minimum fax: dal fax a Raymond Carver

di / 6 dicembre 2013

Tutto nacque da una rivista, quando molti di quelli che staranno leggendo probabilmente duellavano con le parentesi graffe di un’espressione lunga l’intera lavagna.

Tutto nacque nel ’93, quando Marco Cassini e Daniele Di Gennaro gestivano alcuni corsi di scrittura presso l’Associazione romana Essere o non essere. Internet ancora non faceva da postino e la sola navigazione possibile non lasciava certo asciutti. La modalità selezionata per diffondere la rivista agli abbonati fu quella del fax e da qui il suo battesimo come minimum fax.

Le idee non scarseggiavano affatto, rendendo il nuovo progetto un sottobosco di energie. E di rubriche. Da Ipse dixit (autorecensioni fulminee e fulminanti) a Mosaix, (frammenti di letteratura comica), passando per Faxtotum, (tom tom ante litteram per rintracciare premi e appuntamenti letterari) e contemplando anche un laboratorio di scrittura a puntate, in cui campeggiavano nomi come Dacia Maraini, Maria Luisa Spaziani, Dino Verde e Stanislao Nievo. Non ci vuole molto perché l’iniziativa pizzichi l’interesse di altri autori tra cui Raffaele La Capria, Sandro Veronesi e Goffredo Fofi, con il quale Cassini e Di Gennaro collaboreranno in seguito nella rivista Lo straniero.

Il passaggio ufficiale a casa editrice avvenne un anno dopo, con la costituzione delle prime due collane: Filigrana, con saggi sulla teoria delle scrittura e Macchine da scrivere, importatrice in esclusiva degli storici libri-intervista della Paris Review.

Del ’95 è la collana Sotterranei, il documento d’identità di minimum fax.

Dichiarazione programmatica del suo percorso di ricerca e d’evoluzione continua, un’indagine avventurosa sullo scenario della letteratura americana contemporanea.

Un tragitto di voci come quelle di David Foster Wallace, Jonathan Lethem, Rick Moody e Dave Eggers, fiutate dall’attuale direttore editoriale Martina Testa. E che ora non sono più una promessa.

E poi arrivò Raymond Carver, che in realtà esisteva già da tempo, imprimendo tante pagine ma poca memoria in quell’Italia degli anni Novanta. E con lui, col suo minimalismo limpido e impietoso, minimum fax trovò il suo uomo, la sua necessaria consacrazione editoriale. I suoi testi vennero letteralmente dissotterrati, molti ritradotti e altri pubblicati per la prima volta, confluendo in una collana ad hoc, I libri di Carver.


Il catalogo è ricchissimo, non arrestandosi alla letteratura, ma attraversando campi multipli dell’arte, dal cinema alla musica alla critica.
Le collane principali sono:
– Sotterranei, sentiero sanguigno di romanzi, racconti, poesie, reportage narrativi tra cui spiccano titoli di autrici come Jennifer Egan, Mary McCarthy, Aimee Bender.

– Nichel, affiorata nel 2000 e curata dall’editor Nicola Lagioia. Dedicata agli scrittori italiani, emergenti o già noti, come Tommaso Pincio, Domenico Starnone, Alessio Torino, Giorgio Vasta, Paolo Cognetti ed Elena Stancanelli.

– Indi, sotto l’egida di Christian Raimo, è una collana di saggistica brillante e accurata, con scritti di Tomaso Montanari, Massimo Recalcati e Angela Davis.

– Filigrana, itinerariodi saggi sulla scrittura e sui suoi grandi maestri.

– minimum fax cinema, sceneggiature, saggi, interviste, panoramica sui dintorni e gli umori del grande schermo.

– I Quindici, ventaglio di titoli che hanno scandito i primi quindici anni di minimum fax

– Fuori Catalogo, libri significativi ormai non più agguantabili in libreria

– Beat, acronimo di Biblioteca Editori Associati di Tascabili, in cui convergono anche Neri Pozza e La Nuova Frontiera.

– minimum classics, carrellata di classici contemporanei tra cui testi di John Barth e Flannery O’ Connor

Generata da una costola di minimu fax è Sur, casa editrice indipendente incentrata sulla letteratura latinoamericana di qualità, con una scuderia di autori come Julio Cortázar, Josè Donoso ed Ernesto Sabato.


Attualmente il paesaggio minimum fax, come racconta il suo articolatissimo sito, è una realtà florida e popolosa, dove oltre alla casa editrice abitano Emme Effe, laboratorio permanente di formazione culturale; minimum fax media, casa di produzione cine-tv; libreria minimum fax, incastonata nel cuore di Trastevere e minimum fax live, associazione e polmone culturale per promuovere eventi e iniziative di genere vario e contaminato.

Facile intuire che individuare solo cinque titoli in un firmamento editoriale tutt’altro che “minimum” sia alquanto arduo, ma questo forse rende il gioco più avvincente.
Ecco quindi la nostra selezione:

Una cosa divertente che non farò mai più, di David Foster Wallace; dissacrante reportage dell’opulenza americana che galleggia a bordo di una nave da crociera.

– Confessioni di un sicario dell’economia, di John Perkins, autobiografia trascinante come un romanzo e ritmata come un’inchiesta di un ex professionista del crimine economico.

– Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, di Raymond Carver, introvabile per anni e dissepolto da minimum fax, raccolta di diciassette schegge narrative, purissime e affilate.

– I racconti dei vedovi neri, diIsaac Asimov, dodici esercizi di logica, marchingegni rompicapo azionati da un maggiordomo impeccabile come lo stile dell’autore.

– La banda delle casse da morto, di Nick Laird, romanzo vorticoso e scatenato in cui appena cinque giorni dissestano la sicurezza alto borghese del protagonista, eletto da Fahrenheit libro dell’anno per la sezione narrativa straniera.


Ma questa ovviamente è solo una sbirciata. E per tenersi aggiornati di sicuro non serve più il fax.

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