“Like a Fish”: a tu per tu con gli Anthony’s Vinyls

di / 21 aprile 2014

Abbiamo incontrato gli Anthony’s Vinyls in occasione dell’uscita del loro secondo album, Like a Fish. Ecco cosa ci hanno raccontato.
 

Partiamo dalla domanda più banale. Perché “i vinili di Antonio”?

Cercavamo un nome che richiamasse qualche disco o canzone del passato, questa ricerca era diventata una sorta di affare di stato, tutti gli amici hanno cercato di dare il loro contributo proponendo titoli di vecchie canzoni o vecchi vinili che avevano in casa. Il più assiduo e insistente in questa pratica è stato Antonio e, alla fine, stremati dal suo continuo proporre titoli di vinili abbiamo scelto di chiamarci The Anthony’s Vinyls.


Avete iniziato a suonare insieme nel 2010 e Like a Fish è il vostro secondo album. A noi sembra già maturo e completo. Quali sono le differenze e le somiglianze con il lavoro precedente?

Like a Fish dal precedente lavoro riprende le batterie, che rimangono sempre volutamente ritmate ma, a differenza del primo album, ha avuto una lavorazione più breve in fase di missaggio e questo si percepisce dal fatto che i suoni sono molto più vicini a quelli che proponiamo live, rendendo l’album più vero e diretto. La maturità di questo nuovo lavoro, a parer nostro, emerge anche nei testi che sono “ironicamente autobiografici”, cioè raccontano esperienze vissute dalla band senza però tralasciare il carattere ironico che ha sempre contraddistinto il nostro modo di fare ed è un po’ il filo conduttore tra i due album.


In alcuni brani del disco, le vostre sonorità sembrano avvicinarsi molto a quelle dei Calibro 35; in altri, come “Running Man”, si sente forte l’influenza del britpop anni ’90 e quella dei Franz Ferdinand. Confermate?

Ci fa piacere che le nostre sonorità somiglino a più cose, questo dimostra che stiamo lavorando sulla strada giusta non siamo copie di nulla ma abbiamo quella capacità di rimandare a più cose con la nostra musica. Sicuramente Britpop e Franz Ferdinand fanno parte del nostro background mentre è la prima volta che ci paragonano ai Calibro 35, che certo conosciamo ma non così bene da poter percepire questa cosa, quindi finita l’intervista andremo ad ascoltarci un po’ di brani.


Raccontateci la storia di “Radio Obsession”.

Era un brano dance, nato più di dieci anni fa nello studio del fratello di Massi, il cantante. Il riff e il cantato gli sono rimasti in testa tutto questo tempo tanto da riemergere durante una session in sala prove. Poi tutti hanno iniziato a suonare la cosa ci è piaciuta e abbiamo deciso di inserirla in Like a Fish.


Diversi pezzi di Like a Fish hanno un chiaro legame con le sigle delle serie tv anni ’80.

Sì, alcuni brani richiamano quelle atmosfere, siamo cresciuti con telefilm come Supercar, l’A-Team, Miami Vice e probabilmente questo ci ha influenzato inconsciamente e questa familiarità nei confronti di certe sonorità è uscita allo scoperto in questo disco.


L’energia che trasmettete è trascinante. Come sono i vostri live? Qualche data del tour?

Adoriamo suonare dal vivo: abbiamo fatto più di 150 concerti in 3 anni e mezzo, costruiamo pezzi ritmati e ballabili proprio perché ci piace vedere la gente saltare durante le nostre esibizioni. Chiunque voglia provare questa esperienza può venire a sentirci il 15 Maggio all’Art Cafè di Bari, altre date usciranno a breve e le troverete sui nostri social network.

 

  • condividi:

Comments

News

effe

“effe – Periodico di altre narratività” numero dieci

“effe – Periodico di altre narratività” numero dieci

Archivio