“Taddrarite” di Luana Rondinelli

di / 20 marzo 2012

Teatro Argot mi hanno detto, Trastevere. Chi l’avrebbe pensato di entrare nella corte di un palazzo, a due passi da San Cosimato, gli occhi a San Francesco a Ripa, la testa in attesa di capire cosa si sta andando a vedere.
C’è odore di zagare questa sera al teatro. Uno spazio piccolo, chiuso. I piedi non entrano perché le panche sono troppo strette tra loro, ci si appoggia gli uni con gli altri per cercare anche minimamente di allargarsi. Siamo abituati alla comodità, oggi. Abbiamo perso il gusto dei palchi artigianali o forse abbiamo perso il gusto del teatro, quello vero. Dell’odore di sudore, della voce che ti entra nelle orecchie, dell’alito di chi ti sta accanto, troppo stretto. Ma è teatro questa sera, teatro vero, a tutti gli effetti. Scena sobria ma aurea, perfetta. C’è il buio e una bara al centro, sembra vera, con tanto di croce dorata, bella in vista.

Poi si accendono le luci. Meglio: diminuisce il buio e spuntano tre donne. Tre ragazze, anzi. Tre ragazze che si fanno donne per raccontare e raccontarci. Cosa? La loro storia. Che poi mica è loro: fa lo stesso.
Si capisce dalla voce che sì, è a Trastevere il locale, ma non il cuore. Guardiamo in basso: Napoli, Calabria. Eccola, si vede, oltre lo stretto: la Sicilia. Il cuore è lì e anche la mente. La loro adesso, la nostra dopo. L’atmosfera funziona, e non solo quella.
Tre donne siciliane, quindi, e un funerale. Solo questo? No, una notte inquieta. Una notte di segreti e cose dette, non dette, rimangiate, infine urlate. Una notte di storie che poi è una e vergognosa. Una storia che racconta di violenze, di paure, di lacrime. E di silenzi, purtroppo.
S’invoca un rosario che non arriva, non completerà mai il suo giro. Ad arrivare sono le confessioni (loro) e i sorrisi amari (nostri): un’esplosione di emozioni a cui assistiamo intontiti. E non è la sedia scomoda.
Scopriamo che le donne sono sorelle e insieme stanno a “piangere” il defunto marito della terza, la più piccola. Ma di lacrime non escono (se non in pubblico, ma quella è maschera e tutto il resto), esce tutt’altro.

Bravissima la “vedova” Maria alias Claudia Gusmano che interpreta alla perfezione il ruolo affidatogli da Luana Rondinelli (sorella in scena che capisce il contrasto tra chi si è/chi si vuole-deve far vedere, regista fuori, impeccabile nella trasposizione). E brava anche Adriana Parrinello nella ricerca di una razionalità difficile da trovare.
Vite asfissiate dal silenzio (e dalle botte soprattutto) che si ritrovano alla fine, abbattuto il male o parte di esso, in una foto di famiglia (antica) e in un pensiero alle figlie che diverranno grandi.
La storia sì, fa brutti scherzi ma stavolta no, non è possibile. Le figlie non devono provare quello che hanno provato le madri: in nome di un amore che fa desiderare di morire per sfinimento.


Taddrarite
regia di Luana Rondinelli
con Claudia Gusmano, Adriana Parrinello e Luana Rondinelli

Andato in scena lunedì 19 marzo 2012, presso il Teatro Argot di Roma.

Per ulteriori informazioni:
http://taddrarite.altervista.org/

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