“Bagliori estremi”, a cura di Anna Boccuti

di / 4 dicembre 2012

«Dio non gioca a dadi, gioca a nascondino». E ancor più ama farlo tra le pagine di un libro di narrazioni pigmee per scelta, non per difetto costituzionale. Credereste voi sia possibile che la frase d’esordio sia essa stessa un racconto fatto e compiuto? Ebbene sì lo è (l’autore si chiama Fabián Vique), se il raccontare si fa bagliore estremo, scossa che “sequestra il lettore”, lo sconcerta, lo punge e lo annichilisce in un istante portandolo al di là del consueto, del consentito; in profondità, nei meandri della realtà che si tinge di irreale, tra le pieghe del mistero, dell’assurdo o del fantastico sulla scia di Borges o di Cortázar. Avrete queste e altre scosse, punture sottopelle, destabilizzazioni intrapsichiche e muscolari, immergendovi nel mondo fitto, frammentato e talvolta lancinante dei Bagliori estremiMicrofinzioni argentine contemporanee, antologia pubblicata nella collana Gli eccentrici (suggestive le copertine: immagini create dalla pittrice e traduttrice Federica Di Lella) dalla casa editrice salernitana Arcoiris. Una giovane realtà editoriale che predilige pescare oltreoceano, in acque tumultuose ma vive, anziché restare nello statico catino mediterraneo malato di accidia.

Mentre noi, affacciati alla finestra italiana, ci soffermiamo a dibattere ancora e ancora sull’unità di tempo luogo e azione, sulla barba di Aristotele piuttosto che su quella di Platone, sulla morte del romanzo che intanto continua a disporsi, fosse pure in versione porno soft, nelle scaffalature di ogni emporio per poi svuotarle; mentre qui da noi si discute se la forma racconto possa mai, eventualmente previa domanda in carta bollata, rottamare il romanzo ed è materia di primarie e scommesse; altrove fanno conflagrare tutte le contraddizioni, le irrisolutezze e le inquietudini di tempi post-eroici in forma di racconti ridotti all’osso. Ossicini del pensiero, del sapere, delle emozioni, del lessico, della visionarietà, della creazione.

Gli scrittori da quelle parti sono diventati come artificieri al contrario: non disinnescano l’ordigno che è la realtà, ma lo fanno esplodere particella per particella. E nascono quelle curiose forme altrimenti ribattezzate micro finzioni: «Genere tanto diffuso in area ispanoamericana e ancora cosi poco familiare» da noi, conferma nell’introduzione dedicata all’intrepido lettore, Anna Boccuti, ricercatrice di lingue e Letterature Ispanoamericane all’Università di Torino che si è avventurata nel terreno scivoloso della traduzione di questi esemplari. L’antologia eccentrica (la collana è diretta da Loris Tassi, professore a contratto di letterature ispano americane) raccoglie i componimenti di ventuno autori più o meno noti al pubblico; scrittori argentini, perché non provengono solo dalla città di Buenos Aires ma da tutta l’area rioplatense; accomunati dall’aver dato vita a «piccole feroci creature» secondo l’incisiva definizione dell’argentina Ana María Shua che come autrice di microletteratura ha ottenuto il più importante riconoscimento in ambito iberoamericano. Le piccole feroci creature dell’antologia sono ripartite secondo un criterio tematico «per restituire al lettore un’idea complessiva delle diverse possibilità esplorate dal genere».

Per dare un’idea di che sostanza siano fatti questi componimenti ecco un assaggio, “Poeti” di Ana María Shua: «Naufrago in questo mondo remoto dove non passano né passeranno le nostre navi, perso su questo granello di polvere distante da tutte le rotte commerciali dell’universo, sono condannato alla solitudine essenziale dei suoi abitanti, incapaci di comunicare con uno strumento meno rudimentale, meno opaco del linguaggio. Io me ne servo per lanciare messaggi cifrati che solo gli altri naufraghi possono comprendere. La gente ci chiama poeti».

Certo è difficile classificare queste produzioni ibride: a volte somigliano a prose liriche, altre a motti di spirito, aforismi che si approssimano all’haiku. O, al contrario, non somigliano a nulla di ciò che abbiamo in mente, non sono paragonabili a niente né catalogabili, esistono e basta. È la letteratura argentina che “funziona” così dalle sue origini, spiega al lettore italiano spaesato la prefatrice; basti tornare con la mente alle celebri Finzioni borgesiane senza andare troppo indietro nel tempo. Nella brevità c’è anche la rivelazione di un modo di percepire la realtà: il senso delle cose è deflagrato e a noi sopravvissuti non resta che raccogliere i frammenti scomposti e incandescenti di questa atomizzazione e sub-atomizzazione fisica e metafisica. Qualche volta le schegge di realtà sono aghi che dilaniano la carne del lettore; altrimenti somigliano a piume solleticanti o a ludiche ricreazioni, a liberatori congedi dalla vita, prigione e tomba.

Certo, il rischio è che concentrando e condensando al livello massimo l’arte narrativa si giunga al grado zero della comunicazione stessa e si resti senza parole. “Senza parole” è proprio il titolo del micro racconto di Diego Golombek: «Venne il giorno in cui finirono le parole. Non accadde all’improvviso: il vocabolario si ridusse a poco a poco e la gente restava a bocca aperta, senza sapere che nome dare a una cosa o come chiamare qualcuno. Verso la fine erano rimasti soltanto i gesti».

Oppure il rischio è che succeda come nel racconto di Carlos Culleré, “Fine delle fini”, e che tutta questa iperattività all’osso sia l’annuncio della fine. «E ciò che è accaduto, che io so che è stato anche se non so né quando né come né perché è così semplice: è stata la mia vita, la tua vita, la vita di tutti e anche la storia universale. È accaduta all’improvviso una volta per sempre e, in verità, mai».

Ci pare che siano rischi da correre se vogliamo avere notizie fondate sul presente e tentare di capire in che razza di contenitore ci siamo andati a ficcare.

Per chi volesse saperne di più, il prossimo 6 dicembre, alle ore 14 nell’ambito della Fiera dell’editoria di Roma, Più libri più liberi, sarà presentata la collana Gli eccentrici.

 


(Bagliori estremiMicrofinzioni argentine contemporanee, a cura di Anna Boccuti, Edizioni Arcoiris, 2012, pp. 184, euro 12)


Info sul sito:
www.glieccentrici.com

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