Intervista a Roberto Cotroneo

di / 4 novembre 2010

Roberto Cotroneo dirige a Roma la Luiss Writing School, la Scuola di Giornalismo Luiss, Luiss Master of Art, Luiss Master of Music e Luiss Videogame School. Di origine piemontese, nato nel 1961, è giornalista, critico e scrittore. È stato responsabile delle pagine culturali dell’Espresso e scriveva stroncature sull’inserto domenicale del “Sole 24 Ore” con lo pseudonimo di Mamurio Lancillotto. Attualmente conduce il programma sul cinema “25 ora”, su La7.

Tra i suoi romanzi, Presto con fuoco (Mondadori, 1995), Otranto (Mondadori, 1997) e L’età perfetta (Rizzoli, 1999). Ha scritto inoltre i saggi Se una mattina d’estate un bambino. Lettera a mio figlio sull’amore per i libri (Frassinelli, 1994), Eco: due o tre cose che so di lui (Bompiani, 2001) e Chiedimi chi erano i Beatles. Lettera a mio figlio sull’amore per la musica (Mondadori, 2003). Ultimamente ha pubblicato un Manuale di scrittura creativa (Castelvecchi editore, 2008), il romanzo Il vento dell’odio (Mondadori, 2008) e la raccolta di racconti Adagio infinito e altri racconti sospesi (Aliberti, 2009).

Lei viene da studi filosofici. Se dovesse riassumere la differenza tra filosofia e letteratura in una frase, cosa direbbe?

La filosofia cerca di mettere ordine nel mondo, la letteratura, invece, mette disordine. Sono antitetiche. La letteratura è ambigua, apre scenari, può far porre domande, smonta il mondo per farlo riordinare al lettore. È un sistema aperto che chiede soluzioni, c’è un’interazione con chi legge. La filosofia, al contrario, è un sistema chiuso, perché il filosofo dà già le sue risposte.

Lei insegna scrittura creativa da diversi anni. Tra i suoi tanti allievi qualcuno è diventato scrittore “a pieno titolo”?

Francesco Trento, per esempio, che è stato pubblicato da Einaudi, è stato mio allievo molti anni fa (Francesco Trento, nato nel 1972, è autore, con Aureliano Amadei, di Venti sigarette a Nassirya, 2005, romanzo edito da Einaudi, di cui ha scritto anche la sceneggiatura, ndr).

Che motivazioni trova di solito negli allievi che si iscrivono ai suoi corsi di scrittura creativa? Perché vogliono scrivere?

Gli allievi che frequentano i corsi di scrittura vogliono davvero imparare a scrivere, al di là di pubblicare o meno. La motivazione è soprattutto questa, vogliono imparare delle tecniche anche solo per raccontare a se stessi la propria storia.

Qual è il libro a cui è più affezionato, fra i suoi? E fra quelli degli altri?

Fra i miei è il romanzo Otranto. Sono molto affezionato all’Isola del Tesoro di Robert Stevenson, La terra desolata di Thomas Eliot, Il giovane Holden di Jerome Salinger e Il nome della rosa di Umberto Eco.

In qualità di giornalista, quali sono secondo lei i pregi e i difetti dell’Italia oggi rispetto agli altri paesi europei?

In questo periodo c’è una grande differenza fra l’Italia e il resto dell’Europa: l’Italia non è all’altezza degli altri paesi. Siamo tornati indietro, da una ventina d’anni non siamo più competitivi. Abbiamo carenze soprattutto nel sistema didattico e non riusciamo a trovare dirigenti adeguati nell’area intellettuale.

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