercato di ucciderla…»

«Ovviamente. Non c'è nulla che faccia più paura della verità. Vede, il giornalismo è come una pistola con un solo proiettile, ma se hai una buona mira, non ti serve altro. Se fai centro è fatta. E questo è quel che faccio: prendo la mira e premo il grilletto e, solitamente, chi ha la coscienza sporca si caga addosso, e se non è già politicamente morto, passa al contrattacco, sottovalutando quasi sempre il sottoscritto.»

«Quindi dietro la facciata di immoralità si nasconde un baluardo della giustizia?»

«È questo l'unico baluardo – alza il dito medio –. Basta saperlo alzare al momento giusto.»

«Lei è solito insultare i suoi lettori negli editoriali, ma questo sembra portare un costante aumento di vendite. E' una mossa commericale?»

«Oh no, quando dico ai miei lettori che se davvero mi amano dovrebbero suicidarsi, dico sul serio, dico sul serio anche quando dico che odio tutti. Odio anche lei signor Panza, e sa perché? Se tutto fa schifo, se il mondo sembra partorito da una baldracca sifilitica e abbandonato in un cassonetto, la colpa è di tutti. E' una responsabilità comune che nessuno si vuol prendere. Peggio di chi non vede il burrone verso cui si sta dirigendo è chi lo vede ma non cambia strada. Dal tetto di un fottuto strip club ho sbattuto sotto gli occhi di tutti un massacro perpetrato dalla polizia e l'unica cosa che ho ottenuto è stato sdegno e disappunto. Ficcatevelo nel culo il vostro sdegno! Prima o poi butterò una bomba su questa cazzo di città! Una bomba contraccettiva! Così finalmente terminerà questo strazio.»

«Non capisco se è più l'amarezza o la rabbia.»

«Entrambe. Una alimenta l'altra e così si va avanti. C'è una cospirazione in atto. Chi governa vuole tenere tutti all'oscuro e per farlo ci sottopone ogni puttanata in grado di distrarre l'attenzione e limitare la nostra capacità critica. La gente non ha idea di cosa sia la verità, eppure è lì, cazzo, proprio sotto tutta quella merda, ma non può vederla! E' questo che odio di questa fottuta città… mi capisce? Le menzogne sono notizie e la verità è obsoleta!»

«A me sembra un po’ paranoico…»

«Un paranoico è solo un uomo informato di TUTTI i fatti – accende la quarta sigaretta –. Non si renda ridicolo.»

«Resta il fatto che la sua condotta non sia delle migliori. Fa discorsi sulla morale, poi dove è la sua morale?»

«Fumo, mi drogo, mi lavo ogni sei settimane, mi masturbo costantemente alla finestra solo per vedere il mio sperma velenoso finire nei piatti e sui capelli di chi passa di sotto, eppure sono un giornalista ricco e rispettato, che scrive su uno dei quotidiani più venduti e vivo con due donne bellissime in uno dei quartieri più costosi e rinomati della città. Essere un bastardo paga. Questa è la sopravvivenza caro Panza, e non toglie nulla al messaggio che sto cercando di comunicare alla popolazione cerebrolesa.»

«Personalmente non avrei fiducia di chi ha una condotta così lontana dalla morale comune.»

«E allora, perché lo voti?»
 

ZWAPP!
Tempo di permanenza nel futuro scaduto.