“Pasolini Roma”, al Palazzo delle Esposizioni fino al 20 luglio 2014

di / 5 giugno 2014

Che il legame tra il poeta, scrittore e intellettuale Pier Paolo Pasolini e la città di Roma fosse particolare – viscerale è la parola esatta – è cosa nota. In fuga dalle terre materne del Friuli, povero e disperato, Pasolini arriva nella capitale con la madre Susanna Colussi, il 28 gennaio del 1950, e vi rimarrà fino alla tragica notte del 2 novembre 1975. In questo arco di tempo sviluppa un legame simbiotico con la città, vivendo prima nel quartiere di Monteverde, poi in una casa vicino a Rebibbia e, infine, in un appartamento all’Eur. Acuto scandagliatore delle borgate e delle periferie che si andavano espandendo lungo le antiche strade romane, in particolare Casilina e Prenestina, Pasolini ha saputo cogliere la vitalità ctonia del sottoproletariato romano traendone ispirazione e consacrandosi definitivamente quale uno degli intellettuali più importanti del ’900 italiano.

La mostra Pasolini Roma, allestita presso il Palazzo delle Esposizioni e curata da Gianni Borgna, Jordi Balló e Alain Bergala, nasce proprio per celebrare questo vivido legame, riscontrabile tanto nella poesia e nei romanzi, quanto nel cinema – il titolo Mamma Roma (1962), film interpretato da Anna Magnani, appare oltremodo esplicito. Resa possibile grazie all’associazione con altre tre capitali europee – Barcellona, Parigi e Berlino –, la mostra, visitabile fino al 20 luglio 2014, è divisa in sei sezioni scandite da un preciso ordine cronologico: 1950-1955; 1955-1960; 1961-1962; 1963-1966; 1966-1969; 1971-1975.

Ogni sezione presenta una varietà di documenti e un’interattività che permettono l’immersione totale nella vita intima, artistica e intellettuale di Pasolini, che quasi sembra accompagnare il visitatore, a tratti dialogarci.

I fili conduttori sono il tempo e lo spazio: dalla Stazione Termini, l’approdo romano, al quartiere Pigneto, dove vengono girate le scene di Accattone; da Piazza del Popolo, luogo d’incontro con Moravia e Morante, all’Idroscalo di Ostia, dove Pasolini trascorse le ultime ore in vita. E poi ancora il Cimitero Acattolico di Piramide, da cui trae ispirazione per Le ceneri di Gramsci, le dune di Sabaudia, dove compra una casa con Moravia, e la torre di Chia, suo ultimo studio segreto, scoperto durante le riprese di Il vangelo secondo Matteo.
 


«Cinema, arte, fotografia, letteratura, poesia, critica», dunque un’analisi a tutto tondo del Pasolini “romano”, con le sue lettere scritte a macchina, i suoi dipinti, le fotografie di scena dei suoi film. Un Pasolini intimo, con le sue paure e le sue solitudini, la sua diversità e i suoi attimi di esaltazione. Un Pasolini lucido intellettuale martire, masochista a tratti. Un Pasolini figlio devoto e poi cadavere straziato sulla terra sabbiosa dell’Idroscalo di Ostia.

Una mostra ben strutturata Pasolini Roma, ben documentata, adatta tanto per chi conosce poco la figura di Pier Paolo Pasolini e può trarne spunti di approfondimento, quanto per chi lo ha eletto a intellettuale di riferimento e può alimentare così il proprio culto.


Pasolini Roma
Roma, Palazzo delle Esposizioni
Fino al 20 luglio 2014

Qui maggiori informazioni.

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