“Volfango dipinto di blu” di Elvio Calderoni

di / 30 luglio 2012

Volfango dipinto di blu è il nuovo libro di Elvio Calderoni, al suo secondo romanzo con i tizi di Miraggi edizioni.

Volfango, che non ha ancora diciotto anni, un giorno scompare; solo un biglietto fa pensare a tutti che la sua sia una scomparsa volontaria. Dopo due mesi viene ritrovata la sua macchina carbonizzata con dentro un corpo, anch’esso bruciato, martoriato e praticamente irriconoscibile se non fosse per quell’unico tatuaggio sul polso. Solo Giovanna, la sorella, non crede che quel corpo appartenga a suo fratello; è convinta che Volfango sia ancora vivo, da qualche parte, lontano, ma ancora in vita. I migliori amici del ragazzo provano a convincerla ma senza risultati; loro, per sentire ancora la presenza del compagno in classe, costruiscono un pupazzo di cartapesta: stessa postura, stessa occhiali da sole, stesse scarpe di Volfango. Sembra davvero che seduto al banco ci sia lui accanto a Piero, che da quando Volfango è scomparso non trova il coraggio di tornare a scuola, finché la “creatura”, così chiamano il fantoccio, non viene portata in classe. Piero e Volfango si ritrovano così ancora seduti insieme al loro banco, dipinto per l’occasione di blu.

Volfango dipinto di blu è un libro che non permette distrazioni, nemmeno per un attimo, per non correre il rischio di perdere anche il minimo, apparentemente trascurabile dettaglio sulle intricate vicissitudini dei protagonisti che, incrociandosi, tessono la trama della storia. A dispetto del titolo, infatti, il protagonista non è solo Volfango, ma anche tutte quelle persone che, chi più chi meno direttamente, hanno a che fare con lui: Giovanna, che va avanti con la sua vita, certa che il fratello sia solo partito, tanto da trasmettere tale certezza anche a chi la incontra per la prima volta («Giovanna sente con certezza la presenza costante nel mondo, in un altro posto del mondo, di suo fratello»); i compagni di classe, che si fanno forza tra di loro imparando a convivere con l’assenza di Volfango; ma anche Hanna, la professoressa di tedesco legata a un gruppo di terroristi; e ancora Antonio e Piergiorgio, che si scambiano il lavoro e la città per fuggire entrambi da qualcosa. Tutte esistenze apparentemente senza alcun legame tra loro ma che alla fine si intrecciano, tra colpi di scena e rivelazioni inaspettate.

Altra protagonista di queste pagine è la musica, di cui l’autore è indiscusso conoscitore; dai Guns’n’ Roses ai Subsonica fino a Ivano Fossati, questa componente del libro accompagna i protagonisti nelle loro particolari vicissitudini, e contemporaneamente alle parole dell’autore scorrono anche le note delle canzoni da lui citate.

Volfango dipinto di blu una volta finito lascia un senso di incertezza: viene da chiedersi se si sono capiti pienamente tutti i nessi tra le persone e i fatti raccontati; viene istintivamente da riaprire il libro per rileggere i singoli dialoghi o le descrizioni di qualche avvenimento per essere certi di non aver perso qualche particolare. Proprio come spesso accade nella vita reale.

Una storia che fa riflettere su come l’assenza di una persona possa avere ripercussioni tanto forti sulla vita di coloro che gli stavano accanto; sul come scappare a volte possa sembrare la soluzione più facile, ma non la scelta giusta e soprattutto sul fatto che non è mai troppo tardi per cambiare le cose. Un libro da leggere. Obbligatoriamente.

 

(Elvio Calderoni, Volfango dipinto di blu, Miraggi Edizioni, 2012, pp. 224, euro 13,90)

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