“Dove sono in questa storia” di Emir Kusturica

di / 8 novembre 2011

Dove sono in questa storia. Un’affermazione non una domanda. Un titolo che racchiude al suo interno una premessa e allo stesso tempo una promessa: raccontare una storia all’interno della Storia, quella vera, reale e scomoda che noi tutti conosciamo ma che in pochi hanno vissuto.

Emir Kusturica, rinomato regista balcanico, apre i cassetti della sua memoria per scrivere una biografia semplice e intima, in cui grazie ad un susseguirsi di madeleine proustiane, ripercorre i momenti, le emozioni e i personaggi che l’hanno portato a essere il personaggio di fama internazionale che noi tutti conosciamo. L’intento primario è quello di ricostruire la propria storia, quella di Emir, un ragazzo che con genuinità si scontra con la vita e le sue sfaccettature all’interno di un contesto familiare  e nazionale particolare: la Jugoslavia degli anni sessanta, il regime di Tito e la guerra che ha portato all’attuale frammentazione della penisola balcanica. Scorrendo le pagine del libro, ci si accorge subito di avere tra le mani qualcosa di ben più prezioso: un inedito manuale che descrive e racconta la crescita artistica di un regista che al cinema ci è arrivato un po’ per caso, senza troppe ambizioni ma carico di desiderio e passione. Il libro si presenta come un Amarcord in versione dattiloscritta che rivive la nascita di un talento, una collezione di sequenze di vita raccolte dal protagonista in un minuzioso lavoro di ricerca mnemonica durato 15 anni. Il legame con Fellini e la sua cinematografia non si riscontra solo nella struttura narrativa dell’opera, ma soprattutto nella poetica e nello stile dell’artista: quel film che dopo vari tentativi Emir studente riesce finalmente a vedere e a fare suo, diventerà la fonte d’ispirazione di tutta la sua cinematografia. Come Fellini, Kusturica lega i propri personaggi e i loro volti al contesto in cui si dipanano le loro avventure, in un’ottica neorealista che arriva a descrivere non solo storie di gente comune, ma la Storia, quella universale.

Il libro, grazie alle ricche e minuziose descrizioni dei personaggi e a una frammentazione scenica tipica del cinema, si avvicina molto nello stile narrativo e sintattico a un film.  I diciassette capitoli che compongono l’opera sono fondamentali per la ricostruzione visiva e realistica del contesto storico e rappresentano una carrellata di immagini e sensazioni che si concretizzano inconsciamente nella mente del lettore, che quasi si sente più spettatore che lettore.

Dopo la lettura cinematografica di Dove sono in questa storia si ha un quadro completo di Emir e del suo cinema, si ha quasi la sensazione di capire il suo pensiero e le scelte stilistiche che stanno alla base della sua poetica. A posteriori riguardando i suoi film, si possono ritrovare l’attivismo politico del padre Murat, la forza materna di Senka, l’affetto sconfinato per la moglie Maja e i suoi figli e quell’amore per la propria patria che lo porta a schierarsi con fierezza contro gli orrori della Storia.

Il titolo originario del libro tradotto alla lettera, sarebbe “La morte è una voce non confermata”, una frase che ritorna spesso all’interno del manoscritto e che chiude la biografia del poliedrico artista. Questo titolo ben dichiarava la volontà di creare un’opera che potesse sfidare l’oblio, ovvero la morte dei ricordi, un meccanismo che automaticamente porta l’uomo a dimenticare la sofferenza e l’orrore per andare avanti. Kusturica è proprio a questo meccanismo che vuole ovviare: il libro rivive con forza quei ricordi scomodi con l’intento di dimostrarne l’utilità se visti in un’ottica futura.

Emir Kusturica è forse il cineasta contemporaneo che vanta il maggior numero di premi ricevuti, se relazionati alla sua produzione filmica, ed è cresciuto in un contesto ben lontano dai luccichii hollywoodiani o dalle avanguardie europee. È un artista che deve la sua fama al suo innato talento e al coraggio di confermarsi sempre sopra le righe.

Questo libro non è una mera biografia, ma è un viaggio, una scoperta e un percorso all’interno dell’Arte e della Storia.

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