Bon Iver @Castello Scaligero, Villafranca di Verona, 17 luglio 2019

Il ritorno dell'artista americano in Italia dopo 7 anni

di / 19 luglio 2019

Prima del 17 luglio, le ultime note suonate da Bon Iver in Italia sono state quelle di “For Emma” all’Alcatraz di Milano il 30 ottobre 2012. Da allora l’artista americano non si è più esibito da queste parti. Sette anni, un album in più, lo splendido 22, a Million e il prossimo i,i, in uscita il 30 agosto.

La location è tra le più elettrizzanti e suggestive che si possano sperare, il Castello Scaligero di Villafranca di Verona. Trovarsi d’estate all’interno di un castello con il cielo che si fa rosso al tramonto e gli aerei che volano bassi per atterrare all’aeroporto che si trova nelle vicinanze: tutto questo amplifica le emozioni prodotte dall’attesa per il concerto di uno dei musicisti pop più importanti degli ultimi dieci anni.

La band sale sul palco alle 21.15 in punto. Rispetto alle ultime esibizioni italiane, la formazione è più scarna: le atmosfere per il tour del precedente Bon Iver, Bon Iver meritavano una formazione più corposa, con più fiati. Oggi, invece, Justin Vernon si porta appresso quattro musicisti, il corso intrapreso con 22, a Million ha bisogno di altro, meno orpelli. Rispetto a Milano (o a Ferrara dello stesso anno, ma il 17 luglio) il palco non è ricoperto da quelle reti appese dall’alto o dai lumetti ai suoi bordi. Questa volta al concerto vengono abbinati video alle spalle dei musicisti che aiutano a empatizzare maggiormente con l’idea di esibizione che sta dietro a questa nuova fase della carriera di Bon Iver.

C’è qualcosa però che si spezza tra l’attacco di chitarra “Perth” e l’ultima canzone prima della pausa, “Creature Fear”. Il livello d’intensità emotiva sembra smorzato da qualcosa, il suono esce ma sembra vuoto, Vernon reinterprerta le melodie (andando a volte a ucciderle) e la sensazione è che non sia entrato completamente nel concerto, o meglio: che ci sia entrato troppo con il cervello. Esempio lampante “Calgary”, un pezzo d’impatto, forte, emotivo, che si apre al mondo e che invece è uscito come un qualcosa da sbrigare nel minor tempo possibile. Ecco, tutta la prima parte – altro esempio “Towers” – ha peccato di un approccio superficiale. Con le canzoni, con gli strumenti, con il posto, con il pubblico. Come se fosse mancato il giusto peso da dare al tempo e all’esecuzione, un corto circuito allo scandire del tempo, come se qualcosa da dietro spingesse affinché il tutto terminasse. Un peccato, perché le emozioni di sette anni sono ancora riconoscibili e si scontrano con queste del presente.

La pausa dura più di venti minuti, si ha tempo chiedersi cosa stia succedendo, ma anche di guardarsi attorno e rendersi conto che la notte è calata sopra nelle nostre teste e le luci che illuminano le mura consolano quella che, pur non volendolo ammetterlo, somiglia a una delusione.
Riappare Vernon, da solo con la chitarra: una luce bianca lo illumina, parte “Skinny Love”. Da questo momento in poi, fino all’ultimo pezzo, 22 OVER S∞∞N , succede qualcosa. Pare di aver assistito a due concerti diversi. Ma non ci vuole molto ad adeguarsi a questo cambiamento improvviso, a farsi trascinare. “Skinny Love” ha le fattezze di ultimo grande brano generazionale, in un’epoca di dispersione e iper frammentazione, una sorta di “Creep” o “Wonderwall” di fine anni ’10. Il pubblico respira.
Da qui in poi è partecipare a un concerto di Bon Iver vero e proprio. Le emozioni si riconoscono e combaciano, dal riffetto dilatato di “Minnesota, Wi” alla nuova “Hey, Ma”, dall’acustica di “Flume” a “For Emma”: ma è con il dittico “8 (Circe)” e “Holocene” che Bon Iver manifesta tutta la potenza del suo messaggio, facendo brillare il Castello Scaligero assieme ai quasi diecimila spettatori.

Il concerto finisce con “22 OVER S∞∞N”, Vernon prende e se ne va. Fuori dal Castello è piano di ragazzi nei bar che parlano del concerto e bevono un’ultima cosa.
L’adrenalina della seconda parte cancella la delusione iniziale. Il 17 luglio 2019 è storia.

Scaletta:

Perth
666 ʇ
Heavenly Father
Towers
Blood Bank
____45_____
10 d E A T h b R E a s T
715 – CREEKS
29 #Strafford APTSCalgary
Creature Fear

Skinny Love
Minnesota, WI
Flume
Hey, Ma
33 “GOD”
8 (circle)
Holocene
The Wolves (Act I and II)
For Emma

22 (OVER S∞∞N)

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