“Le scimmie”
di José Revueltas

Come far entrare della droga in un carcere messicano?

di / 18 maggio 2015

Il primo libro della nuova collana little SUR ci trasporta in un universo violento, il carcere di massima sicurezza di Lecumberri, in Messico. Con Le scimmie di José Revueltas (Edizioni Sur, 2015) scopriamo un ambiente claustrofobico in cui tre reclusi, Albino, Polonio e un menomato detto il Coglione, stanno cercando di portare a termine una missione quasi impossibile: farsi recapitare della droga. Per farlo, dovranno eludere la sorveglianza delle scimmie che danno il titolo al libro, ovvero i secondini del carcere, e contare sull’aiuto della madre del Coglione e delle compagne di Albino e Polonio. La prima, in considerazione della sua non più verde età, ha la quasi certezza di scampare alle ispezioni corporali di routine e può rivelarsi un ottimo corriere, mentre le due ragazze, giovani e attraenti, sono quasi una garanzia di successo, la perfetta distrazione per gli occhi (e le mani) degli agenti.

Con quest’opera che unisce in sé il racconto e il romanzo, e grazie alla completa assenza di capitoli, interruzioni, paragrafi o indentazioni, Revueltas ci trasmette l’affanno dei prigionieri, il loro sentimento di asfissia e la loro apprensione nei confronti della riuscita del loro folle piano. Leggendo, diventa lampante la nostra impossibilità di distinguere chi si trova effettivamente dietro le sbarre, se i tre detenuti o i loro carcerieri, a loro volta costretti a una reclusione nell’ambiente volgare e violento del carcere e a controllare, giorno dopo giorno, visitatori e visitati, novelli reclusi, carcerati fra i carcerati.

Con il suo scritto, Revueltas ricrea un universo che ha vissuto in prima persona durante il suo arresto, nel 1968, e riesce con grande abilità nell’intento di entrare nella mente di un prigioniero e di trasportare in carcere anche noi lettori grazie alla completa assenza di censure a coprire, per esempio, gli insulti di Albino e Polonio al Coglione o gli apprezzamenti fortemente maschilisti per le compagne dei due detenuti. In questa panoramica a 360 gradi dell’ambiente carcerario non mancano riferimenti a quelli che potremmo considerare gli abusi di potere degli agenti o alle loro violenze verbali nei confronti di carcerati e visitatori, a loro volta “vittime” del carcere, a loro volta ingrigiti dall’ambiente che si vedono costretti a visitare una o più volte a settimana, percorrendo un cammino a senso unico verso la più cupa rassegnazione: da strenui difensori dei propri familiari e amici, si trasformano in semplici comparse su uno sfondo grigio, altre scimmie pronte a riempire le gabbie di un’esposizione umana senza dubbio molto particolare.

(José Revueltas, Le scimmie, trad. di Alessandra Riccio, Edizioni SUR, 2015, pp. 59, euro 7,00)

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LA CRITICA

Un’intrigante panoramica sul mondo carcerario in cui la prospettiva di chi è dietro le sbarre e di chi è al di fuori delle celle si scopre terribilmente simile, quasi identica, con dinamiche di violenza e soprusi alla fine dei conti non così diverse fra loro.

VOTO

9/10

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