“Tom Sawyer, detective”
di Mark Twain

Un’avventura inedita in Italia di Tom Sawyer

di / 10 dicembre 2015

Mark Twain è stato uno dei più importanti scrittori americani del suo tempo, tanto che William Faulkner lo descrisse come il «primo vero scrittore
americano» e considerava sé e tutti i suoi colleghi suoi eredi. Non è dunque cosa facile recensire il prodotto di un autore di tale levatura, seppur si
tratti di un breve romanzo, o meglio, del terzo e ultimo racconto del ciclo di Tom Sawyer. Il libro in questione si intitola Tom Sawyer, detective (Mattioli 1885, 2015) ed è un proseguimento del celebre Le avventure di Tom Sawyer e poi di Tom Sawyer all’estero.

Il centro del libro è certamente il suo protagonista, un ragazzino vivace e scaltro, simpatico e leale sempre in cerca di avventure, alle prese questa volta con la risoluzione di un caso di omicidio. A raccontare l’intera faccenda è Huckleberry Finn, amico fidato di Tom e a sua volta protagonista di uno dei capolavori di Twain, Le avventure di Huckleberry Finn appunto. I due personaggi sono legati tra loro come le opere letterarie che ne raccontano le gesta, tanto che l’ambientazione di questo racconto è la fattoria dei Phelphs in Arkansas, punto di arrivo delle peregrinazioni dei ragazzi nel romanzo su Huck.

I Phelphs sono parenti di Tom, che si trova a dover scagionare suo zio Silas da un’infamante accusa d’omicidio, mentre già era impegnato con l’amico a seguire le orme di un ladro di diamanti. Appostamenti, inseguimenti, il ritrovamento del cadavere e la raccolta di indizi e prove sono le tappe verso la risoluzione del caso, che avverrà, in perfetto stile Sherlock Holmes, in un tribunale in cui tutti i presenti, avvocati e giudice compresi, rimarranno incantati e sbalorditi dalla capacità deduttiva di Tom Sawyer e dalla sua ammaliante retorica.

Nonostante Tom Sawyer, detective sia un’opera minore nella prolifica produzione di Mark Twain e si configuri come la cornice e il seguito di uno dei suoi capolavori, è un racconto che si rivela di forte impatto letterario. Un’ottima interpretazione del tema poliziesco e delle sue norme narrative, che riesce a mantenere integro il carattere di personaggi nati per la letteratura per ragazzi e fortemente connotati dai romanzi precedenti; gioco letterario perfettamente riuscito e conferma della grandezza dell’autore.

A rendere più interessante il volume è la breve prefazione del curatore Livio Crescenzi che si sofferma sull’ispirazione del racconto e sulle difficoltà incontrate nella traduzione di un’opera la cui voce narrante è un ragazzo analfabeta. Mi soffermo su questo aspetto, spesso sottovalutato, per sottolineare quanto un’attenta cura editoriale sia necessaria a rendere il giusto valore a un’opera letteraria e ai suoi lettori. Tom Sawyer, detective è stato pubblicato in Italia per la prima volta quest’anno da Mattioli 1885 all’interno del progetto più ampio di «pubblicare l’opera intera del Maestro in lingua italiana prima della Fine dell’Editoria, o della Fine del Mondo, quale delle due avvenga per prima».

(Mark Twain, Tom Sawyer, detective, trad. di Livio Crescenzi, Mattioli 1885, 2015, pp. 125, euro 9,90)

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LA CRITICA

Opera minore di un grande scrittore; capitolo fuori volume di un capolavoro della letteratura mondiale; coda affilata di un animale mitologico. Pubblicazione necessaria di un tassello marginale dell’immenso mosaico delle opere di Twain, senza il quale l’immagine definitiva non sarebbe la stessa.

VOTO

7,5/10

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