“Circo Itaglia” di Pep Marchegiani

di / 26 giugno 2013

«Peel slowly and see», scriveva Andy Warhol nel 1967, invitando i fan dei Velvet Underground a sbirciare sotto la buccia della sua mitica banana. E a quasi cinquant’anni da allora, quell’invito sembra ancora presente. Warhol dentro ci vide un pene; chi la sbuccia oggi forse ci vedrà una repubblica.

Questo forse è ciò che suggerisce Pep Marchegiani incidendo la sua versione del frutto pop per eccellenza sulla quarta di copertina di Circo Itaglia (Neo Edizioni, 2013), libro/album d’immagini d’esordio di quello che è uno degli attuali e più noti rappresentanti della Pop Art nazionale. Uscito il 15 febbraio, a distanza ravvicinatissima dalle ultime elezioni politiche, è un libro che parla con un linguaggio spregiudicatamente colorato, ostinatamente clownesco ma al tempo stesso reale, come è quello dei personaggi che ospita, raccolti qui e là dalla nostra scena politica.

«Molti dei nostri politici sono degli incapaci. I restanti sono capaci di tutto», recita Boris Makaresko nell’epigrafe che apre le porte di «Monkeycitorio», il circo che ha prestato a Marchegiani le facce e le voci che compongono le 112 tavole del libro. Eccoli allora i veri protagonisti, i clown, o meglio, i politici italiani ritinteggiati a nuovo, tragici eroi di un’epopea repubblicana che va avanti a suon di proclami istrionici, battute grottesche, uscite infelici e indimenticabili come tormentoni di cui però Pep non si prende nessuna responsabilità. A chi li disegna spetta soltanto il compito di presentarceli nella cornice che più gli si addice e di rivestirli della carica di cui si sono spogliati al loro ingresso nella «SEDE DELLA CAMERA DEI PREGIUDICATI», lasciando a loro libertà di parola assoluta.

 


 

Ed è proprio grazie a ciò che dicono, e che Marchegiani riporta intatto ad accompagnare le tavole dopo un attento bricolage massmediatico, che i personaggi mettono in luce tutto il loro potenziale circense. Il risultato si avvicina a qualcosa di simile ai manifesti elettorali a cui siamo abituati, solo più colorati, pop, irriverenti e disgraziatamente realistici.

Nel circo di Marchegiani c’è tutta la nostra classe politica: dai veterani come Napolitano alle new entry dello show politico come Grillo, senza dimenticare di ritagliare uno spazio doverosamente più ampio a chi più di tutti ha portato avanti la baracca con tanto impegno e ci la messo la faccia. Su tutti il «Bunga King» Silvio e quelli del governo «Mario & Monti», che oltre che clown sanno essere i testimonial perfetti per qualsiasi prodotto, in scatola e non.

 

 

Circo Itaglia, visto anche il periodo in cui arriva alle stampe, sembra voler essere un affresco composto da tanti piccoli ritratti che, al di là del singolo dettaglio, mettono in risalto la particolare pochezza di una classe dirigente abituata a farsi conoscere più per ciò che di imbarazzante li contraddistingue. La gaffe prende il posto dello slogan e, come un denominatore comune, anima il palazzo politico di clowneschi scivoloni che fanno ridere e raccapricciare. Un libro che possiamo circoscrivere al periodo in cui viviamo e votiamo, ma che sembra quasi voler essere un modo in più per tenere a mente ciò che è la politica oggi e ciò di cui invece abbiamo bisogno. Anche quando le persone non lo dimostrano, un libro è invece sempre un oggetto politico.

(Pep Marchegiani, Circo Itaglia, Neo Edizioni, 2013, pp. 132, euro 15)

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