“La pillola del giorno prima” di Marco Malvaldi e Roberto Vacca

di / 21 febbraio 2013

La pillola del giorno prima. Vaccini, epidemie, catastrofi, paure e verità (Transeuropa Edizioni, 2012), è un libricino dalle grandi pretese: in poche pagine cerca di trattare dei più disparati argomenti riguardanti la salute fisica e mentale degli uomini riflettendo sul tema delle epidemie, siano esse causate da virus veri e propri, o dalla diffusione contagiosa di paure, che i mezzi di comunicazione della società contemporanea amplificano a dismisura.

Il libricino è scritto a quattro mani e si divide in piccoli capitoli ognuno firmato da uno degli autori, ma ci tengono a precisare che la firma è solo un indicazione di comodo in quanto la collaborazione è stata totale. Gli autori sono due persone conosciute. Roberto Vacca appare spesso in trasmissioni televisive in qualità di esperto di scienze e tecnologia. Dal volto a spigoli acuti, come le sue spiegazioni e l’invidiabile pizzetto brizzolato, di professione fa il matematico. Marco Malvaldi è invece un chimico, ed il suo volto è meno conosciuto, oltre che meno spigoloso, ma è noto per essere uno scrittore di romanzi gialli apprezzati dal pubblico e dalla critica. A nemmeno 40 anni ne ha già pubblicati sei, oltre a racconti, altri scritti e qualche saggio, e viene considerato una rivelazione nonché una bella promessa. Nessuno dei due ha studiato medicina sistematicamente, come viene dichiarato nella prefazione, e questo potrebbe essere un punto di forza del libro perché siamo convinti che un approccio diverso rispetto alla medicina può apportare considerazioni interessanti e nuove.

A patto di non votarsi alla superficialità. Argomenti importanti e complessi vengono affrontati con parzialità senza considerare tutte le problematiche che i vari temi trattati pongono. Si parla, per esempio, degli effetti che gli Organismi Geneticamente Modificati, o i pesticidi, naturali o di sintesi chimica che siano, possano avere sulla salute umana, senza minimamente accennare all’impatto che il loro utilizzo potrebbe avere sull’ecosistema.

Chi scrive è convinto che modificare un seme facendogli fare un salto evolutivo, per il quale la natura, da sola, impiegherebbe qualche milione di anni, in un piccolissimo lasso di tempo, possa creare gravi squilibri a un ecosistema complesso e delicato come quello della terra. E che l’utilizzo di pesticidi ha prodotto gravissimi danni all’ambiente, tra l’altro perdendo la battaglia contro i parassiti, che diventano sempre più resistenti e aggressivi e per i quali bisogna inventare sempre nuove sostanze, magari più pericolose, per poterli combattere. Inoltre affermare che sia stata fatta una lunga sperimentazione per gli OGM è quanto meno discutibile considerato il poco tempo trascorso dal momento della loro creazione. O ancora, sminuire l’importanza del Principio di precauzione, una grande conquista del diritto contemporaneo, affermando che sia uno strumento mediante il quale la politica, con decisioni arbitrarie, vuole sostituirsi alla scienza è assolutamente falso e fuorviante. Tale principio secondo la Comunicazione della Commissione Europea sul Principio di precauzione del 2 febbraio del 2000 trova applicazione tutte le volte in cui «una preliminare valutazione scientifica obiettiva» indica che vi siano ragionevoli motivi di temere che i possibili effetti nocivi sull’ambiente e sulla salute degli esseri umani possano essere incompatibili con l’elevato livello di protezione che la Comunità vuole garantire. Infatti Si può ricorrere a tale principio solo in presenza di tre condizioni: «L’identificazione degli effetti potenzialmente negativi; la valutazione dei dati scientifici disponibili; l’ampiezza dell’incertezza scientifica».

Il libro non è una lettura facile, anche se è scritto in maniera semplicissima (a parte il capitolo in cui vengono applicate delle formule matematiche): si fa molta difficoltà a capire quale sia la tesi o l’opinione dell’autore, e addirittura, a volte viene il dubbio che ce ne sia una per quanto il discorso tende a perdersi tra racconti bislacchi, formule matematiche e citazioni di articoli scientifici di riviste di grandissima rinomanza. Il discorso non è continuo, sembra slegato e a fine lettura quello che ci rimane sono dei piccoli flash, tanti dubbi e molte perplessità.


(Marco Malvaldi, Roberto Vacca, La pillola del giorno prima. Vaccini, epidemie, catastrofi, paure e verità, Transeuropa Edizioni, 2012, pp. 172, euro 12)

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