“Fratto X” di Antonio Rezza e Flavia Mastrella

di / 9 settembre 2013

Luci spente e una macchinina giocattolo telecomandata con una struttura di cartone verticale attaccata e un palloncino bianco in cima fa il suo ingresso sul palcoscenico. Comincia a girare a vuoto al centro della scena facendo ampi circoli nel silenzio più totale. Due lunghi minuti. A un tratto entra lui, Antonio Rezza, magro e mezzo nudo che con uno spillo fa scoppiare il palloncino commentando lapidario: «Perché la spensieratezza va stroncata alla nascita». Risate.

Descrivere uno spettacolo di Antonio Rezza a chi non lo ha mai visto è come raccontare una discesa col parapendio a chi non si è mai mosso dal divano di casa. È come descrivere il sapore del vino a un astemio o il gusto della nutella a un eschimese che nella sua vita a mangiato solo aringhe. Può piacere o no, ma uno spettacolo del performer di origini piemontesi è sicuramente unico perché nessuno fa quello che fa lui nel modo in cui lui lo rappresenta. In scena sul palco dell’edizione 2013 del Frammenti Festival di Frascati, Rezza recita Fratto X, il suo ultimo spettacolo. Una perfomance che definire “fisica” è senz’altro riduttivo. Perché il suo corpo magrissimo non si ferma un attimo e ogni suo muscolo e ogni suo nervo sono protagonisti quanto lui, così come i suoi capelli ricci, il suo volto scavato, i suoi occhi fuori dalle orbite e la sua voce ora stridula, subito dopo baritonale.

Una messinscena minimale quella di Flavia Mastrella, artista, scultrice, scenografa nonché partner e coautrice storica di Rezza. Sfondo nero, un paio di teli bianchi che servono a Rezza da vestito, copricapo, sipario, benda, sudario, tunica e pareo.

La voce recita un copione brillante, nonsense, surreale, testi cinici, sferzanti a tratti blasfemi. Gli spettacoli di Rezza appartengono al comico che, inteso nell’accezione di Carmelo Bene, è «cattiveria pura: il ghigno del cadavere».Rezza è sprezzante con il suo pubblico. Un bambino piange? Lui: «E non sa ancora che futuro l’aspetta». Uno spettatore in prima fila guarda nel punto sbagliato una scena: «Dove cazzo guardi?». In scena Rezza si pone in una dimensione narcisistica di onnipotenza bambina e si comporta di conseguenza. Narciso così come quando, intervistato sullo spettacolo da un giornalista che lo definisce semplicemente “attore”, lui risponde flemmatico e serio: «Io non sono un attore io sono il migliore performer vivente».

«Forse le piaccio perché sono all’antica e la penso come si pensava una volta e non riesco a pensarla come dovrei pensarla stavolta perché sono impegnato a pensarla come quella volta», dice il personaggio maschile della stralunata coppia Mario e Rita interpretati entrambi dalla voce di Rezza che doppia il corpo maschile di Rita interpretato “surrealmente” da Ivan Bellavista.

Il teatro di Rezza ormai da anni raccoglie i pareri più controversi e le ovazioni di critica e pubblico. Un pubblico che per assistere a uno spettacolo come questo non può essere pigro né timido, perché Rezza non perdona.

Un pubblico pronto a essere fustigato, “cazziato”, reso partecipe con specchi e luci, che improvvisamente illuminano i volti, e quindi “minacciato” di essere immaginato nudo come un verme dal resto degli spettatori. Perché come dice Rezza: «L’immaginazione non la puoi contenere, censurare né fermare».

 

Fratto X
di Antonio Rezza e Flavia Mastrella
con Antonio Rezza e Ivan Bellavista

Spettacolo andato in scena venerdì 6 settembre all’interno del Frammenti Festival 2013 di Frascati.

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