“Trascurabili contrattempi di un giovane scrittore in cerca di gloria” di Michael Dahlie

di / 9 ottobre 2013

Una laurea ad Harvard e i presupposti per un brillante avvenire, una eredità di circa quindici milioni di dollari e il non sapere bene cosa farci. Chi non ne approfitterebbe? Chi non si godrebbe la vita? Questo è lo spirito con cui viene affrontata la vita di Henry, giovane e scapestrato scrittore di Brooklyn, New York. Un po’ timido e impacciato, nuovo Holden sognatore. Questo è, altresì, l’ulitmo romanzo di Michael Dahlie, Trascurabili contrattempi di un giovane scrittore in cerca di gloria (Nutrimenti, 2013), già vincitore del Pen/Hemingway Award 2009 e del Whiting Writers’ Award 2010, con il suo primo successo Guida per gentiluomini all’arte di vivere con eleganza (Nutrimenti, 2011).

Con una scrittura delicata e fotografica, ci ritroviamo dinanzi a un personaggio a volte bizzarro, altre volte molto vicino al nostro modo di pensare e vivere. Le pagine scorrono veloci e in modo accattivante, venendo a delineare una deliziosa commedia. Tutta da ridere, un filo irriverente, la vita stessa di Henry ricalca proprio la figura di un moderno Candido.

Henry ha un sogno: scrivere. Vuole percorrere la strada del successo e svelare a tutti i segreti più nascosti dell’animo umano. È attratto e ha una predilezione per i casi più disparati del mondo senile. Nel rapporto tra giovani e anziani, egli ritrova un elemento di redenzione, la morte prematura dei genitori, quelli che lo hanno lasciato miliardario, lo obbliga a cercare il successo malgrado sia in fondo di carattere mite. Un agente letterario lo nota, vede in lui una qualche potenzialità, e in questo modo iniziano le peripezie di Henry in qualità di ghostwriter. Henry è goffo e indomito, con l’altro sesso non sa assolutamente come atteggiarsi, passa le sue serata tra vernissage culturali e ristoranti dal sapore fusion, classici della scena underground newyorkese come ce la immaginiamo. Henry è quello che oggi definiamo comunemente con l’accezione di hipster (a questo proposito, le immagini in copertina sono particolarmente azzeccate).

Si tratta di un romanzo veloce e intenso che tratta in maniera delicata il mondo della scrittura, attraverso lo sguardo del suo protagonista e tutte le sue peripezie, tra imprevisti, guai con la legge e i normali fallimenti che prima o poi ciascuno di noi incontra sulla propria strada. Tutti vogliamo saper scrivere. Siamo tutti potenziali autori, più difficilmente scrittori. Sapientemente strutturato e con una narrazione dalla struttura semplice, ma lineare e ammirevole, Michael Dahlie riesce a ricostruire le sfaccettature più intime e ancora innocenti di un uomo, Henry, che continua a crescere, regalandoci per di più un bel colpo di scena.

Per un romanzo alquanto picaresco, dal sapore leggermente pirandelliano, potrebbe risultare una trama vagamente scontata, già sentita, già raccontata. E invece è proprio la capacità narrativa di Dahlie, la forza della sua prosa e la leggiadria con cui incalza problematiche e riflessioni, a rendere elettrizzante la vita di una persona come ce ne son tante altre, ed estremamente piacevole la lettura a noi che continuiamo a vivere la nostra quotidianità.

(Michael Dahlie, Trascurabili contrattempi di un giovane scrittore in cerca di gloria, trad. di Mirko Zilahi de’ Gyurgyokai, Nutrimenti, 2013, pp. 296, euro 18)

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