“Nato a Casal di Principe”  di Amedeo Letizia e Paola Zanuttini

di / 19 novembre 2012

«Perché non è automatico che se nasci a Casale diventi camorrista», è casomai vero che se nasci a Casale sai cosa vuol dire esserlo.
Nato a Casal di Principe (minimum fax, 2012) è il tentativo di raccontare una realtà, come è anche il volerla fissare nel tempo. Un’istantanea che parla più di certi stereotipi, portandoci a guardare oltre questi perché fotografa movimenti invisibili: quelli di coloro che sono dentro la realtà insieme alle loro storie.
Ed essere nato a Casal di Principe può portare a capire se essere uomini o lupi, come nel caso di Amedeo Letizia, che con la sua storia ci fa entrare in una realtà quasi in maniera familiare, facendoci ascoltare dall’interno quello che a tratti è un dialogo cadenzato con l’autrice della storia, Paola Zanuttini e, per un altro verso, è un racconto che assume le linee dell’indagine investigativa.
Un’indagine che, al di fuori dei risultati che otterrà, porta con sé una riflessione sul significato dell’essere casalesi, nel senso culturale del termine.
Parlare di camorra, di Iovine, Sandokan, è soltanto un lato delle storie casalesi, mentre fare un tour tra Casale, Aversa, Giugliano significa portare fuori storie in sospeso di perdite, partenze e ritorni in una scrittura che sottolinea l’importanza dell’appartenenza a un luogo, senza dimenticare che esiste, al di fuori di essa, una realtà più grande, che può chiamarsi Italia, o modernità.
I tic di una realtà, le sue cure, i suoi simboli, uniti allo slang dell’hinterland, rendono un’idea di Casal di Principe e dei suoi personaggi dell’interno, con l’unica pretesa di restituire se stessi alla pagina.
E forse il punto di forza più grande di queste pagine è il loro mostrare la consapevolezza di voler scrivere un libro che riflette sull’importanza di scrivere, soprattutto quando si acquista la consapevolezza che la storia non arriva a raccontare tutte le storie, riuscendo a farci conoscere un’altra versione della realtà.
Nato a Casal di Principe assomiglia a un romanzo di formazione in cui sembra quasi che si vada a ricercare il senso moderno del rapporto tra uomo e natura, unendo a questo la forza descrittiva del romanzo storico che ci fa osservare la complessità della società nel suo divenire come nel suo provenire da qualcosa, aggiungendo a ciò che sappiamo grazie all’intuizione che da una storia di provincia si può riflettere più da vicino sulla Storia, quella italiana, come quella universale.

(Amedeo Letizia, Paola Zanuttini, Nato a Casal di Principe. Una storia in sospeso, minimum fax, 2012, pp. 163, 12 euro)

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