“Le due teste dell’amore” di Miguel Mejides

di / 10 febbraio 2011

Desiderare di essere qualcun altro per conquistare chi si ama non è giusto, o perlomeno rende palese che non si tratta di amore reciproco. Il protagonista del romanzo Le due teste dell’amore è disposto addirittura a cambiare testa, e ad uccidere, per poterlo fare.

Come nello Strano caso di Dr. Jekyll e Mr. Hide, qui si parla del tema del doppio e della trasformazione. Il cubano Miguel Mejides ambienta la narrazione nell’«Avana di fine estate di un anno all’inizio del 0000», e di assurdo e archetipico questo romanzo ha molto. È come un’epopea al contrario. Una leggenda che racconta di un uomo che riesce a staccare la propria testa dal corpo e poi a rimetterla a posto. Un uomo che nel rapporto con la moglie, con la società e con lo specchio ha qualcosa a che vedere con il protagonista di Uno, nessuno, centomila di Pirandello: stesso tormento sulla pazzia, stessa incomprensione perfino con le persone a lui più vicine. C’è parecchio cinema, i film sono come salvagenti, dei rifugi, nella sala del cinema Mégano, più che altro si tratta di film importati dall’estero.

«Non ho morale», dice a un certo punto il protagonista, proprio all’inizio della storia. E capiamo che è la chiave di lettura, la sintesi dell’intera vicenda. «Che cosa bisogna fare?», chiede poi, più avanti. La sua amante risponde, senza dubbi: «Amare, Juan Tristà, darsi agli altri». Surrealismo, un labile confine separa parti del libro verosimili, realiste, da altre irreali, marcatamente inverosimili. Mejides racconta tutto con ironia, passando da un livello all’altro senza indugi, o tappe. Proprio per questo, a volte, si avverte un po’ di mancanza di profondità e ci si sente sballottati da una frase all’altra, da un’azione alla successiva troppo velocemente.

L’Avana fa da sfondo, o da seconda protagonista. Le arti fanno tutte capolino, il cinema, la danza, la musica, il teatro, la poesia, sono tutte presenti. Ma a muovere l’azione è innanzitutto la passione, la passione come motore primo, irrazionale, deleterio, sadico a volte: Juan si innamorerà della ragazza di suo figlio, come in un complesso di Edipo al contrario.

È un romanzo misterioso, lunare, sinistro, enigmatico. “Perdere la testa” per amore è un modo di dire. Qui viene rappresentato letteralmente. 

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