“Ultimo Parallelo” di Filippo Tuena

di / 9 marzo 2013

«Il libro più aspro che ho mai scritto. Soltanto apparentemente è il resoconto di un’esplorazione polare. Disorientamento, distruzione, fallimento».

Con queste parole Filippo Tuena sintetizza Ultimo parallelo, uno dei suoi migliori romanzi (Premio Viareggio 2007), pubblicato per la prima volta da Rizzoli nel 2007 e ora riscoperto da Il Saggiatore con una nuova edizione.

La storia che Tuena racconta è nota e terribile. Nell’assoluta solitudine dell’Antartide quattro uomini guidati dal capitano Robert Scott immolano il proprio corpo e il proprio spirito nel tentativo di raggiungere la loro illusione, il polo sud – luogo reale per convenzione –, dove piantare la bandiera della gloriosa Gran Bretagna. Ma già a pochi chilometri dalla meta capiscono di essere stati preceduti dalla spedizione rivale del norvegese Roald Amundsen. Sfaldati dall’atroce delusione, Scott e i suoi compagni sono destinati a pagare l’impietoso contraccolpo della sconfitta nel peggiore dei modi. Durante il viaggio di ritorno, vinti dalla stanchezza e dal freddo, si consumano inesorabilmente. I loro corpi verranno ritrovati mesi dopo, insieme ai diari e a una macchina fotografica, tutto ciò che resta del tragico fallimento.

Testimone onnipresente della dolorosa missione è l’«uomo in più», un oscuro miraggio, l’evanescente presenza percepita dagli esausti esploratori, resi ciechi dal riverbero della luce sulla neve. Di lui ce ne accennano i diari, di lui T.S. Elliot ne fa poesia in The Waste Land. Come una premonizione nefasta affianca i cinque inglesi, vaglia la loro forza e il loro istinto di sopravvivenza, prende atto delle scelte errate che porteranno all’annientamento finale delle loro esistenze.

Attraverso un magistrale lavoro di tessitura del dato reale con l’elemento di fantasia, Filippo Tuena riesce a costruire un romanzo corale in cui la voce del misterioso accompagnatore – un artificio narrativo di grande effetto – si alterna alle parole vive e strazianti dei membri della spedizione. E sembra proprio di vederli, allora, Scott, Bowers, Oates, Wilson e Evans, mentre soccombono, sopraffatti dalla delusione e dalle intemperie, con l’eroica sottomissione propria dell’essere primordiale.

Ultimo parallelo è, dunque, una feroce rappresentazione della fragilità dell’uomo e delle sue illusioni. Un libro che si imprime nelle ossa come il gelo artico, che disorienta come una sconfitta definitiva, che commuove come un addio forzato, entrando di diritto nel canone della letteratura italiana contemporanea. 


(Filippo Tuena, Ultimo parallelo, Il Saggiatore, 2013, pp. 296, euro 15)

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