Cose che puoi fare con un barattolo di zuppa Campbell di Brock Adams
di Martina Baratta / 22 gennaio 2014
La strana traduzione del titolo (in inglese è Gulf, Golfo), non lascia intuire molto di Cose che puoi fare con un barattolo di zuppa Campbell (Round Robin, 2009) e non gli rende giustizia, quando invece il suo autore – un giovane laureato in scrittura creativa di nome Brock Adams – ha messo insieme una raccolta di racconti decisamente accattivanti.
I racconti brevi possono risultare una scelta un po’ vintage o demodé –per non dire obsoleta –, ma qui c’è una mescolanza di stili talmente variegati da amalgamarsi in un linguaggio attuale e fresco, sebbene non ci sia una vera e propria coesione tra le storie: storie che sono accomunate da situazioni ricorrenti e concetti chiave (la famiglia, i fratelli, il mare, il fiume, l’acqua) ed evocano immagini vivide e pulsanti, ricche di colori e personaggi ben caratterizzati nonostante le poche pagine di cui diventano protagonisti.
L’originalità sta nell’aver messo insieme tanti pezzi diversi che sembrano poter comporre lo stesso puzzle e incastrarsi senza difficoltà: con una semplicità disarmante l’autore è stato in grado di creare storie complesse che potrebbero tranquillamente essere scambiate per un capitolo autonomo di un romanzo ma anche resoconti di una sola pagina a metà tra un’introduzione e una freddura («La battaglia dei pollici» ne è un esempio perfetto).
La lettura risulta scorrevole e interessante, il pregio di questo libro è che riesce senza troppa difficoltà a essere un contenitore variegato in cui tutte le parti conservano autonomia, senza tradire però l’idea di fondo della raccolta, ovvero quella di riunire tanti piccoli pezzi che nell’insieme restituiscano un quadro preciso.
Il golfo, che la traduzione italiana non ha interpretato come un simbolo chiave, è in realtà il filo conduttore e la cornice della maggior parte dei racconti brevi; Adams, che in un’intervista ha detto di ispirarsi alla scrittura di Raymond Carver, l’ha scelto perché considera le correnti del golfo curative, «in grado di trascinare i personaggi lontano, verso la pace».
E in effetti il retrogusto che lascia la lettura di questo libro, nonostante alcuni racconti siano più cupi o intensi di altri, sa di pace e di estrema libertà, elementi che risultano essere l’essenza dello stile di Adams, per nulla intimorito dalle mille varianti lessicali che la scrittura offre né dalla possibilità di potersi staccare dal genere “classico” e osare un po’ di più, lasciandosi trasportare dalla corrente del golfo verso lidi ancora inesplorati.
(Brock Adams, Cose che puoi fare con un barattolo di zuppa Campbell, trad. di Davide Martirani, Round Robin, 2009, pp. 179, euro 13)
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