“La caduta” di Giovanni Cocco

di / 19 marzo 2013

Come saranno ricordati questi anni dieci del nuovo millennio? La caduta (Nutrimenti, 2013), il primo romanzo di Giovanni Cocco, dà una risposta a questa domanda: si ricorderanno come gli anni della caduta dell’Occidente.

Ci sono tutte, le cartoline del terzo millennio, in questa raccolta: l’uragano Katrina, lo scoppio della bolla immobiliare, la strage degli attentati di Londra e Madrid, la tragedia – di ieri, di oggi e di domani – della povertà, la virulenza dello scontro culturale. I personaggi della storia dell’oggi sono tutti modesti, eroici, non memorabili individui che nei diversi luoghi di questa macro-regione, concettuale piuttosto che geografica, cercano di restare in equilibrio, di gravitare con coerenza nella scia della fulgida stella del grande Occidente che nella notte del dieci agosto di qualche tempo fa, bombe, violenza, povertà e cinismo hanno staccato dal cielo. A rendere umane queste grandi tragedie, ci sono infatti piccole storie familiari in cui si sente riecheggiare, da un lato, la maledizione delle colpe dei padri che ricadono sui figli e, dall’altro, si possono intravedere le fondamenta del mondo che verrà. Divisa tra Prologo ed Epilogo è la storia di Rafael e Roberto, in cui figlio nasce alla luce del padre in età adulta; l’atra faccia della tragedia è la sorprendente la storia di Ray e suo padre, nelle acque trasparenti del Mississippi; commovente è quella di Paul e Philippe, dove a sopravvivere è l’individuo sbagliato.

Ciò che affascina maggiormente di questo romanzo è, però, l’impianto che lo sostiene, talmente articolato che senza l’aiuto concesso al lettore nella nota di chiusura non sarebbero immediate né l’intuizione dell’elaborato disegno architettonico né la sua comprensione. Cocco sceglie di scrivere un romanzo dalle atmosfere bibliche spiegando egli stesso come questa scelta si evidenzi soprattutto nei richiami alle sacre scritture che introducono ciascun episodio e nelle rispondenze interne tra le parti del testo che corrispondono ai simboli della tradizione numerologica biblica. Come negli affreschi della grande tradizione italiana, poi, Cocco rappresenta le scene bibliche all’interno di un involucro che richiama i cicli pittorici del Quattrocento e Cinquecento, segnatamente la cappella Ovetari del Mantegna e la cappella Portinari di Fossa. I capitoli rappresentano le scene principali e sono separate dai tondi che riportano le storie di Helladios, George, Jérôme e Carmine.

Con La caduta prende avvio il ciclo di quattro episodi annunciati da Giovanni Cocco di cui si comporrà La Genesi: una grande opera che, una volta conclusa la lettura, non si può fare a meno di considerare ambiziosa, ma sicuramente, nelle possibilità di questo autore. Un esordio brillante, un romanzo coinvolgente, crudo ed epico. Da leggere.

(Giovanni Cocco, La Caduta, Nutrimenti, 2013, pp. 223, euro 16)

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