“La notte del gatto nero” di Antonio Pagliaro

di / 4 febbraio 2013

La notte del gatto nero (Guanda, 2012) è il terzo romanzo di Antonio Pagliaro, che ha scelto di ambientare la narrazione, ancora una volta, a Palermo, sua città natale. Gli ingredienti essenziali del noir ci sono tutti: il senso di rassicurazione sociale e il lieto fine, propri del genere giallo, cedono infatti il passo alla confusione, all’incertezza e ai dubbi che si annidano nella mente di Giovanni Ribaudo nella disperata ricerca della verità sul figlio.

Chi era davvero Salvatore? L’immagine che Giovanni aveva dipinto con le sue aspettative di padre era quella di un ragazzo che si sarebbe dovuto laureare alla facoltà di Legge o Medicina in cinque anni al massimo, garantendosi così un futuro brillante, senza preoccupazioni. Ma davanti alla diretta del posticipo di serie A Chievo-Torino, Salvatore aveva affermato con forza il suo desiderio di libertà, di indipendenza e la voglia di partire per gli States una volta finiti gli esami di maturità. La vita di Giovanni Ribaudo, rispettabile docente e cittadino palermitano, è stravolta. Il preludio del dramma viene annunciato con il trillo del telefono alle tre e trentadue di una notte solo in apparenza come le altre. Una donna cerca con una certa urgenza Salvatore che, però, non è ancora rincasato e, per di più, ha il cellulare spento. Nulla di strano se un giovane si trattiene fino a tarda ora fuori casa. La preoccupazione diventa angoscia laddove il mattino seguente il letto è ancora vuoto. Scomparso. Ritrovato. Perso per sempre. «Il mondo di Giovanni si era rimpicciolito. Il mondo di Giovanni era Salvatore, solo Salvatore».

La giustizia, valore che Giovanni era sicuro di aver insegnato a Salvatore all’età di sei anni, e per se stesso principio guida di tutta un’esistenza, diventa nel corso degli accadimenti una parola svuotata dei suoi ideali e farcita con del sangue, di “vittime” più o meno innocenti. «Prima di Salvatore, Giovanni nutriva l’illusione che la giustizia degli uomini esistesse. Era sicuro che il suo diritto alla giustizia fosse inalienabile, suo e di ogni altro cittadino. Era sicuro che da qualche parte esistesse sempre un giudice che decideva la cosa giusta. Ma le sue sicurezze erano quelle del moscone che crede di poter uscire. Ormai aveva abbandonato questa idea. Il Giudice era morto. Il Diritto era morto. Era stufo di crederci e stufo che le sue speranze venissero infrante. Non si sarebbe più concesso di credere alla Legge».

Antonio Pagliaro focalizza l’attenzione sulla psiche umana, sulla costruzione e la perdita delle certezze. Ne La notte del gatto nero non c’è spazio per i moralismi. I diversi punti di vista offerti dalla varietà dei personaggi guidano verso la comprensione di una realtà multiforme. I fatti parlano da soli. Presente e passato si intrecciano.

«Volevo un gatto nero, nero, nero, mi hai dato un gatto bianco, e io non ci sto più». Salvatore da piccolo adorava ascoltare questa canzoncina. Ci ballava  su e la cantava storpiando le parole. Oltrepassando la porta del Gatto Nero Pub, Giovanni affoga nell’alcol la memoria del figlio e segna un passaggio decisivo nella sua storia personale. Se fino a questo momento nel romanzo prevalgono sentimenti di smarrimento, di dolore e di incredulità, d’ora in poi si assisterà a un’escalation di atteggiamenti distruttivi e aggressivi che, sfociando nella disperazione più pura, inevitabilmente inaspriscono anche i toni narrativi.

L’incontro casuale nel pub, con un amico di vecchia data che non vedeva da trent’anni, dai tempi dei banchi di scuola, apre la mente del professor Ribaudo a nuove strade percorribili. «Giovà, vuoi sapere qual è l’unico modo per avere giustizia? Ci devi pensare da solo».

Ne La notte del gatto nero, oltre al dramma del professore e di sua moglie, vengono evidenziate questioni di più largo interesse collettivo che conducono il lettore a una profonda riflessione sulla realtà attuale. Un domani chiunque potrebbe trovarsi nei panni di Salvatore e/o di suo padre. Il romanzo di Antonio Pagliaro è senza dubbio un noir dalla lettura scorrevole, resa tale anche da una trama più che convincente.


(Antonio Pagliaro, La notte del gatto nero, Guanda, 2012, pp.206, euro 14,50)

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